Sono passati ormai 15 anni dal fausto giorno in cui re Rhaegar I Targaryen è salito al trono, spodestando suo padre.
Questa
pare l’occasione giusta perché tutti vengano invitati a riflettere
sugli anni passati e sul bene portato al regno dal governo del nuovo
sovrano.
Anche per questo, Rhaegar ha convocato a corte delegazioni
di tutti i più importanti nobili del regno: festeggiare i suoi 15 anni
da re e raccogliere da parte loro rinnovati giuramenti di fedeltà.
L’invito del sovrano, pur nel suo abile linguaggio diplomatico, è
perentorio: egli si aspetta che tutti i grandi lord siano presenti.
Finalmente, con il passare dei giorni, egli assiste beato all’arrivo dei suoi alfieri...
I
Tyrell, i primi ad arrivare: lord Mace Tyrell, la moglie e il figlio
maggiore Willas, e con loro la cerchia delle compagne della principessa
Visenya Targaryen, Margaery Tyrell, Joy Hill e Sansa Stark, di ritorno
dal loro breve soggiorno ad Alto Giardino, sotto la scorta del manto
bianco Ser Jaime Lannister. Lord Redwyne, lord Florent, lord Rowan e
lord Tarly completano il folto drappello della delegazione Tyrell.
Subito
dopo è la volta degli Arryn, l'anziano e orgoglioso lord Jon che
ritorna nella città che lo ha visto Primo Cavaliere per molti anni; al
suo seguito alcuni dei lord più influenti della Valle, Lord Royce e
lord Redfort.
Il porto di Approdo del Re riceve la visita della nave
proveniente dalla Roccia del Drago, che conduce in città lord Stannis
Baratheon, il principe ereditario Aegon, la sua cerchia di compagni,
Jasper Arryn, Jon Snow e Loras Tyrell, e i cavalieri della guardia
reale ser Barristan Selmy e Renly Baratheon. È presente con loro anche
lord Velaryon.
Dalle plaghe assolate del sud giungono i Martell, il
principe Oberyn assieme alla concubina, Ellaria Sand, ad Arianne e
Quentyn, figli del principe regnante Doran, alla principessa Rhaenys
Targaryen con la sua scorta, e il cavaliere della guardia reale ser
Arys Oakheart. Con loro lord Yronwood.
Da ovest arrivano i
Lannister, l'orgoglioso e potente lord Tywin assieme al fratello minore
Kevan e alla figlia Cersei. Anche Tyrion Lannister decide di
interrompere per pochi giorni la sua vita di eterno vagabondo e si reca
ad Approdo del Re assieme alla sua guardia del corpo, il mercenario
Bronn. Sono presenti anche i lord Brax, Marbrand e Crakehall, nonché il
Mastino, Sandor Clegane.
L'arrivo della famigerata Silenzio
attrae gli occhi di tutti, la misteriosa nave pirata appartenente al
più feroce corsaro di Westeros, che ha scontato il suo lungo esilio e
ora può tornare a solcare le acque del Continente Occidentale: Euron
Greyjoy. Lui è il solo Greyjoy a presenziare.
I Tully arrivano poco
dopo: lord Hoster, il Primo Cavaliere allontanatosi per breve tempo
dalla corte, e suo fratello Ser Brynden, il famoso Pesce Nero,
accompagnati i lord Bracken, Blackwood e Mallister, oltre a svariati
Frey.
Dalle lontane lande del nord arrivano gli Stark, lord Eddard,
assieme al fratello lord Benjen e al figlio maggiore Robb; con loro i
lord Umber, Karstark e Bolton, oltre a Theon Greyjoy, il protetto di
lord Eddard.
Infine, a pochissimi giorni dallo scadere del bando, si
presenta lord Robert Baratheon da Capo Tempesta, assieme a lord
Estermont e lord Tarth.
Qui, la sera stessa del quindicesimo
anniversario della sua incoronazione, la sera prima dell'inizio del
grande torneo indetto dal re, si tiene una grande cena: settantasette
portate, pasticcio d’agnello, torta di mele.
Ben pochi, dopo aver
svogliatamente sbocconcellato le prime sette portate, sembrano notare
che lord Hoster Tully, il Primo Cavaliere, non ha ancora preso parte
alla cena.
All’improvviso, si apre una delle porte posteriori della
sala, lasciando filtrare il debole bagliore della luna calante. Un
servitore piomba trafelato nella sala, mormorando tra sé con fare
stralunato, supera le varie tavolate e si dirige verso re Rhaegar.
Egli
porta una ferale notizia: due guardie, insospettite dall’assenza del
Primo Cavaliere e dai rumori provenienti dalla stanza in cui era
rinchiuso da solo, dopo aver chiamato senza riceverne risposta, hanno
fatto irruzione nella sala, che pareva chiusa dall’interno, e…
Il
Primo Cavaliere giaceva morto alla sua scrivania, con un pugnale in
acciaio di Valyria conficcato nel petto ed un incomprensibile biglietto
tra le mani.
Alla notizia la sala intera piomba per un momento nel
silenzio più totale, per poi scatenarsi in brusii e clamori via via che
la notizia si doffonde verso i tavoli periferici del banchetto. Il nome
di "Hoster" serpeggia lungo le tavolate, unitamente alle tetre parole
"ucciso" e "pugnale in acciaio di Valirya".
Il re, celando i propri
pensieri dietro un volto imperturbabile, si alza dal proprio scranno,
alza un calice e propone immediatamente un brindisi alla memoria
dell’uomo che lo ha servito tanto bene negli ultimi anni. Poi,
conquistati il silenzio e l’attenzione di tutto l’uditorio, dice:
"Miei
alfieri, compagni ed amici, vogliate tutti assistermi in questo giorno
di lutto: la morte di lord Hoster, Primo Cavaliere, che tanto funesta
questo giorno di festa, costituisce una grave perdita per tutto il
regno! Vi esorto dunque a collaborare, tutti insieme, per scoprire cosa
è accaduto: chi darà il più grande contributo a questa nobile causa
sarà debitamente ricompensato, e godrà della mia eterna gratitudine".
L'eco
della voce di Rhaegar, che legge senza passione le lettere del codice
cifrato, si spegne nella grande sala, e ora il silenzio regna sovrano.
Gli
ospiti si guardano l'un l'altro, chi stupito, chi affranto, chi
corrucciato. È Jon Connington il primo a muoversi: alzatosi dal suo
posto accanto al re, si inginocchia davanti al seggio reale, e
proclama: "La tragica morte del Nostro fedele Hoster Tully pare avvolta
nel mistero. I fatti di questa sera potrebbero essere solo un
avvertimento, ma la morte di un così valente Primo Cavaliere non può
essere presa alla leggera, e non è certamente un semplice caso isolato.
So quale pericolo questa morte può gettare su tutti i Sette Regni: è
per questo che io offro il mio aiuto a vostra altezza... ed invito
tutti i nobili del regno a fare altrettanto!"
Il re fissa a lungo il
suo fido consigliere e infine risponde: "Accettiamo i vostri servigi e
vi ringraziamo per l'offerta, Connington. Avete ragione: in questo
difficile momento il Reame ha un forte bisogno dell'aiuto di tutti i
suoi fedeli sudditi."
Questa mossa è la scintilla: in breve tutti i
lord del reame vanno a far sfoggio di fedeltà dinanzi al re,
cimentandosi in parole sempre più ardite ed entisuastiche per far colpo
su sua maestà.
Il segreto del biglietto rimane tuttavia sempre oscuro, e nella sala ben presto tutti provarono a cimentarsi.
Nel
frattempo re Rheagar, affiancato da Lord Jon Connington e da Varys, il
Maestro dei Sussurri, stabilisce perentoriamente il da farsi: il corpo
di Lord Hoster sarebbe stato affidato al Gran Maestro Pycelle, affinché
lo preparasse per i funerali. Il pugnale che ne aveva causato la morte
sarebbe stato invece preso in consegna da Ser Arthur Dayne, Lord
Comandante delle Guardie Reali. Nessuno sarebbe potuto entrare o uscire
dalla Fortezza Rossa, e la stanza che era stata di Lord Hoster sarebbe
stata sigillata, e costantemente sorvegliata da guardie fidate. Nel
castello si respira l'aria di chi sta per accingersi ad una battaglia.
Dapprima
sono molte le idee proposte dal fior fiore della nobiltà di Westeros:
"Potremmo provare a contare le ripetizioni di ciascuna lettera",
suggerisce Lord Mace Tyrell. "E se le lettere riportate in ciascuna
riga non fossero altro che una chiave per ricavarne una successiva, in
modo da creare un nuovo messaggio?", propone Tyrion Lannister, il nano.
Questi
e molti altri sono i suggerimenti, ma mentre la sera si tramuta in
notte fonda il segreto del biglietto continua a rimanere tale.
Ben
presto alcuni nobili iniziano a ritirarsi nelle loro stanze, sotto
nutrite scorte e scambiandosi sguardi in cui inizia a balenare il
reciproco sospetto. Ben pochi rimangono nella grande sala: Ser Jaime
Lannister, il volto pallido che l'armatura bianca rende ancora più
spettrale, parla con il Gran Maestro Pycelle. Il Principe Oberyn
Martell consegna a due suoi servitori rotoli di pergamena impartendo
indicazioni, per poi volgersi a parlare con la mipote, la principessa
Rhaenys. La principessa Rhaenys che parla con uomini della corte. La
principessa Visenya, in un angolo vicino al camino, le labbra che si
muovono in una fervida preghiera ai Sette Dei. Euron Greyjoy si
avvicina a suo nipote Theon, il quale d'un tratto, dopo una
conversazione appena sussurrata, si irrigidisce allontanandosi di
scatto, verso lord Eddard Stark. Lo stesso Euron, che conferisce
brevemente don il Re. Ser Brynden Tully, gli occhi velati di dolore e
rabbia, che entra ed esce dalla sala senza darsi pace, malgrado le
molte condoglianze offertegli da tutta la corte.
Infine è Jon Snow, il Bastardo di Grande Inverno, a rompere il silenzio della notte ormai vecchia.
"Maestà, so cosa c'è scritto."
Lo sguardo dei presenti si fissa su di lui, ma Jon ha occhi solo per il re.
"Guardate,
sire, ogni riga del messaggio ha sei lettere. Come il nome del Vostro
defunto Primo Cavaliere, Hoster. Ho allora pensato che questo nome
poteva essere la chiave per leggere questo scritto. E guardate: TDKXMG,
questa è la prima riga. Se diamo a ciascuna di queste lettere un valore
numerico, abbiamo 20, 4, 11, 24, 13 e 7. Il nome Hoster compone invece
8, 15, 19, 20, 5 e 18. Sottraendo le seconde dalle prime si ottiene
'lord ho'... E andando avanti il contenuto del messaggio diviene 'Lord
Hoster fatevi trovare a mezzanotte alla banchina sedici la prima sera
dopo il novilunio'."
"Giovane Snow, sono davvero ammirato dalla tua arguzia, sei stato abile", risponde il re, fissandolo intensamente.
"Dopo il novilunio..." sussurra Pycelle, "manca solo un giorno..."
"Domani
sera, eh? Maestà, datemi il comando di un gruppo di uomini, mi recherò
lì oggi stesso e sterminerò chiunque abbia osato compiere un omicidio
così vile!", urla Ser Renly Baratheon.
"Impedire che la notizia
della morte di Lord Hoster si diffonda sarà molto difficile, penso però
che dovremo tentare." suggerisce di nuovo Jon Snow, "Recarci
all'appuntamento, magari presentandoci sotto mentite spoglie, ci
permetterà di scoprire molte più cose di un attacco alla cieca: se,
come spero, ci sarà una nave ad attenderci, potremo scoprire qualcosa
di più con un'indagine piuttosto che usando la forza."
"Giovane
Snow, voglio premiarti per la tua sagacia, e ti concedo di fare un
tentativo. Poiché il pericolo può venire da ciascun punto del mio
reame, desidero che un drappello, formato da persone di ogni grande
casata, sia approntato per recarsi sul luogo dell'appuntamento! Se c'è
una casata traditrice, che il suo tradimento sia palese dinanzi alle
altre. Se è una minaccia che viene dall'esterno, che le casate di
Westeros siano pronte ad accettare insieme la sfida! Ora vai a riposare
e a prepararti, sei stato abile, e questa sera ti si potrebbe chiedere
di mettere nuovamente alla prova le tue capacità!"
Jon
si china ancora verso il re, come per mormorargli qualcosa, ma in tutta
risposta Rhaegar scuote la testa, l'espressione severa in volto.
Si
fa avanti Euron Greyjoy, declamando ad alta voce: "Ebbene, lord Snow,
in questi eventi sembra essere coinvolto il mare, a cui non piace
essere sfidato, soprattutto da chi non lo conosce. Se gli eventi lo
richiedessero, ricorda che la mia Silenzio è ancorata in porto".
La
risposta di Jon è immediata. Spostando continuamente lo sguardo da
Euron a Rhaegar pronuncia: "Mio Lord Euron, vi ringrazio della vostra
offerta. Devo però ricordarvi che io non sono altro che un fedele e
fortunato suddito di Re Rhaegar, a cui mi onoro di aver potuto essere
utile in questo tragico frangente. Vi invito quindi a rivolgere a lui
la vostra generosa offerta."
"Il re ha posto te al comando di queste
operazioni, ragazzo! Quindi ha fiducia nelle decisioni che vorrai
adottare, ed un comandante che voglia servire al meglio il proprio
signore sa anche quando è il momento di prendere iniziative. E' vero,
da giovani è difficile agire senza una guida, ma ascolta il consiglio
di un vecchio capitano: mai mostrare insicurezza se si è al comando,
perché metteresti in pericolo anche la vita dei tuoi uomini."
Poco
dopo il re, consigliato dai suoi più fedeli collaborati, prende le
misure necessarie per assecondare il piano di Jon; emana quindi un
editto per bloccare il porto della capitale: fino a nuovo ordine a
nessuna nave sarà permesso lasciare Approdo del Re senza uno speciale
permesso provvisto della firma e del sigillo del re o di un funzionario
da lui espressamente delegato.
Nella Grande Sala sono molti ad
avvicinarsi al giovane Snow per congratularsi con lui e decidere i
dettagli del piano; è la principessa Rhaenys la prima ad avvicinarsi a
Jon, seguita da Benjen ed Eddard Stark, mentre Euron e Ser Brynden
Tully discutono presso la grande porta che da sul cortile principale
del castello, e Jon Arryn e Oberyn Martell consegnano alcuni fogli di
pergamena ai rispettivi servitori.
Quel pomeriggio fervono i
preparativi, e la Fortezza Rossa è animata da un continuo via vai di
lord e cortigiani. In un angolo della Grande Sala Euron discorre con
Stannis, mentre Jaime Lannister, presso il camino, conversa con il suo
lord comandante, Ser Arthur Dayne.
La sera, assecondando la
brillante idea di Jon Snow, vari nobili si recano al porto, al molo
sedici, per presentarsi all’appuntamento segnalato sul biglietto
trovato nelle mani di lord Hoster. Il gruppo è molto nutrito: ogni
grande casata, infatti, ha voluto presenziare per l’occasione, ed ha
inviato dunque lord, cavalieri o dame con l’opportuna scorta di
armigeri.
Consapevoli di non poter passare inosservati, su
suggerimento di lord Connington i presenti hanno designato ser Rodrik
Cassel perché, dopo essersi tagliato i baffoni per assomigliare almeno
vagamente a lord Hoster, si rechi incappucciato alla banchina, mentre
gli altri sarebbero rimasti nascosti a poca distanza.
La notte è
buia e nebbiosa; quasi nessuno si aggira per il porto, ad eccezione del
gruppo dei nobili inviati del re. Jon Arryn, teso, confabula con
Stannis Baratheon. Il gruppo si separa come previsto, ma…
Ben
presto, ser Rodrik toglie il cappuccio dal volto e chiama a grandi
gesti i suoi compagni. Tutti si precipitano verso la banchina sedici,
appena in tempo per vedere una nave allontanarsi nell’oscurità:
qualcuno è riuscito a violare l’editto reale!
Nella nebbia, si
intravede a malapena la fiancata della nave, che pare coperta da vari
teloni, forse per nascondere il nome della nave. Tutti, frementi di
rabbia, guardano la nave che discende la foce delle Acque Nere...
La nave si sta ormai allontanando, e nella foschia si intravede soltanto qualche vago segno sulla sua fiancata.
Euron Greyjoy sussurra qualcosa a Lord Connington, che risponde con qualche parola e un sorriso di sufficienza.
"Cos'è quella scritta?", chiede qualcuno.
"Perché, c'è una scritta?", replica lord Stannis Baratheon, corrucciato.
"Sì, sui teloni, pare di intravedere qualcosa..."
"Saranno solo delle cuciture!"
"D'accordo, ma sono così regolari che... Quasi..."
"Sì,
formano una parola! I teloni sono al rovescio, ecco perché si fa così
fatica a distinguerla... Mi chiedo se sia il nome della nave...".
Tutti si voltano sorpresi verso il principe Oberyn Martell, che aveva appena pronunciato queste parole.
"Il
nome di una nave", ironizza lord Connington. "Chissà come reagirei, se
portasse il nome di un mio familiare... E voi?", soggiunge, squadrando
la folla assiepata attorno a lui.
"Non spetta certo a me dirlo", dice di nuovo il principe Oberyn. "Ma qualcuno qui avrà qualcosa di cui rispondere, temo".
Tutti d'un tratto si voltano verso la Vipera: con ogni evidenza, era stato lui il primo a decifrare la scritta.
"Ora sto vedendo anch'io...", dice ser Brynden Tully, impallidendo e sgranando gli occhi. "Ma è possibile che...?"
"E
allora, cosa vedete? Questa è un'informazione per il re!", dice con
urgenza lord Connington, per nulla tranquillizzato dall'atteggiamento
del principe dorniano. "State forse dicendo che veramente il nome che
vedete scritto, il nome di quella nave accusa una grande casata?".
Il principe Oberyn fa due passi, e si mette lungo la banchina, spalle al mare.
"Il
nome di quella nave accusa una grande casata. Come se potessero esserci
dubbi! Il tradimento si annida tra i nobili dei Sette Regni. Non solo
un nobile, tra l'altro... una guardia reale!" risponde, volgendo lo
sguardo nella direzione di ser Jaime Lannister.
"Il nome che si
legge su quei teloni, il nome della nave", soggiunge, guardandolo
fissamente negli occhi, "è Ser Tygett. Proprio come il nome di vostro
zio".
Un silenzio di tomba cala su tutto il gruppo.
È ancora lord Connington a romperlo.
"Ed in nome del re, principe, cosa dobbiamo fare noi, ora? La nave è fuggita... ci conviene inseguirla?"
"Ormai
la nave è persa", risponde Oberyn. "Torniamo alla Fortezza Rossa,
invece, e riveliamo le nostre scoperte al re. Per parte mia, io gli
suggerirò di consentire a noi di recarci tutti insieme alla capitaneria
di porto per scoprire il nome del proprietario e la rotta della nave
Ser Tygett."
"Principe
Oberyn, sono lusingato che vi siate ricordato del mio amato zio morto
prematuramente, ma suppongo sia lampante a tutti che è piuttosto
improbabile che chi sta commettendo qualcosa di illegale si presenti
con una nave con un chiaro indizio che porti alla sua casata di
appartenenza!", ribatte ser Jaime Lannister dopo un attimo di
esitazione. "È chiaro che qualcuno cerca di seminare il sospetto e
acuire le divisioni tra le nobili famiglie a scapito della pace nel
regno. Da parte mia non ricordo quella nave, mio padre ne sa
sicuramente di più sulla nostra flotta. Il nostro re saprà valutare
correttamente la situazione, vi prego quindi di non esitare oltre e di
rivolgerci direttamente a lui".
Seguendo l'indicazione del principe
Oberyn, il gruppo ritorna alla Fortezza Rossa per riferire al re. Tutti
sono pieni di sfiducia verso il Lannister, incerti se dare credito o
meno alle sue parole. Su ordine di lord Connington, l'uomo è tenuto
discretamente d'occhio da alcuni armigeri.
Al loro ingresso nella
Fortezza Rossa, Connington chiede subito udienza al re. A presentarsi è
invece ser Arthur Dayne, lord comandante della Guardia Reale, che li
scorta alla sala del trono. Prima di entrarvi, dice loro: "Mio lord
Connington, miei nobili signori, purtroppo il re è impegnato in un
importante colloquio con il Maestro del Conio, e non può ricevervi. Le
brutte notizie si accavallano una sull'altra, a quanto pare. Vi
riceverà il principe Aegon, che fa le sue veci".
Seduto sul Trono di
Spade, li accoglie in fatti l'erede al trono. Assieme a lui stanno il
suo miglior amico, Jasper Arryn, il nervoso maestro Pycelle e la
Guardia Reale ser Richard Lonmouth. Pochi nobili, vista l'ora tarda e
le fatiche della notte precedente, spesa insonne a tentare di risolvere
il misterioso biglietto trovato in mano a lord Hoster, occupano ancora
la sala. Eddard Stark discute a voce bassa con suo fratello Benjen in
un angolo. Lord Jason Mallister passeggia nervosamente avanti e
indietro, chiacchierando animatamente con lord Brax e lord Rowan, e
Arianne Martell conversa con ser Arys Oakheart della Guardia Reale e
con lord Royce. Tutti si voltano verso i nuovi entrati nella sala, gli
sguardi ansiosi, e anche un po' sollevati nel vederli rientrare sani e
salvi.
Connington si rivolge per primo ad Aegon: "Mio principe, come
mai vostro padre non è presente? Abbiamo importantissime novità da
riferire, quale problema è peggio dell'assassinio del Primo Cavaliere?"
Aegon
scambiò uno sguardo con Jasper, poi rispose incerto: "Mio lord, miei
signori... Non posso dire niente. Lord Baelish e mio padre hanno
trovato un problema grave e immediato. Sono certo che sapranno
rimediarvi, ma la soluzione sta impiegando più tempo del previsto. In
mancanza del Primo cavaliere, ha lasciato me e il Gran Maestro a
rispondere alle udienze. Ordunque, che avete da riferirmi?"
È Oberyn
a rispondere: "Principe, ci siamo recati al molo ma abbiamo potuto
vedere solo una nave che si allontanava nella nebbia, malgrado il
blocco predisposto dal re. Nonostante la nebbia, siamo riusciti a
leggere il nome della nave. Un nome che pesa: Ser Tygett. Il defunto
fratello di Tywin, zio di ser Jaime." Aegon apre la bocca per reagire,
ma Jaime non gli lascia il tempo di parlare: "Principe, sospetti
infamanti sono stati sollevati sulla mia famiglia e su di me, da parte
mia non rammento quella nave e non so spiegare il perchè fosse
approdata li, comunque sia è sospetto l'utilizzo in affari loschi di
una nave che riporta direttamente a una grande e fedele casata ed è
ovvio che qualcuno stia tentando di incastrarci, mio padre saprà
comunque più di me sulla flotta Lannister e potrà chiarire sicuramente
questo spiacevole equivoco."
"In ogni modo principe, qualunque cosa
sia accaduta," aggiunge inginocchiandosi, sguainando la spada e
deponendola ai piedi del re con curata lentezza "come sempre la mia
spada e la mia vita sono al servizio del re, ma se la vostra fiducia
nei miei confronti è venuta a mancare sono pronto a rinunciare al mio
posto tra le cappe bianche in questo stesso momento, sappiate comunque
che se me ne darete la possibilità farò tutto il possibile per prendere
il responsabile di questo complotto!"
Aegon chiede allora: "Jasper,
maestro, ser Dayne, voi cosa dite di queste parole?" Per primo Pycelle
risponde "Ser Jaime ha certamente ragione, mio sire: conosciamo tutti
lord Tywin, se la nave appartenesse a lui non avrebbe mai contravvenuto
a un ordine reale, né avrebbe avuto ragione di essere implicato in
loschi rapporti col compianto Hoster... " Al che Jasper interviene:
"Gran Maestro, nessun dubbio che abbiate ragione... e credo che ser
Jaime non avrà problemi a dimostrarlo impegnandosi ancora di più per
risolvere questo caso, nevvero? Non vedo ragione di mettere in dubbio
la sua fiducia..." e Dayne aggiunge, con un'occhiata significativa:
"Ser Jaime, ricordatevi anche che nessuno ha mai perso il Manto Bianco
senza perdere anche la vita. Fate in modo che non ci siano motivi
perché succeda."
Rivolgendosi a Jaime, Aegon ribadisce: "Avete
sentito? Fate sì che la nostra fiducia in voi non sia mal riposta, e
non ci saranno problemi tra noi... Dimostrate quanto vale l'onore della
vostra casata, se è stata ingiustamente infangata. Probabilmente è come
dite voi, ser, la nave potrebbe non essere vostra. Che pensate di fare?"
Risponde
ancora ser Oberyn: "La cosa più saggia, secondo me, è di cercare il
registro portuale per scoprire dettagli su questa nave: da dove viene e
dove andava."
Aegon parlottò rapidamente e sottovoce con Jasper, poi
si rivolse agli astanti: "Così sia, allora. Avete tutti passato la
notte in bianco: non vedo motivo di farvi tornare di corsa al porto.
Voi riposate e discutete pure tra di voi. Manderò subito qualcuno di
massima fiducia a recuperare i documenti in porto: ser Richard, volete
pensarci voi?"
Lonmouth accettò l'incarico di buona lena, e scelto
un gruppo comprendente membri e uomini leali a ciascuna delle nove
grandi casate, si diresse alla capitaneria senza perdere tempo.
Due
ore dopo è di ritorno, e tutto il gruppo ha un aspetto preoccupato e
sgomento. Rhaegar non è ancora tornato nella sala del trono, e la luce
nelle stanze del Maestro del Conio è sempre accesa. Pertanto è sempre
Aegon, gli occhi ormai cerchiati dalla lunga veglia, ad accogliere ser
Lonmouth nella sala del trono. Recando con sé diversi pesanti tomi, il
cavaliere fa subito rapporto ad Aegon e agli uomini che avevano
avvistato la nave: "Maestà, miei lord, terribili notizie! La
capitaneria è stata saccheggiata! Siamo entrati trovando tutti gli
uomini morti, comprese due Cappe Dorate uccise sulla soglia. Non c'è
dubbio: sono caduti sotto colpi di spada! Quasi tutti i documenti e
libri erano stati ammucchiati per terra e incendiati... Quasi tutto
distrutto! Ciò che non è andato perduto lo abbiamo portato qui, ma come
vedete molti fogli sono stati strappati..."
Immediatamente tutti i
presenti si mettono a sfogliare i libri rimasti. Alcuni sono ormai
ridotti alle sole copertine. "Hanno distrutto anche gli archivi delle
mappe!" esclama lord Stannis Barahteon, aprendo un volume dove i
moncherini delle pagine rappresentano frammenti di mappe di ogni parte
del mondo. Aprendo un libro, ser Brynden trattiene a stento
un'esclamazione: "Guardate! Qui vi è un elenco di navi, con nome, molo
e data... E poi... Cosa sono questi numeri? Non capisco..."
"Presto, cavaliere! Cerchiamo l'ultima nave che è attraccata al molo sedici!" quasi urla Jon Snow.
Ser
Brynden sfoglia il volume, facendo attenzione a non danneggiare
ulteriormente i delicati frammenti di pagine, quasi completamente
bruciati o strappati. Infine, l'ultima scritta riguarda proprio il molo
sedici. "Eccola!" esclama Jasper Arryn. "Guardate, il numero del molo e
la data! Non ci sono dubbi! Si intravedono altre parole, ma non capisco
cosa..."
"Ma cosa sono quei numeri?" chiede ancora ser Brynden.
"Probabilmente,"
risponde lord Stannis Baratheon, "per qualche ragione è stato scelto di
non scrivere direttamente una qualche informazione riguardante le navi
che attraccano al porto, ma di nasconderla. Immagino che da qualche
altra parte doveva essere contenuta la chiave di lettura... Ser
Lonmouth, siete certo di non aver tralasciato nulla, al porto?"
"Sicuro, mio lord. Abbiamo setacciato ogni angolo, e riportato alla fortezza tutto quello che si poteva trasportare."
"Allora," sospira lord Jon Arryn, "non ci rimane che cercare di capire cosa c'è scritto."
La
notte è ormai fonda, la gente nella Grande Sala poca, il re continua a
non riapparire. Malgrado il sonno e la stanchezza, tutti si avvicinano
al foglio di pergamena, steso con cautela da ser Brynden dinanzi al
principe Aegon. Ultimi ad avvicinarsi, dopo aver brevemente parlato,
sono ser Jaime Lannister e la principessa Rhaenys Targaryen. Lord Jason
Mallister si avvicina brevemente a ser Brynden, come per dirgli
qualcosa, così come fa la principessa Arianne con suo zio Oberyn.
"Formeranno
una scritta oppure un'immagine?", chiede a voce alta ser Loras Tyrell.
Gli altri lo guardano scuotendo la testa, il buio è totale.
"Forse
si tratta di indicazioni relative a luoghi sulle mappe, ma...", lord
Stannis indica con fare lugubre il tomo delle mappe, completamente
bruciato.
"No, secondo me si tratta di un testo, ogni riga deve essere una parola...", mormora la principessa Rhaenys.
"Ma allora, per i Sette Dei, quale è mai la codifica?", sbotta ser Jasper Arryn.
"Forse
ho un'idea...," la voce di lord Jon Arryn è quasi esitante, "e se ogni
riga fosse semplicemente una lettera? Se il testo intero fosse
semplicemente composto di due parole?"
"Ma allora, lord Jon, cosa
significherebbero quei numeri?", chiede lord Benjen Stark, prima di
chinarsi verso Jon e sussurrargli qualcosa all'orecchio.
"Coordinate. Coordinate dei vertici di ciascuna lettera."
"Sarebbe un sistema veramente diabolico, se fosse vero", esclama Jon Snow, "ma vale la pena di fare un tentativo."
Tutti
seguono con aspettativa le mani di Jon Snow che tracciano esitanti
punti e tratti su un foglio di pergamena, ma la smorfia del giovane
alla fine del lavoro è eloquente. "Nulla di fatto," esclama sconsolato.
"Un
momento," interviene il principe Oberyn. "Quei segni non significano
nulla, è vero, ma comunque alcuni sono molto simili tra loro... Secondo
me siamo sulla buona strada, grazie all'intuizione di lord Arryn. Solo,
non saprei come proseguire..."
"Forse ci sono!", esclama ser Jaime.
Gli sguardi di tutta la sala si volgono verso di lui.
"Davvero,
ser Jaime? I nostri appelli alla vostra fedeltà hanno sortito un così
rapido effetto?", la voce di ser Jasper Arryn è un misto tra l'ironico
e il sorpreso.
"Quando si tratta di difendere l'onore della mia
casata non mi tiro indietro, Arryn. Lord Jon aveva visto bene, ma non è
riuscito a portare a termine il ragionamento. È vero, è un sistema di
coordinate, ma sono coordinate polari. Mi pare siano usate spesso, in
navigazione, anche se vi è gente più esperta di me in queste cose. Ogni
punto è descritto in base alla sua distanza da un centro, e all'angolo
in cui si trova rispetto ad un angolo scelto come partenza. Ecco,
datemi qualche minuto..."
Jaime si mette a scribacchiare furiosamente su una pergamena.
"Ecco
qui! Vedete, i miei segni sono piuttosto rozzi perché ho calcolato
distanze e angoli a mente, ma il significato del messaggio è chiaro.
Luce Solitaria, Myr. Senza dubbio la provenienza e la destinazione
della nave. Luce Solitaria... Sbaglio, o si trova nelle Isole di Ferro?
Sbaglio, o è la sede della casata Farwynd? Sbaglio," il tono di voce
sale sempre di più, "o durante la ribellione delle Isole gran parte
della nostra flotta venne distrutta o catturata dalle navi della Flotta
di Ferro? Miei nobili signori, ecco le prove che la casata Lannister ha
subito un vile tentativo di infamare il suo onore! Euron Greyjoy, voi
eravate lontano e siete appena tornato dal vostro esilio, ma potete
fornirci lo stesso qualche indicazione? Quanto alla morte del Primo
Cavaliere, direi che non ci sono dubbi: la giustizia del Re deve
recarsi immediatamente a Luce Solitaria e a Myr, onde fare chiarezza il
prima possibile su questo delitto!"
Mentre la sala sprofonda nel caos, una voce, possente eppure incrinata, risuona: "Cosa sta succedendo qui?"
Re Rhaegar, pallido, le occhiaia profonde a cerchiare gli occhi violetti, entra nella sala. Al suo fianco, lord Baelish.
È ser Jaime Lannister il primo a farsi avanti al cospetto del re.
"Sire,
forse abbiamo scoperto qualcosa di importante... Ma aspettate, comincio
da principio", inizia la cappa bianca. Il racconto è lungo, e mentre
ser Jaime narra le vicende della notte i primi raggi dell'aurora
rischiarano la Grande Sala. "Luce Solitaria, Myr", conclude infine lo
Sterminatore di Re, mostrando al suo sire il tomo recuperato alla
capitaneria. "La provenienza e la destinazione della Ser Tygett,
direi. Un'Isola di Ferro ed una Città Libera". La corte si è ormai
popolata, e chi non ha avuto modo di ascoltare il racconto del
cavaliere dal principio domanda sottovoce ai vicini maggiori ragguagli.
Robb, Eddard e Benjen Stark confabulano con Jon Snow presso il camino
della Grande Sala.
Di nuovo, sulla sala scende il silenzio, interrotto soltanto dalla voce del re.
"Un'Isola
di Ferro ed una Città Libera", ripete, rivolgendosi ancora al
Lannister. "E dunque, voi cosa suggerireste di fare, ora?".
"Dirigersi verso entrambe, mio signore."
La voce di ser Jaime riecheggia ancora nella sala, quando viene interrotta da un lento e solitario applauso.
"I miei vivissimi complimenti, Lannister", esordisce un compiaciuto Euron Greyjoy, "Ti prenderei a bordo della mia Silenzio,
se tu non fossi già impegnato qui a corte". Poi, allargando le braccia,
"Purtroppo hai ragione, sono stato lontano dalle mie isole per sei
lunghi anni, e da altrettanto tempo non ho notizie della mia dolce
famiglia. Ma hai anche ragione nel giudicare sospetto un indizio così
grossolano. Se vale per un nome scritto su un telone, figuriamoci per
una rotta dichiarata a voce. Infine, non sbagli su quanto accaduto alle
vostre navi, ma a questo proposito voglio subito rassicurarti: furono
bruciate tutte, dalla prima all'ultima".
Dopo una breve
pausa, passata a sfidare lo sguardo del suo interlocutore, Euron si
rivolge agli altri nobili: "No, non è nostra la Ser Tygett, né
è il tipo di tinozza con cui amiamo solcare i mari. Avevo io stesso
messo a disposizione un vascello degno di tal nome, utile per
l'inseguimento, ora dovrò accontentarmi di mostrarvi lo scoglio di lord
Gylbert, se insistete. L'autore di questa farsa si divertirà a
immaginarci circondati da foche e leoni marini, ma se non altro
offriremo un diversivo alla noiosa vita dei pescatori locali. Oppure
c'è sempre Myr, dove però, ve lo ricordo, nessuno di noi ha alcun
potere. A voi la scelta".
"A me la scelta, Occhio di Corvo", insiste
re Rhaegar, sprezzante. "Solo a me, il vostro sovrano. Non mi pare
affatto che voi abbiate proposto un'alternativa migliore di quella di
ser Jaime", continua, rivolto ad Euron Greyjoy. "La nave si chiamava Ser Tygett
e proveniva da Luce Solitaria. Proprio voi due meritereste di essere
mandati nelle due direzioni che abbiamo ora, per potervi redimere dalle
accuse che vi sono state rivolte, e dagli indizi che indubitabilmente
puntano su di voi, qualunque genere di difese tentiate di adottare. Ma
credo che anche il nostro lord Baelish, qui" continua, indicando il
Maestro del Conio, "si meriti un premio per quanto ha combinato. Un
Maestro del Conio dovrebbe vegliare con maggiore attenzione
sull'oggetto del suo incarico. Che sia lui, dunque, a guidare la
spedizione verso le foche ed i leoni marini di lord Gylbert. Insieme a
ser Richard, a ser Renly, a lord Tarly, a lord Redfort e agli uomini
che essi decideranno di portare con sé. Sarei tentato di ordinarvi di
dare loro la Silenzio", dice rivolgendosi ad Euron, "Ma credo
che per ora sia meglio che la vostra nave resti qui. Con me, non con
voi", precisa il sovrano. Rhaegar è seduto sul Trono di Spade, gli
occhi violetti gelidi, le mani strette con forza sui braccioli del
trono. Un rivolo di sangue inizia a scorrere sotto il suo braccio
sinistro, ma il sovrano non pare nemmeno rendersene conto.
"Ed io dove dovrei andare, senza la mia nave?" chiede l'uomo di ferro, gelido.
"Almeno
un rappresentante per casata, come sempre. Guidate da lord Connington e
da ser Viserys. Andrete tutti insieme, insieme agli uomini che vorrete
portare con voi. Verso Myr, naturalmente. Principessa Arianne. Prenderò
la nave con cui siete giunta ad Approdo, la Myriah di Dorne. Questa nave andrà a Luce Solitaria. La Terrore Nero e la Giovane Drago le faranno da scorta. La Grifone Pallido, dono di lord Connington per la nascita della principessa Visenya, andrà a Myr, assieme alla Ali d'Argento e alla Cavaliere del Drago.
Darò ordini immediati, cosicché possiate salpare il prima possibile,
magari oggi stesso. Nel frattempo, il Gran Maestro Pycelle mi ha
informato che il corpo di lord Hoster è stato portato al Grande Tempio
di Baelor, prima di essere affidato alle Sorelle del Silenzio per il
lungo viaggio verso Delta delle Acque. Immagino che vogliate rendere un
ultimo omaggio a questo fedele servitore del reame, vilmente ucciso."
I
preparativi richiedono diverse ore: armare le navi, trovare gli uomini,
tentare di calmare i bollenti spiriti dei grandi nobili, che si sentono
maltrattati dal sovrano. Stannis Barahteon, con espressione grave, ed
Euron Greyjoy, si parlano brevemente appena usciti dalla Grande Sala
del castello. Ser Renly è palesemente alticcio, mentre, durante il
percorso verso il grande Tempio, discorre sottovoce con Oberyn Martell.
Nel pomeriggio parte la Myriah di Dorne, la nave dorniana
che la principessa Arianne è indotta a prestare al sovrano, con
direzione Luce Solitaria. A bordo hanno insistito per imbarcarsi anche
un focoso Robb Stark, desideroso di prendere parte attiva
all'avventura, dopo aver assisitito alle azioni del fratellastro,
Quentyn Martell, e, a sorpresa, Tyrion Lannister e la sua guardia del
corpo Bronn. "Voglio vedere la Barriera, e le Isole di Ferro non sono
male, come tappa intermedia." Malgrado le insistenti offerte, a nessuno
dei lord presenti, salvo Jon Arryn e Stannis Baratheon che già avevano
fatto parte della spedizione al porto, è concesso di lasciare la città.
Al tramonto, finalmente, anche Grifone Pallido è pronta a partire.
Re
Rhaegar stesso si presenta al porto per salutare i partenti, col al suo
fianco il fido ser Arthur Dayne, lady Ashara e lord Myles Mooton,
destinato a prendere provvisoriamente le funzioni di tesoriere, in
attesa del ritorno di lord Baelish.
Lo sguardo gelido del sovrano non pare affatto beneaugurante a nessuno dei nobili presenti sulla nave.
Dopo
due giorni di viaggio, una violenta tempesta estiva, proveniente da
nord, coglie di sorpresa la nave ed i suoi marinai. La pioggia dura per
giorni e giorni, intensa e violenta, e la nave diventa presto
ingovernabile, sbatacchiata lungo il Mare Stretto in balia degli
elementi. Prima la Cavaliere del Drago, e successivamente anche la Ali d'Argento, scompaiono alla vista.
Il capitano della Grifone Pallido, ser Imry Florent, convoca tutti i nobili per un consulto.
"Miei signori", li informa, "La rotta è persa".
Un freddo sorriso aleggia ora sul volto di Euron Greyjoy. Gli altri paiono sconcertati dalla notizia.
"Non
è possibile che non siate in grado di ritrovare la rotta nella
nebbia!", dice lord Connington, incredulo. "L'avevate tracciata prima
della partenza!"
"Il problema non è questo, mio lord", risponde
Florent, imbarazzato. "Il fatto è che da terra non conoscevamo affatto
gli ostacoli che ci saremmo trovati di fronte. E così... così, in
questa tempesta, non siamo in grado di identificare banchi di sabbia,
scogli, altre navi, piovre giganti, branchi di coccodrilli...".
"Ma certo!" esclama ser Viserys. "Degli incompetenti, ecco gli uomini che ci ha fornito il re!".
"Una soluzione ci sarebbe", interviene timidamente il timoniere. "Ma..."
"Intende dire", continua ser Imry, recuperando la calma, "che uno dei marinai della Silenzio
aveva tracciato un'altra mappa; il re aveva chiesto ogni informazione
possibile, così ce la siamo fatta dare. Mio signore Greyjoy, erano
ordini del re, scusateci se non eravate stato informato. Comunque... La
mappa. L'uomo l'aveva disegnata un po' tramite quello che vedeva, un
po' con i suoi ricordi. Solo che l'uomo è muto e non sa scrivere".
"E noi non riusciamo proprio a capirla, questa mappa", chiosa il timoniere, con uno sguardo disgustato.
Euron
prende in mano il foglio che il capitano gli porge e lo guarda
velocemente: «Usignolo!» ride di gusto Occhio di Corvo, «È il nome del
mio uomo, ne riconosco lo... stile. Sono desolato che non vi abbia
potuto spiegare a voce il significato di quei segni, ma non è certo
colpa mia se cantava così male. Proprio non sopporto le persone
stonate». Dopo essersi stretto nelle spalle, Euron prosegue: "Ecco,
guardate... È semplice, basta far combaciare i numeri scritti in riga e
in colonna... Ogni numero indica una fila o una colonna da marcare,
come terra, covo di pirati, o ostacoli di altro genere..." Alla fine,
porgendo una rozza mappa del Mare Stretto, rivolge il suo occhio blu
verso ser Imry, vistosamente impallidito: «E ora, capitano Florent,
sembra che il Grifone possa riprendere il suo travagliato volo verso
Myr, pallore permettendo. Se a bordo sono presenti altri oggetti
provenienti dalla mia nave, ti pregherei di informarmene prima, la
prossima volta».
Detto questo, il pirata si allontana verso prua,
incurante di una tempesta che non accenna a placarsi, anzi
apparentemente godendosi il vento salato tra i capelli neri.
Nel silenzio generale, ser Imry si rivolge al timoniere: "Ci può bastare?"
"Mio
signore... La mappa mi pare un po' approssimata, probabilmente perché a
mano non si poteva fare di meglio, però... Si riconosce molto bene la
parte sudorientale di Westeros, le Stepstones e parte del Continente
Orientale... Sì, direi che, tenendoci lontani dalle coste, possiamo
farcela senza problemi."
"Procediamo verso Myr, allora. E speriamo che le altre navi siano state più fortunate della nostra!"
Grazie alla cartina di Usignolo ed alla fine della tempesta, il lungo viaggio della Grifone Pallido verso Myr procede senza intoppi.
Ormai
giunti nei pressi delle coste Myriane, dopo oltre due mesi di
navigazione, la vedetta annuncia di scorgere delle navi all'orizzonte.
Ser
Imry, lord Connington e gli altri nobili presenti formano un breve
concilio: è chiaro a tutti, infatti, come sia necessario elaborare una
strategia flessibile, adatta sia al caso che le navi abbiano intenzioni
amichevoli, sia che siano ostili.
Prima che venga presa una
decisione, tuttavia, giunge un'ulteriore, confortante comunicazione da
parte della vedetta: sull'albero maestro di una delle navi sventola una
bandiera, che reca lo stemma di un drago argentato. E' facile
riconoscervi dunque la Ali d'Argento, che, dopo aver annunciato l'arrivo dell'ammiraglia, sta ora giungendo per accoglierli insieme ad una scorta di navi di Myr.
In effetti, una scialuppa abbandona ben presto la Ali d'Argento per dirigersi verso la Grifone Pallido, su cui sale un gruppo di uomini.
Il capitano della nave del drago bianco è raggiante.
"Ser Imry!", dice, "Temevo proprio di avere perso voi ed i vostri preziosi ospiti, invece vedo che siete tutti sani e salvi!".
"Certo",
risponde ser Imry, "per merito di quelle incomprensibili mappe che ci
erano state fornite dai marinai della Silenzio, ricordate?".
"Ricordo",
risponde il capitano, sorpreso. "Se avessimo dovuto affidarci a quelle,
noi saremmo morti... invece, una volta passata la tempesta, siamo stati
assistiti dalla fortuna e da una nave Myriana che ci ha offerto
soccorso".
Uno degli uomini che accompagnano il capitano è un nobile
di Myr, il conte Meros Voldan, inviato dai maggiorenti della sua città
in veste di ambasciatore.
"Miei signori", dice, rivolgendosi ai
nobili presenti con un veloce inchino, "Ho l'incarico di darvi il
benvenuto nella nostra città. Sarà un piacere accogliere uomini di una
schiatta così nobile... purché scendiate non armati, naturalmente, a
dimostrazione dei nostri storici buoni rapporti".
Connington
acconsente a tale richiesta, anche se tra i suoi compagni serpeggiano
vari mugugni, ed i Myriani scortano le due navi westerosiane verso la
costa.
Durante il viaggio, Voldan prende ancora la parola.
"Gli
uomini della nave che vi ha preceduti ci hanno già raccontato, a grandi
linee, i motivi del vostro viaggio. Saremo lieti di aiutarvi... ma
credo sia opportuno dirvi che negli ultimi tempi c'è stato qualche
problema, in città".
"In
città," racconta il conte Voldan "è scoppiata una misteriosa epidemia:
la gente si ammalava, comparivano orribili macchie sul volto, ma senza
alcuna febbre o dolore. Le macchie non erano neppure percettibili al
tatto... Il Signore della Città ha chiesto il consiglio degli
illuminati Sacerdoti di R'hllor, i quali hanno asserito che ci si
doveva comportare nel seguente modo: si doveva fare voto assoluto di
silenzio, e vivere in completo isolamento salvo le preghiere del
mattino al Signore della Luce. Neppure si poteva guardare la propria
immagine riflessa. Se qualcuno si rendeva conto di essere malato (e
l'unico modo per farlo era scoprire di avere le macchie sulla pelle),
doveva recarsi immediatamente al tempio per essere purificato. Voi mi
capirete, nobili signori, se vi dico che l'oracolo dei sacerdoti ci era
apparso ben oscuro... Come era possibile capire di essere malati, se si
era fatto voto di silenzio e la malattia non era percettibile al tatto?
Eppure, a corte, sapendo che c'era sicuramente almeno un malato, dopo
ventitre giorni passati senza che nessuno si recasse al tempo, il
ventiquattresimo giorno tutti, e solo i malati, hanno volontariamente
preso la strada per la Dimora del Signore della Luce. Ora sappiamo che
sono in buone mani, e presto potranno tornare da noi. In effetti, ora
la corte del Signore della Città è un po' spoglia, ci sono solo
trentadue persone contro le abituali..."
"Cinquantasei!" esclama ser Jaime Lannister a mezza voce, quasi assorto nei propri pensieri.
"Siete
stato molto sagace, mio signore!" esclama il conte Voldan, visibilmente
ammirato, rivolto verso il biondo uomo in armatura bianca. "A Westeros
dunque non conta solo il sangue, nella nobiltà, ma anche il valore e
l'intelligenza godono di pregio. I marinai della Ali d'Argento mi hanno già informato delle vostre ricerche. Purtroppo non è approdata nessuna nave chiamata Ser Tygett,
ma voi sapete meglio di me quanto sia facile camuffare il nome di una
nave. Tuttavia forse le notizie che posso offrirvi potranno esservi
d'aiuto: pare che alcuni capitani della Compagnia Dorata e dei Corvi
della Tempesta, le famose compagnie mercenarie, si siano recati in
città da circa una settimana, e ancora non se ne siano allontanate. Non
so se questa informazione ha a che vedere con al vostra ricerca, ma
temo sia tutto ciò che sono in grado di dirvi. Oh, guardate, il porto!
Siamo arrivati, miei nobili signori!"
"Mio signore Voldan,"
interviene ancora ser Jaime, "di fronte a voi, se non conoscete appieno
gli usi di Westeros, avete la principessa Rhaenys Targaryen, una dama
di sangue reale. Con lei, assieme al fiore della nobiltà del reame,
sono presenti due membri della Guardia Reale, tra cui ser Viserys,
fratello stesso del re. La nostra vita è consacrata alla protezione
della famiglia reale, non possiamo accettare di scendere disarmati a
Myr."
"La principessa... Mia signora, imploro il vostro perdono per
non avervi riconosciuta. Da noi nelle Città Libere i tratti valiryani
sono di certo più comuni che nelle Terre del Tramonto, avrei dovuto
pensare immediatamente che le vostre fattezze vi rendevano
immediatamente riconoscibile come appartenente alla famiglia Targaryen!
E lo stesso per voi, cavaliere" aggiunge il conte rivolgendosi a
Viserys. "In questo caso, credo non si possa fare altrimenti: lungi da
me scatenare le ire della famiglia reale: ser Jaime e ser Viserys
potranno tenere con sé le loro armi. E farò di più: vi assegnerò venti
delle mie migliori guardie affinché vi facciano da scorta durante la
vostra permanenza in città. Per ogni cosa, sentitevi liberi di agire
secondo i vostri scopi, purché non siano in conflitto con la nostra
amata città. Immagino che, prima di sbrigare i vostri affari, vorrete
ristorarvi: ho fatto preparare delle stanze a Palazzo Voldan, la
magione della mia famiglia."
Palazzo Voldan è un lussuoso
edificio che sorge su una delle due alture principali di Myr, ampio e
spazioso. È circondato da altre residenze nobiliari, e il panorama, che
racchiude in un unico colpo d'occhio il mare e le guglie dei numerosi
templi della città, è da mozzare il fiato. Le stanze sono comode e
accoglienti, la servitù impeccabile.
È
solo il mattino successivo che il gruppo riesce a liberarsi dalla
costante presenza del conte, richiamato al palazzo del Signore della
Città, per svolgere le proprie indagini. I nobili westerosiani
attraversano tutta Myr, da casa Voldan al palazzo signorile, dal
vecchio palazzo Roden a casa Fell fino alla locanda dell'Oro della
Verità... ma le indagini si rivelano infruttuose. Né i tentativi svolti
di persona, né le indagini svolte tramite i marinai delle nave portano
a risultati concreti. Tutti sono convinti che i capitani mercenari si
trovino in città, molti affermano di averli visti, chi al porto, chi in
qualche locanda, chi nei quartieri nobiliari, ma nessuno sa affermare
con certezza dove alloggino, e men che meno quali siano i loro scopi.
Quanto alla nave Ser Tygett, non se he trova traccia né al porto, né
nei registri navali. Sono diverse le navi che hanno nomi tipicamente
westerosiani, ma tutte si rivelano essere innocue imbarcazioni
mercantili.
A sera inoltrata, al ritorno a palazzo Voldan, un
servitore del conte prende da parte lord Connington: "Mio signore, il
mio padrone mi ha ordinato di riferivi questo messaggio." Il tono
diventa quello di una persona che ripete qualcosa a memoria. "So che
avete svolto diverse indagini per scoprire qualcosa sulle compagnie
mercenarie e sulla presenza della nave che a quanto pare stavate
inseguendo. Ebbene, perdonatemi l'ardire, ma mi sono permesso di
svolgere anche io qualche ricerca per vostro conto. Purtroppo non posso
esservi di alcun aiuto per quanto riguarda la vostra ricerca sulla
nave, ma forse posse rendermi utile sulle compagnie mercenarie."
Dicendo questo, il servitore pone nelle mani di Connington una
pergamena, aggiungendo: "Il mio padrone ha detto che è stato costretto
non mettere esplicitamente su pergamena informazioni potenzialmente
pericolose, ma che non avrete alcun problema a comprenderle e ad agire
per il meglio."
Una
volta uscito il servitore, tutti accorrono accanto a lord Connington
nel vano tentativo di decifrare la pergamena: il testo, tuttavia, pare
fin troppo intricato. I presenti iniziano a fare congetture, qualcuno
borbotta qualche ipotesi o suggerimento, qualcun altro prende carta ed
inchiostro, ricopia il testo ed inizia a tracciarvi delle linee... Ben
presto sulle labbra di alcuni iniziano ad apparire parole sparse,
finché qualcuno può leggere il testo.
"Ecco qua: Cinque capitani dei
Corvi della Tempesta sono arrivati in città da quattro giorni. Il
comandante della Compagnia Dorata è arrivato solo ieri insieme alla sua
guardia del corpo. Un giovane uomo di Westeros, un cavaliere
dell'Altopiano, che indossa un mantello con le farfalle, negli ultimi
giorni ha parlato con ognuno di loro. Oggi è giunto a Myr anche uno
straniero grasso, barbuto e profumato. Egli è ospite a palazzo Roden.
Si dice che questi nove uomini si incontreranno là questa notte. Cosa
ne dite?", dice Jon Arryn.
"Barbuto, grasso e profumato", lo corregge lord Connington. "Ora vedo anch'io la soluzione".
"Ma come avete fatto?", chiede ser Loras esterrefatto.
"Non
è stato difficile", inizia a spiegare il signore del Nido dell'Aquila,
con uno sguardo di sufficienza. "Vedete? Se immaginiamo che ogni
lettera ed ogni numero si trovino all'interno di una casella, abbiamo
quattrocento caselle. Basta collegare ogni casella con una di quelle
adiacenti, in orizzontale, verticale o diagonale, fino a formare una
linea spezzata che tocchi una volta tutte le caselle senza incrociarsi
mai... ed ecco fatto!".
"D'accordo, questo vale per le lettere",
risponde Euron Greyjoy. "E mi pare che i numeri vadano sostituti con
delle altre lettere, giusto?"
"Certo che qui a Myr usano codici
abbastanza strani, se arrivano a riempire un testo di numeri inutili
solo per complicare la vita a chi deve decrittarli!", aggiunge il
principe Oberyn, stizzito.
"Ma no, certo, anche i numeri hanno un
senso!", chiarisce infine lord Arryn. "Provate ad immaginare di
riempire la tabella di una serie di rettangoli, ognuno sviluppato
attorno ad uno dei numeri. Provate ad immaginare che quel numero
rappresenti proprio il numero di caselle di cui è composto ciascun
rettangolo". Tutti gli altri lo ascoltano sbigottiti. "Vedete? Se
sommate tutti i numeri, ottenete 398: due caselle, infatti, restano
fuori. Su una di quelle caselle c'è la lettera C, sull'altra la lettera
E: sono la prima e l'ultima del nostro testo. E' una facilitazione, per
chiunque ne capisca lo schema... ma certo, capirlo è ben difficile per
chi non lo conosce", termina, con fare accondiscendente.
"Quindi... cosa diceva la frase?", chiede nuovamente lord Connington. "Cinque capitani..."
"Cinque
capitani dei Corvi della Tempesta sono arrivati in città da quattro
giorni. Il comandante della Compagnia Dorata è arrivato solo ieri
insieme alla sua guardia del corpo. Un giovane uomo di Westeros, un
cavaliere dell'Altopiano, che indossa un mantello con le farfalle,
negli ultimi giorni ha parlato con ognuno di loro. Oggi è giunto a Myr
anche uno straniero grasso, barbuto e profumato. Egli è ospite a
palazzo Roden. Si dice che questi nove uomini si incontreranno là
questa notte", recitò ser Jaime Lannister.
"Questa notte, quindi. E
un uomo dell'Altopiano", dice il lord del Grifone, meditabondo. "Ser
Loras, credo che voi avrete qualcosa da spiegare al re, al nostro
ritorno. Intanto, provate a pensare a chi potrebbe essere
quell'individuo: un mantello con le farfalle, sarà il suo stemma?".
"Miei
Lord, la Casa Tyrell è sempre stata fedele al Re ed alla Casa
Targaryen... Se davvero è implicato un uomo dell'Altopiano in questa
brutta faccenda, è oltremodo oltraggioso pensare che il nostro casato
sia complice di qualche misfatto... Come figlio di lord Mace Tyrell,
giuro solennemente di aiutarvi a proseguire l'indagine per giungere
alla verità e dimostrare l'asoluta estraneità di Casa Tyrell!",
proclama ser Loras.
"Mi compiaccio delle vostre parole, Ser... Ma
spero che a queste seguano degne azioni!", replica Jon Connington. Poi,
rivolto con fare deferente a lord Arryn, aggiunge: "Lord Arryn, i miei
complimenti per l'esauriente spiegazione: forse il re avrebbe dovuto
insistere per trattenervi a corte, quando, anni fa, avete deciso di
fare ritorno alla vostra Valle. Di certo, ora io mi aspetto da parte
vostra un consiglio su cosa fare con questi mercenari. Ci rechiamo
tutti insieme a palazzo Roden?".
Il lord supremo della Valle sembra
esitare qualche istante, poi risponde: "Non credo che sarebbe prudente:
in fondo, non abbiamo alcuna prova che là dentro si stia complottando
qualcosa a nostro danno. Piuttosto, cerchiamo di indagare sul
proprietario del palazzo, ed intanto mandiamo cinque spie per pedinare
i nove uomini prima che si riuniscano. Solo in questo modo avremo
eventualmente le informazioni necessarie per recarci poi a palazzo
Roden con fare accusatore".
"Ci rechiamo tutti insieme a palazzo Roden?".
Il
lord supremo della Valle sembra esitare qualche istante, poi risponde:
"Non credo che sarebbe prudente: in fondo, non abbiamo alcuna prova che
là dentro si stia complottando qualcosa a nostro danno. Piuttosto,
cerchiamo di indagare sul proprietario del palazzo, ed intanto mandiamo
cinque spie per pedinare i nove uomini prima che si riuniscano. Solo in
questo modo avremo eventualmente le informazioni necessarie per recarci
poi a palazzo Roden con fare accusatore".
I suoi compagni di viaggio
iniziano a discutere animatamente sulle parole di lord Arryn,
chiedendosi se la sua condotta prudente sia la più conveniente per il
bene dei Sette Regni.
Nessuno, tuttavia, pare voler contestare
l'atteggiamento dell'uomo che era riuscito ad intuire così velocemente
il significato della pergamena del conte Voldan, e tutti cominciano a
discutere di quali uomini scegliere per il ruolo di spie.
È il
principe Viserys ad interrompere le loro riflessioni. "Non credo che
tutta questa prudenza giovi a qualcuno", dice. "E' comprensibile che un
vecchio come lord Arryn scelga una via sicura e cauta, ma mi
sorprenderebbe se persone più giovani, cavalieri e pirati intendessero
seguirlo" aggiunge, facendo scorrere il suo sguardo lungo tutta la
saga. "Io non voglio mandare cinque spie a pedinare degli uomini che
probabilmente stanno complottando contro di noi, ed in sostanza
attendere ancora delle ore, se non dei giorni, prima di agire, come è
nostro preciso dovere. Voglio che siamo noi stessi ad appostarci
davanti a palazzo Roden e a farvi irruzione nel momento più propizio.
Sono certo che siete tutti d'accordo con me, in fondo".
I nobili
presenti si guardano sconcertati. Prima che qualcun altro possa
rispondere, prende la parola lord Connington. "Principe, io credo che
la condotta suggerita da lord Arryn sia quella migliore, nella nostra
condizione attuale: nonostante le vostre granitiche certezze, noi non
sappiamo affatto chi siano o cosa vogliano quelle persone". Il signore
di Cava del Grifone si guarda intorno e poi aggiunge, come per
dissipare gli ultimi dubbi: "D'altra parte, vi ricordo che sono io ad
avere il comando di questa spedizione, per volontà del re". Il mormorio
che si era levato per un attimo cessa: è chiaro che nessuno avrebbe
contestato volentieri l'autorità di Jon Connington.
Nessuno, salvo,
nuovamente, il principe Viserys, che replica stizzito: "Siete il
comandante della spedizione? Ma bene! Tuttavia, mio caro lord Jon,
credo che nessuno, qui, possa dare degli ordini a me, poiché nessuno di
voi ha un rango superiore al mio: in questa stanza in effetti non vedo
nessun re, nessun erede al trono" soggiunse, guardando di sfuggita la
nipote, "né il comandante della Guardia Reale... e neppure il Primo
Cavaliere, nonostante voi da anni fingiate molto bene di avere
quell'autorità. Io sono un principe di sangue reale, e decido da solo
le mie azioni!".
A queste parole, lo sguardo di Connington diviene
gelido. "Ebbene, principe reale", dice, "noi tutti faremo quanto
indicato da lord Arryn. E voi cosa intendete fare?".
"Mi apposterò davanti a palazzo Roden e vi farò irruzione anche da solo, se necessario!".
"Principe,
scendete a più miti consigli, vi prego!", continua Connington, con un
tono ora accomodante. "Non sappiamo nulla di palazzo Roden. La nostra
guida, il conte Voldan, non si è più vista dal nostro ritorno. E,
permettetemi di dirlo, sarebbe veramente sventato da parte vostra
presentarvi davanti a palazzo Roden da solo: con i vostri capelli, il
colore dei vostri occhi ed il vostro mantello nessuno potrebbe essere
indotto in errore sulla vostra identità... tanto meno un westerosiano,
come pare sia uno degli uomini che si riuniranno lì".
"Vi faccio
notare che nelle Città Libere i miei tratti non sono così unici come
credete: qui l'antica nobiltà valyriana è spesso sopravvissuta! Quanto
al resto, prenderò con me un paio degli uomini che il conte ci ha
affidato, se questo vi fa sentire più tranquillo. Ed è chiaro che, se
veramente i nostri nemici si riuniranno a palazzo Roden, anche le
vostre spie mi raggiungeranno: di certo gli intriganti non si aspettano
un attacco, quindi l'effetto sorpresa dovrebbe essere dalla nostra
parte. La mia decisione è ormai presa".
Dopo l'uscita di scena
del principe Viserys, i nobili scelgono le cinque spie: pensano
appositamente ad un myriano dai capelli argentei, per rendere meno
riconoscibile il principe Viserys, e poi quattro uomini della scorta
che li aveva accompagnati fin da Approdo del Re.
Inviati questi
uomini a compiere la loro missione, anche il gruppo decide di uscire
nuovamente da casa Voldan, per cercare in città delle informazioni su
palazzo Roden. Percorrono le strade e le piazze di Myr, incontrando di
nuovo alcune delle persone che già avevano visto quel pomeriggio,
frequentando gli stessi ostelli e le stesse locande, ma questa volta
sono più fortunati.
Palazzo Roden è infatti una costruzione famosa,
a Myr: situata poco fuori dalla città, era appartenuta un tempo ai suoi
Signori, per poi essere assegnata ad una famiglia della nobiltà locale,
i Roden, appunto, da cui il palazzo aveva preso nome. Nel giro di pochi
decenni, tuttavia, il conte Roden era caduto in disgrazia ed era stato
costretto a vendere tutte le proprietà di famiglia. Palazzo Roden era
allora stato acquistato dall'arconte di Tyrosh, che tuttavia non lo
aveva mai utilizzato direttamente: salvo i brevi periodi di presenza a
Myr degli ambasciatori della sua città, egli lo aveva infatti sempre
concesso in affitto ad emissari di tutte le altre Città Libere... con
grande generosità, senza dubbio, ma anche a grande prezzo. Nessuno
tuttavia sapeva mai bene chi fosse di volta in volta l'ospite del
palazzo.
Senza riuscire a valutare l'effettiva importanza delle
informazioni così raccolte, i nobili tornano ancora una volta a casa
Voldan quando era ormai notte.
È il conte Voldan stesso ad accoglierli con sollecitudine.
"Mi
hanno detto i miei servitori come avete passato la vostra giornata.
Siete riusciti a leggere il biglietto che vi avevo lasciato? Era
convinto che vi avrei trovato a palazzo Roden, non qui", disse.
"Lo
abbiamo letto, sì", rispose lord Connington, "ma abbiamo ritenuto che
non sarebbe stato prudente recarci direttamente lì, senza sapere nulla
di esso e dei suoi abitanti".
"Capisco", ribattè il conte. "Il mio
Signore ha pensato diversamene, a dire il vero. Prima non mi avete
trovato perché ero andato a riferire a lui le stesse informazioni che
avevo raccolto per voi: ed il Signore della città, nella sua infinita
saggezza, ha ritenuto che fosse doveroso presentarsi a palazzo Roden
per ottenere certe spiegazioni dalle persone che si stavano riunendo
lì. Purtroppo il suo manipolo di uomini è stato attaccato fuori dal
palazzo da un gruppo di individui armati", spiega. "Figuratevi che mi
hanno raccontato che uno di loro ha cercato di difendersi dicendo di
essere il principe Viserys!", aggiunse, ridendo.
I nobili westerosiani si guardano l'un l'altro, allibiti.
"Conte,
non so nulla di questo episodio, ma il principe Viserys era appostato
davanti a palazzo Roden, nella speranza di farvi irruzione. Dobbiamo
preoccuparci per lui?", chiede a quel punto Connington, ansioso.
"State
dicendo che quel tizio poteva essere davvero il vostro principe? E
perché diamine Viserys avrebbe attaccato i soldati Myriani?", si chiede
Voldan, aggrottando la fronte. "Se veramente le cose sono andate così,
non sono certo che voi sarete ben accetti ancora a lungo qui a Myr. In
ogni caso, c'è un solo modo per appurare velocemente come si sono
svolti i fatti: uno degli uomini della mia scorta faceva parte del
manipolo. Lo interrogheremo".
Soldato: Da dietro la siepe sono usciti otto uomini.
Voldan: Erano armati?
Soldato: Due avevano le spade sguainate. Poi c’erano due lance, un uomo aveva un coltello, un altro una fionda.
Connington: Quindi voi avete attaccato anche degli uomini disarmati!
Soldato: Beh, sì, ma loro sono fuggiti subito.
Connington: C’era un uomo dai tratti valyriani?
Soldato: Ce n’erano due, a dire il vero, ma uno poi è fuggito.
Voldan: Ne sono fuggiti altri?
Soldato:
Quando il comandante ci ha dato l’ordine di caricare, tre di loro se la
solo data a gambe. Gli altri hanno provato a combattere, ma sono tutti
rimasti feriti.
Connington: Era grave la ferita dell’uomo dai tratti valyriani?
Soldato:
Non so dirvelo, la situazione era molto confusa. Posso dirvi che l’uomo
che chiamavano Pate, che di sicuro non indossava la nostra divisa, è
stato ferito ad una mano.
Voldan: Beh, è un po’ poco. Non ricordi altro?
Soldato:
Sì: il rossiccio ha una contusione alla testa. L’uomo col coltello è
stato ferito al braccio; Quello grande e grosso ad una gamba.
Voldan: C’erano altre persone alte?
Soldato: Di sicuro c’era un uomo alto e magro che portava la spada.
Voldan: E l’altra spada era fuggita?
Soldato: No, una ce l’aveva l’uomo col mantello bianco, l’altra quello col mantello marrone.
Connington: L'uomo col mantello bianco com'era?
Soldato: Di certo non molto alto.
Voldan: E gli altri mantelli di che colore erano?
Soldato: C’era un tizio basso e muscoloso che indossava un mantello verde.
Connington: Il principe era insieme a due myriani, un uomo biondo e ad uno moro. C’erano?
Soldato:
Di sicuro c’era un uomo dai capelli neri. Lo chiamavano Meros, che è un
nome myriano, ma aveva il mantello rosso, non la nostra divisa.
Voldan: Erano entrambi lancieri. Le lance sono rimaste lì?
Soldato: Una ce l’aveva l’uomo coi capelli neri, l’altra uno coi capelli argentei.
Connington: C’era anche un uomo di nome Jate?
Soldato: Chiamavano così quello con la fionda.
Connington: E Berry?
Soldato: Berry? Quello basso e grasso? Sì, c’era, aveva i capelli grigi.
Connington: Era il più basso del gruppo?
Soldato: Non saprei, anche Pate era basso e magro.
Connington: E questo Pate era l’unico uomo magro?
Soldato: Beh, di sicuro l’uomo coi capelli castani era magro.
Voldan: Ma alla fine dei conti, c'è qualche ferito grave?
Soldato: solo l'uomo con lo squarcio nel petto, signore.
Connington:
E’ chiaro che su una delle risposte vi siete sbagliato, ma se le altre
sono corrette il principe ha preso almeno qualcuna delle precauzioni
che gli avevamo raccomandato. Purtroppo, non pare che sia stato
abbastanza saggio da evitare le rogne con le guardie, o almeno di
fuggire.
Voldan: quindi il vostro principe è rimasto ferito?
Connington:
di sicuro, anche se non sono certo di aver capito come siano stati
feriti i nostri uomini... più che altro non è molto chiaro com'erano
vestiti. Voi cosa ne pensate, miei signori?
I nobili presenti si mettono a rimuginare, borbottando qualcosa.
"Sappiamo che il principe ha i capelli argentei..." commenta Jon Snow.
"Ma quale precauzione avrebbe preso?" chiede lord Stannis Baratheon.
"Di certo non indossava il mantello bianco. Non è una gran precauzione, temo", prova a rispondere Euron Greyjoy.
Ben
presto, una voce si leva sulle altre. "Temo che il nostro principe sia
rimasto ferito gravemente, miei signori", dice ser Brynden Tully. "O
almeno, è così se le informazioni dell'armigero sono corrette".
"E' così?", chiede Voldan al suo uomo. "L'uomo ferito al petto aveva i capelli argentei?".
"Sì, mio signore".
"Indossava un mantello marrone?", chiede il Pesce Nero, per verificare che la sua soluzione fosse esatta.
"Sì... mi pare di sì".
Tutti
si guardano sgomenti. Era il principe Viserys l'uomo altro e magro. Era
il principe Viserys che era uscito dalla siepe spada in mano. Era il
principe Viserys, dunque, l'uomo dal mantello marrone che si era
guadagnato nello scontro un profondo squarcio al petto.
"Non c'è
tempo da perdere", dice ser Brynden, riscuotendosi. "Dobbiamo recarci
al più presto a parlare con il principe: dobbiamo sapere come sta e
capire come sono andate le cose!".
"Avete ragione, ser", risponde lord Connington, riprendendo il controllo della situazione. "Conte, voi potete aiutarci?".
Il conte Voldan appare in chiaro imbarazzo di fronte alla richiesta dei nobili westerosiani.
"Non
ho idea del motivo del comportamento scriteriato del vostro principe,
signori", dice. "Ciò che so, è che tutti i feriti sono ora prigionieri
del Signore di Myr".
"Beh, ma allora potremo chiedere al Signore di
farci parlare con il principe! Voi non avete l'autorità per darci un
simile permesso?", chiede ser Brynden.
"Io no di certo, cavaliere",
risponde Voldan, rammaricato. "E nessun altro, temo", continuò, facendo
girare lo sguardo tra tutti i presenti. "Stavo per dirvelo. Dopo
l'episodio avvenuto davanti a palazzo Roden, il Signore è partito con
un manipolo di uomini. Non ci aspettiamo il suo ritorno prima di una
settimana".
"Ma... è partito per dove?", chiede lord Connington. Voldan, tuttavia, non pare intenzionato a rispondere, questa volta.
"Avrà pur lasciato qualcuno al governo della città!", prorompe ser Imry Florent.
"Ma
certo: il suo plenipotenziario in città, ora, è il conte Nylos Bauman.
Domani potrete tentare di parlare con lui", risponde il conte Voldan,
con aria scettica.
L'indomani mattina, la delegazione westerosiana si reca al palazzo signorile, con la guida di Voldan.
Il
conte Bauman, tuttavia, rifiuta di riceverli per tutta la mattina. Il
pomeriggio tornano a palazzo, ma il conte Bauman fa annunciare loro di
essere troppo impegnato per riceverli.
Passa un altro giorno prima che, finalmente, il plenipotenziario acconsenta a parlare con loro.
Si trovano davanti ad un uomo molto grasso, seduto su un alto scranno da cui può dominare l'intera sala signorile.
"Conte
Nylos, ecco gli stranieri che da qualche giorno mi onoro di ospitare",
dice Voldan con un leggero inchino. Bauman fa un veloce gesto
sprezzante con una mano, indicando così a Voldan di tacere e di fare
parlare al suo posto gli ospiti.
Lord Connington china la testa in segno di rispetto, poi prende la parola. La sua voce è tesa ed ai limiti della collera.
"Conte,
come avrete saputo dal vostro collega, il conte Voldan, nutriamo il
forte sospetto che il principe Viserys - fratello del sovrano dei Sette
Regni, nonché cavaliere della Guardia Reale", precisa il lord del
grifone con puntiglio, "sia prigioniero nelle vostre segrete".
"Segrete?",
chiede Bauman, con fare infastidito. "Noi non abbiamo segrete". I
nobili westerosiani si guardano costernati. "I nostri prigionieri
vengono giustiziati, nella maggior parte dei casi", aggiunge, a mo' di
commento.
"Ma non è questo il caso", dice Voldan, intervenendo. "Parlano di uno degli uomini di palazzo Roden".
"Ah, quelli", commenta Bauman, sprezzante. "Quelli sono ancora a palazzo Roden. Vivi, a quel che mi risulta".
"Abbiamo
saputo che il nostro principe è rimasto gravemente ferito nello
scontro", continua Connington, sollevato. "Vi chiediamo quindi il
permesso di parlare con lui".
"Impossibile", risponde Bauman,
reciso. "Quegli uomini sono dei cospiratori". Poi aggiunge, con un tono
più animato: "Anzi, gli unici feriti sono quelli che hanno attaccato il
nostro Signore! E voi vorreste vederli! Se fosse per me, sarebbero
stati giustiziati seduta stante!".
"Vi rendete conto, spero, della gravità delle vostre accuse", risponde Connington, gelido.
"E
voi vi rendete conto, spero", dice Bauman, con tono arrogante, "della
precarietà della vostra posizione qui a Myr. Non so per quale strano
motivo Voldan abbia continuato ad ospitarvi...", continua; poi,
rivolgendosi al collega, aggiunse: "...ma credo che sia ora che questa
situazione finisca. Meros, questi colleghi di cospiratori non sono più
graditi a Myr. Ti ordino di cacciarli da casa tua!".
L'ordine colpisce tutti come uno schiaffo, ma Voldan rompe subito il silenzio.
"D'accordo,
Nylos. Oggi stesso saranno fuori da casa mia, se questi sono i tuoi
ordini", dice. "Ma per evitare un grave incidente diplomatico, credo
sia giusto consentire loro di parlare con l'uomo che ritengono essere
il loro principe".
"Impossibile", ripete Bauman, irritato. "Lo sai
anche tu: il Signore ha ordinato che i prigionieri resteranno confinati
a palazzo Roden e non potranno parlare con nessuno fino al suo ritorno".
"Ma
Nylos, il Signore non sospettava neppure che uno di quegli uomini
potesse essere veramente di sangue reale. Non trovi che questo cambi un
po' le cose?", chiede Voldan.
"Non trovo, Meros. Gli ordini sono
ordini: tu sai benissimo che io non posso e non voglio discutere né
trasgredire agli ordini del nostro Signore. Gli ordini vanno eseguiti
alla lettera!", risponde Bauman, piccato.
"Alla lettera", sottolinea
Voldan, con calma. "Sono d'accordo con te. Quindi è un ordine del
nostro Signore la cacciata da Myr dei westerosiani, devo dedurre",
commenta poi, trionfante.
Bauman lo guarda, la fronte imperlata di sudore. Poi solleva una mano, in segno di congedo.
"Gli stranieri resteranno", dice, flemmatico. "Ma non ti sognare più di portare questa feccia al mio cospetto".
Il
gruppo dei nobili westerosiani fa dunque ritorno a casa Voldan, sapendo
che sarebbe dovuto rimanere a Myr almeno fino al ritorno del Signore.
Le conversazioni con lui, tuttavia, cessano da allora. I westerosiani
passano le giornate in giro per Myr, tutti insieme o separatamente,
alla ricerca di informazioni sullo stato di salute del principe
Viserys, sui mercenari, sulla cospirazione, o almeno sulla meta del
Signore. Voldan, invece, fa rientro a casa solo raramente, e anche
quelle poche volte non rivolge parola ai suoi ospiti. E' chiaro a tutti
che la loro permanenza a Myr è legata ad una lotta di potere dei due
conti, non certo ad una vera e propria amicizia da parte di Voldan.
Sono
ormai passati vari giorni dal loro arrivo a Myr quando ser Imry
Florent, di ritorno dal porto, consegna un plico a lord Connington.
Questi riunisce tutti i compagni, ed apre al loro cospetto le lettere
che gli sono giunte. Si tratta di tre pergamene, giunte con l'ultima
nave approdata lì dalla capitale dei Sette Regni. Nel leggerle, il
signore di Cava del Grifone aggrotta la fronte, dispiaciuto.
"Abbiamo
delle notizie da Approdo del Re", dice. "Gravi notizie". Tutti lo
guardarono, in preoccupata attesa. "Pare che la missione a Luce
Solitaria non sia cominciata sotto i migliori auspici. Già nel breve
viaggio che separava la Myriah di Dorne dalla sua prima tappa,
la nave è stata colta da una tempesta", continua Connington, con fare
grave. "La nave ha poi ritrovato la rotta, ma è arrivata a Vecchia
Città con un uomo in meno", disse. Poi soggiunge, posando lo sguardo su
lord Stannis Baratheon: "Lord Stannis, vi porgo le condoglianze mie e
quelle di re Rhaegar, che ve le trasmette mio tramite. Vostro fratello
è morto".
Per un momento pare che nessuno abbia ben capito la
notizia, ma poi lord Connington fa passare tra i presenti la prima
pergamena: si tratta di una scarna lettera del Gran Maestro Pycelle,
che trasmetteva loro la notizia della morte di ser Renly Baratheon con
l'informazione della costernazione di re Rhaegar.
"Lord Mooton mi
comunica che re Rhaegar si è messo subito alla ricerca di un cavaliere
che possa sostituire ser Renly nelle fila della Guardia Reale",
continua Connington, scorrendo il secondo rotolo di pergamena. "Pare
che sia in attesa di un consiglio, tuttavia. E che se lo aspetti da
parte mia", insiste. "Signori, ormai siamo in viaggio da molto tempo,
insieme, ed ho acquisito ogni giorno di più maggiore fiducia in voi.
Soprattutto in alcuni di voi", aggiunge, facendo scorrere lo sguardo su
tutti i presenti. "Spero quindi che a vostra volta vorrete consigliarmi
su questo punto: mi aspetto che chi vorrà, tra di voi, mi proponga il
nome di un nuovo cavaliere per la Guardia Reale. Io, da parte mia, mi
impegno a fare al re il nome del cavaliere che mi sembrerà il più
meritevole tra quelli da voi indicati, prima di pensare ad un nome io
stesso".
Connington riprende il rotolo di pergamena proveniente da lord Mooton e continua a scorrerlo.
"Purtroppo,
pare che questa non sia l'unica ferale notizia proveniente dai Sette
Regni. Vostra nonna è molto malata, ser", disse, rivolgendosi ora a ser
Loras Tyrell. "Mi chiedo se riusciremo a vederla ancora viva, una volta
tornata. E' anziana, ma senza dubbio la sua morte sarebbe una
gravissima perdita per tutti noi... e soprattutto per la casa Tyrell,
ora che, come mi si riferisce, vostro padre ha litigato con il re...
Visto che Mooton non si dilunga in merito, penso non si tratti di nulla
più che un semplice screzio. Altre cose... A proposito di fidanzamenti:
pare che anche su questo fronte ci siano state delle novità. Lord Tarly
unirà la propria casata con quella di lord Manderly, tramite il
matrimonio tra Dickon e Wylla. E pare che ser Donnel Swann...".
Connington si interruppe, poi guarda il volto del principe Oberyn
Martell, quindi continua: "...abbia chiesto la mano di vostra figlia
Tyene. Devo farvi le congratulazioni?".
EDIT: Dato che alcuni lo hanno chiesto, inserisco anche la soluzione completa dell'enigma, che dal testo manca:
Una
decina di giorni dopo, finalmente, un messaggero del conte Voldan si
presenta di mattina al cospetto di lord Connington e dei suoi nobili
accompagnatori westerosiani, con la notizia che il Signore di Myr è
tornato in città ed ha acconsentito a riceverli quella mattina stessa.
Il gruppo si ripresenta dunque al palazzo di Myr.
Sull'alto
scranno, questa volta, siede un uomo diverso, che è facile identificare
come il Signore di Myr. Accanto a lui, in piedi, stanno i suoi più
stretti collaboratori, il conte Meros Voldan ed il conte Nylos Bauman.
"Ecco gli stranieri, mio signore", li presenta Voldan, glaciale.
"Gli stranieri provenienti da Westeros, dunque", diee il Signore, flemmatico. "Cosa volete da me?"
Jon
Connington, con un leggero inchino, risponde: "Abbiamo scoperto che il
principe Viserys Targayen, fratello del nostro amato re, oltre che
cavaliere della sua Guardia Reale, è rimasto ferito in uno scontro con
i vostri uomini. Vorremmo avere il permesso di vederlo e parlare con
lui, anche per chiarire quello che sono certo è stato solo un
increscioso equivoco...".
"State parlando dei prigionieri di palazzo
Roden, immagino. Bene, non ho un gran voglia di peggiorare
ulteriormente l'incidente diplomatico che si è creato con il vostro
potente reame. Quegli uomini ci hanno attaccati, ma certo, se si fosse
trattato di un complotto contro di noi, come hanno pensato i miei
uomini, non avreste mandato il vostro principe al macello. Forse si è
realmente trattato di un equivoco, dopo tutto. Di certo, non è mia
intenzione negarvi la possibilità di parlare con il principe.
Ciononostante, miei signori", continua il Signore di Myr, alzandosi
irritualmente dal suo scranno e spolverando la sua veste, "questi
incidenti non nascerebbero se gli onorevoli ospiti ricordassero sempre
di essere, per l'appunto, degli ospiti... e dunque collaborassero con
le autorità, anziché cercare di compiere da soli infruttuose indagini,
e poi se ne andassero - volontariamente, di certo - non appena esaurito
il loro compito. Andate a trovare il vostro principe, dunque, chiarendo
l'equivoco, se vi è stato, e portatevelo via... il più lontano
possibile da Myr. Per favore", conclude il Signore, abbandonando la
sala con noncuranza.
Voldan scende dalla piattaforma su cui si trovava e raggiunge i nobili westerosiani.
"Dove si trova il principe?", chiede prontamente lord Connington, cercando di recuperare la propria compostezza.
"A
palazzo Roden, dovreste saperlo", risponde Voldan. "Non ci ho messo
piede dopo quell'increscioso episodio, quindi non so dove, di preciso,
siano tenuti i prigionieri. Mi risulta che siano tutti insieme, nella
stessa stanza. Palazzo Roden è formato da una miriade di stanze
quadrate tutte uguali quanto a dimensioni, un vero e proprio labirinto:
ogni stanza è raggiungibile, in qualche modo, ma spesso i percorsi per
farlo sono tortuosi. Ne ho una piantina, ma temo che sia un po'
particolare. L'ingresso è nell'angolo in alto a sinistra, e l'uscita
sul retro nell'angolo in basso a destra. I prigionieri si trovano nella
Sala delle Rose. Non vi posso accompagnare ma è semplice: dirigendosi
verso l'uscita attraversando il minor numero di stanze possibili, è la
ventesima che incontrerete. Ho già pronto il lasciapassare per le
guardie”.
Detto questo, Voldan consegna loro il lasciapassare ed un foglio con su scritti dei numeri.
“Ecco la piantina… o almeno, tutto quello che ho su palazzo Roden”, precisa il conte.
Ecco il testo del foglio dato loro da Voldan:
5 3 4 3 3 1 6 5 5 6 5 6 3 8
3 2 5 6 6 6 5 6 2 3 2 2 3 7
4 3 2 3 3 2 1 5 4 2 4 2 4 9
6 5 4 5 4 5 3 7 3 2 3 2 3 7
3 2 4 3 4 3 6 8 6 5 5 3 5 9
3 3 2 7 4 6 6 8 2 5 3 3 5 7
4 2 2 4 5 3 3 4 4 7 5 2 4 7
3 2 4 3 5 2 3 2 3 4 3 4 3 8
2 2 6 5 7 2 4 5 4 5 3 4 3 2
3 2 4 4 6 1 6 8 7 8 5 3 3 3
2 2 8 7 9 5 4 5 4 3 2 4 2 2
3 4 6 3 5 2 3 4 3 3 3 1 2 4
4 4 4 5 4 3 2 4 3 3 2 2 1 4
2 2 2 1 2 1 4 3 4 4 5 5 4 3
8 6 8 7 8 7 6 3 2 3 3 5 4 6
ATTENZIONE!:
Visti i problemi di server che si stanno verificando sul forum, per
evitare disparità nella pubblicazione sui forum di casata per questa
volta l’enigma e le note organizzative vengono pubblicati, uguali per
tutti, solo in questo topic.
Note organizzative
Il portavoce deve inviare la soluzione dell’enigma entro giovedì 16 gennaio, alle ore 23.00 (compreso). Anche il tempo è importante: l’ordine di arrivo delle soluzioni inciderà sulla classifica.
Oltre alla soluzione dell'enigma, dovrà essere inviata l'indicazione dell'azione che la squadra intende far compiere successivamente al gruppo degli avatar.
Infatti, fino a nuovo avviso, gli avatar si muoveranno come un gruppo
per svolgere le indagini affidate dal Re. Le azioni possono essere
compiute anche da un messo che riferisca i risultati agli avatar.
L'azione indicata dalla prima squadra che risponde correttamente sarà
eseguita dagli avatar, e la trama si svilupperà di conseguenza.
È
necessario inviare la descrizione dell'azione entro 48 ore dall'invio
della soluzione, e sempre nel rispetto della scadenza fissa del 16
gennaio.
Quanto alle comunicazioni, queste potranno avere luogo:
- a casa Voldan;
- in giro per Myr;
- al palazzo di Myr, primo o dopo il colloquio con il Signore.
Queste comunicazioni potranno essere orali, pubbliche o private verso tutti i presenti.
Solo a casa Voldan potranno essere anche segrete verso i presenti oppure scritte verso chiunque.
Si
ricorda che le comunicazioni devono recare anche la modalità, il mezzo
con cui vengono effettuate e il luogo in cui vengono effettuate. In
caso contrario, tali dettagli saranno decisi dagli organizzatori.
Gli
addetti alle comunicazioni sono invitati a consultare la lista
aggiornata dei loro colleghi (alcune squadre fanno a turni, e dunque
gli addetti possono cambiare di volta in volta).
Il prossimo enigma sarà pubblicato, salvo ritardi, il 20 gennaio.
Jon
Arryn prende il lasciapassare e la piantina dalle mani del conte.
"Conosco questo tipo di mappa: ne avevo letto la descrizione su un
vecchio libro che acquistai a caro prezzo, che narrava di usi e costumi
originali delle Città Libere. Ogni numero indica una stanza; il numero
inoltre indica quante stanze è possibile vedere restando fermi in quel
punto. Per esempio, qui c'è un 1: indica una stanza stando nella quale
è possibile vedere solo un'altra stanza. Ma non perdiamo altro tempo:
datemi un momento e presto avremo la mappa di come le stanze sono
collegate." Detto questo, Lord Jon ricostruisce velocemente lo schema
di palazzo Roden. Dopo un momento di riflessione, Jon indica la mappa
agli altri Lord: "Questo è il percorso più breve per attraversare il
palazzo, quindi la Sala delle Rose, che è la ventesima che
incontreremo, dovrebbe essere... vediamo... questa!" Dice Jon,
indicando un nove.
"Molto
bene!" Sorride Voldan. "A quanto pare non avrete bisogno di aiuto. Vi
saluto, nobili Lord. Un'ultima cosa: il nostro Signore è rimasto molto
contrariato dall'accaduto, ma in nome della pace tra Myr e Westeros, ha
deciso di darvi la libertà di agire per risolvere l'equivoco.
Dopodichè, credo sarà meglio per tutti se voi e il vostro principe
lascerete Myr appena possibile. Arrivederci."
"Grazie della vostra
disponibilità" saluta Jon. "Vi assicuro che appena possibile, lasceremo
Myr. Noi ma soprattutto il principe Viserys. Concordo con il vostro
Signore". E sparito il conte in un'altra stanza, aggiunge tra sè:
"...in effetti non vedo l'ora di lasciare questa strana città per
tornarmene al mio tranquillo Nido dell'Aquila."
"Andiamo, miei cari
Lord, abbiamo un giovane e avventato principe da salvare. Speriamo sia
cosciente, altrimenti non potrà vedere il sorriso di scherno sul volto
di questo vecchio e prudente Lord."
Detto ciò, il gruppo si affretta
a entrare a palazzo Roden. Il lasciapassare permette loro di
addentrarsi nel labirintico edificio, fino a raggiungere la Sala delle
Rose, che in verità aveva ben poco a che fare con le rose, a parte il
nome...
Nella sala il principe Viserys giace esanime a terra,
incosciente, mentre i suoi compagni di sventura guardano ai loro
liberatori increduli. Jon Snow si affretta a correre presso il principe
svenuto, per accertarsi che sia ancora in vita.
Dopo aver
ritrovato il principe, il gruppo riunito esce immediatamente da palazzo
Roden. All'ingresso, Jon Arryn si accorge che gli altri lord si stavano
automaticamente dirigendo verso il porto, quindi con enfasi dice:
"Aspettate! Non possiamo certo lasciare Myr a mani vuote! Siete davvero
certi che la collera del Signore di Myr sarebbe peggiore di quella del
nostro amato re Rheagar? Siamo qui per indagare su un grave delitto che
sembra nascondere affari ancor più loschi e gravi. Fino a prova
contraria, non possiamo fidarci troppo di nessuno nè possiamo chinare
il capo dinanzi a chiunque."
"Cosa proponi di fare, allora?" Chiede uno dei Lord, interpretando la perplessità degli altri.
"Eseguiremo
alla lettera i consigli del Signore di Myr, in modo da ottenerne il
massimo vantaggio. Il nostro principe Viserys non è più gradito qui.
Anzi, per lui questo è ora un luogo pericoloso, e non escludo che in
questo stesso momento siamo osservati da qualche spia mercenaria al
soldo di Myr. Quindi", continua Jon alzando leggermente la voce, "per
il bene della nostra casata reale, e della nostra missione, propongo
che il principe parta immediatamente per fare ritorno a Westeros, dove
saranno i nostri fidati maestri della cittadella a prendersi cura delle
sue ferite. O forse preferite prendervi la responsabilità
dell'incolumità del principe in questa terra lontana e insidiosa? Io no
di certo."
A queste parole, i Lord si dichiarano subito d'accordo.
"Noi quindi", chiede Imry Florent, "continueremo a indagare a Myr."
"E'
nostro dovere." Risponde Jon. "Ma non agiremo avventatamente: riconosco
la saggezza delle parole del Signore di Myr: collaborando con le
autorità locali, avremmo da subito evitato gli equivoci e ottenuto più
risultati. Torniamo quindi al suo palazzo per chiedere udienza. Lo
informeremo dell'immediata partenza del principe, e chiederemo la sua
collaborazione, anche al prezzo di qualche offerta diplomatica o
agevolazione commerciale da parte di Westeros. Sono certo che ne sa già
molto più di noi sull'omicidio di Lord Hoster. E ho troppi anni sulle
spalle per tornare in patria a testa bassa."
Così
il gruppo si dirige verso la Cavaliere del Drago, alla fonda al porto
di Myr. Il capitano accoglie con tutte le cure del caso il corpo
esanime del Principe Viserys. Improvvisamente il giovane spalanca gli
occhi rantolando, tira la manica della veste di seta di Connington e
gli sussurra rauco alcune brevi parole... Per poi ripiombare
nell'incoscienza.
Connington, con voce aspra, comanda al
capitano di salpare il prima possibile verso Approdo del Re, di modo
che Viserys possa ricevere le cure più adeguate dai Maestri della
Cittadella.
Dopo una breve sosta sulla Grifone Pallido, il
gruppo si reca quindi nuovamente dal Signore di Myr, deciso a trattare
in maniera diversa la questione della ricerca della nave Ser Tygett,
delle compagnie mercenarie e dello spiacevole incidente che quasi era
costato la vita al fratello del Re.
Il colloquio si dimostra fin
da subito più pacato dei precedenti, il clima maggiormente
collaborativo, e maggiori sono anche le informazioni raccolte. Il
Signore di Myr svela infatti che le sue guardie sono riuscite a
catturare qualcuno, dentro Palazzo Roden: un nobile delle Città Libere,
di Pentos, malgrado tutti i capitani delle compagnie mercenarie siano
sfuggiti.
Su richiesta di Connington, il gruppo di nobili
westerosiani ottiene il permesso di interrogare l'uomo, tenuto, come
richiede il suo rango, in un palazzo poco fuori città.
La
costruzione è isolata, una residenza nobliare di campagna appartenente
al Signore di Myr, e sorvegliata da due guardie cittadine. I
westerosiani entrano, e li accoglie un ambiente rustico e gradevole.
Secondo le indicazioni ricevute, il nobile Pentoshi si trova nella
propria stanza, e lì il gruppo si dirige.
Dopo aver aperto una
pesante porta in legno massiccio, il gruppo guidato da lord Connington
giunge quindi alla presenza del nobile prigioniero, un uomo
straordinariamente grasso, riccamente abbigliato e ornato di gioielli,
anelli, bracciali e collane. La sua barba biforcuta è tinta di un
giallo intenso, e nei suoi occhi aleggia un'espressione mista tra la
sfrontatezza e lo stupore.
Dopo un momento di perplessità e di studio, lo straniero domanda:
"Chi siete?"
"Le
domande le facc.." inizia a dire Euron Greyjoy, con fare minaccioso, ma
si interrompe al suono di rumori che paiono provenire dall'esterno.
Ser
Loras Tyrell si avvicina alla grande finestra della stanza per capire
si che si tratti, ma proprio in quel momento si odono passi concitati
all'interno della casa, e nemmeno un istante dopo la pesante porta di
legno della stanza, spinta selvaggiamente, si chiude con un tonfo.
Dalla
finestra, infine, un uomo massiccio, avvolto in un anonimo mantello
marrone, si lancia in una corsa forsennata lontano dal palazzo, verso
il centro abitato.
"Bene, sembra che ci troviamo tutti nella stessa situazione, non vi pare?" domanda il nobile Pentoshi con un sorriso.
"Lurido bast..." inizia a imprecare il Principe Oberyn.
"Calma, Principe," fa Connington. "Quest'uomo ha molte cose da raccontarci... E lo farà."
"E
forse," aggiunge sardonicamente Jon Arryn "il fatto di essere chiusi
anche noi qua dentro renderà l'interrogatorio piacevolmente lungo. Sono
certo che riusciremo a sapere tutto quello che occorre."
"Ma nel
frattempo sarà anche meglio pensare a come uscire da qui. Qualcuno deve
averci seguiti, e averci imprigionati," dice la principessa Rhaenys con
aria cupa. "Ma chi?"
"Un complotto da parte del signore di Myr?", si interroga lord Stannis Baratheon.
"Può
essere, ma può anche essere che siamo stati semplicemente seguiti. Non
sappiamo se siano state le guardie del palazzo a giocarci questo brutto
tiro, o se invece anche loro non siano vittime di qualcun altro..."
mormora ser Brynden Tully, scuotendo gravemente la testa.
"Beh, lo scopriremo," riprende Jon Snow. "Nel frattempo, date un'occhiata a questa strana serratura..."
Mio
signore, credo che a questo punto sia opportuno fare le presentazioni,
non mi pare opportuno che vi riferiate a me come a quello con la spada.
- Mentre parla così Jaime sfiora, l'impugnatura dell'arma, come a
sottolineare di essere l'unico armato nella stanza - tanto per fare un
esempio, si capisce.
Dunque io sono ser Jaime Lannister, cavaliere
della guardia reale del nostro sovrano, sua maestà il re Rhaeghar. E
voi signore, chi siete, e qual'è la vostra nobile famiglia, di grazia.
Non
sono cieco. Ma mi chiedevo come mai abbiate scatenato la sua ira. Dovrà
aver avuto un ottimo motivo per farvi rinchiudere. Mi chiedevo quale
poteva essere? Purtroppo gli eventi degli ultimi giorni non ci hanno
permesso di parlarne con lui direttamente...
Edit Importante: per problemi con il mouse ho cancellato il mio post precedente. spero non sia grave. Sorry
"Forse
lo sappiamo noi, caro Illyrio. Dovevate partecipare ad un incontro con
la compagnia dorata a Palazzo Roden. Argomenti illeciti e delicati. Ma
il Signore di Myr vi ha catturato. E' questo il motivo per cui siete
qui." Disse Jon Arryn con fare accusatore. "Ma forse possiamo aiutarci
a vicenda: vi conviene innanzitutto dirmi se sapete qualcosa riguardo
l'assassinio di Lord Hoster"
Frenando la risposta rovente riguardo la morte del fratello
"Diteci
invece della nave.Il giorno in cui è morto mio fratello, il primo
cavaliere, doveva incontrarsi al porto con qualcuno. Abbiamo imposto il
blocco su tutte le navi, ma una è riuscita ad andarsene. Forse la
conoscete, dato che myr è nella sua rotta. Si chiamava Ser tygett...voi
che ne sapete?"
Quando questi finì di parlare, Jon Snow si rivolse al Pentoshi:
"Magistro
Mopatis,il mio nome è Jon Snow e sono il Bastardo di Grande Inverno.
Volete, per favore, rivelarci di cosa dovevate discutere con il
capitano Aemon il Guercio? Magari, sapendolo, potremmo aiutarvi a
capire perchè il Signore di Myr ritiene tale incontro illecito...
Inoltre, credo che agendo insieme, tutti noi avremo più possibilità di
uscire dalla scomoda situazione attuale."
lungi
da me minacciarvi, magistro. Volevo solo esser cortese, ma sono uomo
d'arme, più adatto alla battaglia che al salone di un Lord. Son anzi
convinto che unendo le nostre forze, noi e voi si possa ottenere il
massimo beneficio. Dunque sareste così cortese da riferirci per quale
lecito motivo vi intrattenevate a palazzo Roden,intendo, quali
argomenti si dibattevano nella vostra riunione segreta e tra chi,
argomenti i cui scopi erano tanto leciti che i vostri frettolosi
convitati sono fuggiti a gambe levate appena hanno visto l'uniforme del
signore della città? senza dubbio saprete fornirci una spiegazione
soddisfacente!
"Uomo
che porta la spada", ci fu addirittura un re, o aspirante tale, con
questo nome... non porta fortuna... preferirei vi riferiste a me col
mio, mio signore.
- un sorriso amichevole si allarga sul volto di Jaime -
Vedrò
di intercedere per la vostra liberazione presso il signore di Myr. Non
vi prometto nulla, ma metterò in gioco la rete delle mie conoscenze in
città.
Tuttavia ancora ho una richiesta: visto che non potete
svelare l'argomento del contendere sono certo che sicuramente potrete
rivelarci i nomi dei convitati: d'altronde potremmo ricavare le
medesime informazioni dal signore della città e dai suoi uomini che
tanto sembra ne sappiano al riguardo. Non tradireste dunque la fiducia
di alcuno, dandoci solo anticipatamente una informazione che facilmente
potremmo ottenere tra qualche ora.
Voi signore rispondete con acredine alla mie generose profferte.
Da
uno come voi mi sarei aspettato comprendeste quante amicizie procurano
gli ori, e in che ridotto lasso di tempo per giunta! E visto che mi
conoscete molto bene saprete certo che non difetta alla mia famiglia la
liberalità con i preziosi,... nè l'appoggio ad amici ed alleati in
difficoltà d'altronde.
Come saprete che un Lannister paga sempre
i suoi debiti. Ditemi dunque, perché io possa contrarre con voi un
debito, debito che di per certo vi sarà reso, e con gli interessi, chi
fosse quel cavaliere, o, se il nome vi fosse sconosciuto, quale fosse
il suo stemma e quali i suoi tratti!
Facendosi avanti
"La
cautela con cui volete tener nascosta l'identità di questo cavaliere è
notevole. Dobbiamo dunque dedurne che siete molto legato a lui o che
sia molto più pericoloso del nostro "uomo con la spada"? Se tutto
questo ha a che vedere con la morte di mio fratello, potete comprendere
come saremo interessati a saperlo."
Perlomeno,
magistro, credo possiate rivelarci, se ne avete nozione, chi pensate
possa averci giocato un simile tiro? - indicando la porta serrata - dal
momento che ne voi ne siete vittima quanto noi, spero non abbiate
"aerei legami" anche verso costoro...
Oberyn,
che si era fino a quel momento tenuto in disparte, si rivolge ad
Illyrio, battendo ironicamente le mani: "I miei complimenti per la
vostra...devozione a questo cavaliere, mio lord...ditemi, aveva anche
la scimmia con sè?" si concede un sogghigno, lasciando un secondo per
preparare il Magistro all'arrivo della vera domanda: "Spero che avrà la
cortesia di spiegarci perchè uno sconosciuto cavaliere come ser Mark
Mullendore dell'Altopiano senta il bisogno di venire a complottare qui,
a centinaia di miglia da casa sua, con la vostra illustre
persona...visto lo sforzo deve trattarsi di qualcosa di importante,
dico bene?"
Ser
Loras, dopo aver atteso ascoltando con attenzione quell'insolito
interrogatorio, cominciava a dare segni di impazienza. Quando tutti i
convenuti capirono di essere arrivati ad un punto morto si fece avanti
, cercando di dominare il giovane ardore:< Dunqe magistro,questo
colloquio non sta rivelendosi molto fruttuoso per nessuno di
noi...Siamo qui già da qualche tempo e voi continuate a stare sulle
difensive...>. Scambiò brevi occhiate con i suoi compagni di quella
che ormai era divenuta una cella,POi avvicinandosi senza ostilità
continuò :<Siete confinato qui da più tempo di noi, e sapete cose
che sembrerebbero fondamentali per la nostra indagine,vi comportate
come se foste in superiorità schernendoci, qualcuno ha usato anche le
sue astuzie ma nessun tentativo è andato a buon fine.>"Questo mia
nonna lo farebbe cantare in dieci minuti". Dopo una pausa ad effetto
sentendosi gli occhi di tutti puntati addosso aggiunse :<Dateci
allora voi la "chiave"giusta di interpretazione...noi cerchiamo
informazioni, e voi cosa cercate? Forse anche a voi intessa sapere
qualcosa del continente, e di fronte a voi avete, appunto, molti dei
cavalieri più influenti che la mia persona conosca... Chiedete e
troveremo senz'altro un accordo>
"Forse sarebbe stato meglio agire si spada"...ma rimase solo un pensiero.
"Un
prezzo, dite. Ebbene magistro, quale sarebbe il vostro prezzo? Badate
che sia appropriato a ciò che realmente avete da offrire... Il Trono di
Spade ha una lunga memoria, e il nostro amato re Rhaegar è un
Targaryen. Sapete cosa dicono i Targaryen, vero? Fuoco e sangue. Fossi
in voi lo terrei bene a mente... Così come terrei a mente che sono qui
presenti rappresentanti di tutti i Sette Regni."
Jaime
stava studiando la strana serratura quando, all'udire di Castel
Granito, scatta in avanti, gli occhi tradiscono rabbia, scosta
rabbiosamente Lord Arryn, si fa largo e scansato il giovane Loras
prorompe in tono perentorio:
"Fate molta attenzione Magistro...
è la seconda volta che tirate in ballo Castel Granito, ed ora
aggiungete per buona misura degli insulti al mio re. Al re che ho
scelto di servire e di cui custodisco l'onore. Potrei decidere di
chiedervi soddisfazione per le vostre parole...
- Jaime stringe il pugno con rabbia -
Le
vostre ridicole accuse non fanno che confermare quanto avevamo già
chiaramente accertato. La ser Tygett non centra un bel nulla con la mia
famiglia!
E confermano anche che voi siete invischiato in questa
vicenda fino all'osso, visto che cercate di mescolare le carte, che
seminate false piste e che parlate solo per confondere e mai per
chiarire.
la vostra lealtà verso questi cospiratori è per certi
versi ammirevole... ma davvero è meritata? potrebbero aver già deciso
di scaricarvi dopo che siete stati catturato...
e se si
diffondesse la voce che ci avete messo a parte delle informazioni che
erano già in nostro possesso? - sorriso cattivo - Potrebbero pensare
male... e noi non vi proteggeremmo, dal momento che non ci avete
aiutato... mentre potreste salvarvi dall'ira del signore di Myr e da
quella dei vostri ambigui alleati se decideste di collaborare e
rivelarci più dettagliatamente gli scopi della vostra riunione.
Se
non ci aiuterete temo che dovremmo chiedere al signore di Myr di
portarvi con noi ad Approdo del Re, magari accompagnando la nostra
richiesta con generose offerte, tanto per renderla irrinunciabile.
oppure,
se questi dovesse rifiutare, potrebbero nascere delle delle voci, voci
che sussurrano che voi avete tradito i convitati, la qual cosa, unita
ad un'offerta di oro da parte nostra, una sorta di taglia, per
informazioni su Mullendore e su Aemon il Guercio, potrebbe convincere i
vostri convitati dell'opportunità di assicurarsi che certe disdicevoli
fughe di notizie non abbaino a verificarsi in futuro, magari fornendo
nel contempo un buon esempio ai loro alleati ed amici...
Non
l'avete detto voi che si tratta di gente che ama cospirare, agire
nell'ombra, e che magari è usa allacciare con i senza faccia quegli
aerei legami che tanto amate, - Jaime scimmiotta la voce di illyrio -
crediti, debiti, dragoni d'oro, promesse..."
L'interrogatorio del nobile Pentoshi ferveva, quando improvvisamente Euron Greyjoy spezza il silenzio.
"Possiamo uscire," afferma con voce tranquilla, spingendo la porta, che si apre lentamente.
Tutti si voltano verso di lui, attoniti.
"Come ci siete riuscito?", domanda Connington.
"Alla
fine era solo un giochetto di pazienza... Vedete, bastava spostare e
ruotare i pezzi della serratura in modo da far coincidere i numeri
incisi".
"Geniale...
Sono veramente ammirato!" esclama il lord di Cava del Grifone. "Ora
come ci muoviamo? Non abbiamo ancora finito con quest'uomo..."
"Continuiamo
a spremerlo," replica il pirata. "Se, come penso, qualcuno ci ha voluti
chiudere qui dentro, credo che dovremo aspettarci un attacco da un
momento all'altro. Possiamo pensare che la persona che abbiamo visto
fuggire sia andata a chiamare i suoi complici... Quindi esploreremo il
Palazzo, alla ricerca di qualche luogo dove sia possibile organizzare
una difesa degna di questo nome. Tra l'altro, vorrei anche vedere dove
si trovano le guardie del Signore di Myr... E che qualcuno si metta
alla finestra, così saremo avvertiti per tempo."
Annuendo con aria
assorta, pur senza perdere di vista Illyrio, Jon Arryn si sistema
presso la grande vetrata della stanza, scambiando un cenno di
approvazione con Euron Greyjoy.
Il Principe Oberyn Martell e Jon Snow si accodano invece al pirata mentre questi inizia a perlustrare la magione.
Ben presto i tre sono di ritorno, con sguardo cupo.
"Quali nuove?", domanda Ser Jaime Lannister.
"Le guardie sono state uccise" annuncia Jon, con voce tesa.
"Una
non ha nemmeno avuto il tempo di estrarre le armi, è stata uccisa da un
colpo alle spalle prima ancora di rendersi conto di cosa le stesse
capitando", spiega Oberyn.
"La seconda" conclude Euron, "deve aver
tentato qualcosa in più, ma non ha avuto miglior fortuna. Arryn, quali
nuove dalla finestra?"
"Niente, Grejoy, niente", scuote la testa il vecchio.
"E
questo palazzo è quanto di peggio si possa pensare di avere come
fortino da difendere" continua il pirata. "Bene, credo che dovremo
rivedere la nostra strategia: ormai, chiunque sarebbe potuto andare in
città e tornare indietro ad assalirci; evidentemente, lo scopo di
chiunque ci abbia chiusi qui dentro era metterci fuori causa... Lo
sorprenderemo, allora!" un sorriso si allarga sul suo volto.
"E di
lui che ne facciamo?" domanda ser Jaime, indicando il magistro, che
saettava con gli occhi dall'uno all'altro dei westerosiani.
"Portiamolo con noi," risponde Connington, corrucciato. "Sarà la nostra moneta di scambio, nel caso serva."
"E non si sa mai," conclude Oberyn allegramente "che l'aria di una bella passeggiata lo convinca ad essere più collaborativo..."
Magistro,
offendete la mia intelligenza sminuendovi in questa maniera. Sono certo
che voi, essendo addentro alla cosa, ed è bene ricordare - continua
Jaime voltandosi e rivolgendosi agli astanti, in particolare a
Connington - che la "cosa" è un complotto contro la corona, contro il
nostro re!
voi dicevo sappiate benissimo cosa possa interessarci o meno.
tuttavia,
visto che insistete nel recitare questa parte che vi siete scritto, vi
rammenterò due o tre dettagli che credo siano centrali, e su cui
vorremmo da voi delle risposte:
Avete idea di chi possa essere
il mandante di ser Mullendore. Un uomo della vostra sagacia non potrà
non avere notato che le finanze dei Mullendore non sono certo tali da
poter assoldare un esercito di mercenari...
[segue nel prossimo post, dopo la risposta del magistro]
Bene,
voglio credervi mio signore. Anche perchè sono certo conveniate che
avete tutto da guadagnare collaborando. Ma continuiamo:
avete
affermato che gli affari dei convitati si svolgeranno lontano da Myr, e
che addirittura ciò è palese e noto anche al signore della città: bene,
parlateci di questi luoghi, di dove dovranno esser condotte le armate
mercenarie e per quali vie con quali mezzi, o se questi dettagli non
fossero stati palesati dove i cospiratori si siano dati appuntamento
per rivedersi
[segue nel prossimo post, dopo la risposta del magistro]
oltre il mare stretto dunque... Ma...
avete
parlato di conio e di promesse. Cosa vi stato offerto, da chi dei
partecipanti. E quale conio vi è stato consegnato: dragoni del
continente occidentale, dragoni di re Rhaegar o di re aeris? O magari
si parlava di dragoni intendo conio... più antiche monete forse, o
ancora danari delle città libere...?
Come vedete non mancano le cose che potreste rivelarci.
Jon
Snow, dopo essere rientrato nella cella al seguito di Euron Greyjoy,
aveva ascoltato senza intervenire fino a quel momento.Quando lo
Sterminatore di Re finì di parlare, gli si affiancò e si rivolse al
pingue pentoshi.
“'Magistro Illiryo” , disse, mentre il suo viso assunse un'espressione imperturbabile,
“Vi
prego di non dar peso ai modi rudi ed irrispettosi con cui vi abbiamo
trattato sin ora. Sappiate che sono dettati unicamente dalla situazione
contingente: questa faccenda si sta trascinando da presso una scia di
sangue che noi vorremmo fermare. Non da ultimo il Principe Viserys,
fratello del nostro amato re, che giace gravemente ferito dopo gli
scontri a Palazzo Roden.”
La sua voce non tradiva emozione
alcuna, il tono al contempo determinato e calmo, pareva quasi
rilassato. Mentre i suoi occhi grigi e profondi scrutavano il viso
paonazzo dell'uomo continuò,
“Mi chiedevo, tuttavia, se poteste
soddisfare una mia piccola curiosità: noi tutti sappiamo che l’incontro
è stato interrotto; ciò che vorrei sapere da voi è chi fu a
interromperlo, se il nostro avventato principe Viserys o la guardia
cittadina.”
mi
scuso per aver formulato una domanda dalla risposta sì triviale
magistro, ma purtroppo non sono esperto di commerci e di valute. Sono
però edotto di guerre e di eserciti, e dunque vi chiedo, se il
continente occidentale è la meta delle armate mercenarie, poiché mi
pare di aver inteso così dalle vostre parole, essendo Myr tra le più
occidentali delle città libere, da dove pensate che possano muovere:
intendo,
per movimentare una grande armata è necessario un grande porto e molte
navi, e da quel che ricordo solo sette delle città libere si affacciano
sul mare stretto. Escludendo Myr restano sei porti, ma non è facile
trovare una città che rischi di accogliere entro le sue mura armate
dedite allo stupro e al saccheggio... io penso dunque che
ragionevolmente i punti da cui prendere le mosse potrebbero ridursi ad
una o due delle città libere...
Uscendo
dal palazzo, il gruppo si dirige nuovamente verso la città attraverso
il viale del giardino. Appena usciti dal cancello, vedono un uomo a
cavallo galoppare verso di loro; dopo un attimo di incertezza, Euron
calma tutti dicendo: "Riconosco gli abiti... e riconosco anche il modo
di cavalcare di un vero marinaio. È Quattrochiappe, uno dei miei
uomini." Aggrotta la fronte.
Il pirata infatti si arresta davanti al
gruppo, e cerca subito Euron con gli occhi; ma Connington si pone di
fronte a lui e lo apostrofa: "Marinaio, quanta foga. Immagino tu abbia
importanti notizie per noi."
Esitando, Quattrochiappe risponde: "Ecco... le mie notizie sono riservate..."
"Niente storie, marinaio! Se hai notizie che possono interessare tutti quanti, sciogli la lingua!" risponde Connington.
Quattrochiappe
esita ancora un momento, guarda alternativamente Euron e Jon
Connington, fissa in modo imperscrutabile Illyrio, e finalmente si
decide: "E va bene, sono notizie troppo importanti, non possiamo
perdere tempo" dice guardando con volto di scusa il Greyjoy. "Sono
stato mandato al campo dei mercenari e ho trovato due miei compagni di
ciurma, quando ero con i, ehm, mercanti di Lys, che ora fanno parte dei
Corvi della Tempesta. Mi hanno detto che c'è stato un cavaliere di
Westeros al loro campo e ha parlato a lungo con i loro capi e con il
capitano della Compagnia Dorata... So anche il nome del cavaliere! Si
chiama ser Mart Merendolle, se ricordo bene... Non ne sono sicuro,
ecco. Ma so che si trova a Myr ora! Le trattative con i mercenari sono
a un punto morto, e ieri il cavaliere è tornato in città. Non ho
scoperto con certezza il nome della locanda, ma molti mercenari dicono
di avergli sentito parlare delle baldracche del bordello chiamato il
Cane al Miele e che diceva di volerci tornare ancora".
Connington replica: "Ci precipitiamo subito! Dimmi solo una cosa: cosa significa che le trattative sono a un punto morto?"
"Beh,
mio lord, ho sentito dire che la Compagnia Dorata è stata messa sotto
contratto per una grossa cifra e un grosso lavoro, mentre le trattative
con i Corvi sono ancora in sospeso perché lo stesso signore di Myr ha
fatto loro un'offerta... E quindi non si sa che intende fare il
cavaliere, ora".
Il gruppo si mette subito di nuovo in
cammino verso il centro città a cercare quel bordello, mentre
Quattrochiappe e Euron parlottano burberamente in fondo alla colonna.
Connington tenta di far parlare Illyrio, ma lui insiste dicendo che
nella breve riunione di palazzo Roden non c'era stato tempo di prendere
accordi, né tantomeno di firmare la doppia copia dei contratti; il
magistro continua a dichiararsi all'oscuro degli intenti di Mullendore
e dei mercenari.
In città chiedono informazioni ai passanti
e scoprono facilmente che questo bordello si trova nel quartiere
occidentale, dove un cavaliere attira meno l'attenzione. Entrando, si
trovano in una taverna che rivela chiaramente la sua seconda vocazione.
La grassa donna al bancone guarda in malo modo lo strano gruppo: e
quando Connington si avvicina e chiede prudentemente informazioni su un
cavaliere occidentale, picchia una manata sul bancone: "Se quell'uomo è
vostro amico, fategli sapere di non presentarsi mai più qua! Va bene la
maleducazione, accetto anche l'arroganza, ma non tollero che un cliente
m riduca la camera a quel modo!"
Lord Stannis si aggiunge al dialogo: "Ma che ha fatto quel cavaliere? Dopotutto non siamo amici tanto cari..."
"Beh?
e a me che me ne importa? Aveva prenotato la camera con compagnia per
altri tre giorni... È arrivato di corsa qualche ora fa, ha fatto rumore
in camera e poi è scappato con tutti i suoi bagagli sottomano senza
voler nemmeno pagare il conto! L'ho rincorso urlando e l'ho fermato,
carico com'era non poteva correre lontano... gli ho fatto pagare il
resto e poi l'ho visto filare verso il porto."
"Verso il porto?" chiede Jon Arryn.
"Si,
si... ah ma questo non è niente! Sono salita in camera per riordinarla
e indovinate un po'? Un vero disastro! Vestiti sporchi abbandonati in
un angolo, cassetti rovesciato, materasso buttato all'aria, carta
stracciata per terra... Una vergogna!"
Estraendo rapidamente una
manciata di monete di bronzo, Connington chiede il permesso di vedere
la camera. La donna li accompagna senza difficoltà e mostra loro una
stanza che è stata evidentemente lasciata in gran fretta. L'attenzione
di tutti cade però sui promessi pezzetti di carta: di fronte al
comodino sta un mucchietto di coriandoli. I due giovani, ser Loras e
Jon Snow, si gettano per terra a raccoglierli. "C'è scritto qualcosa!
Sembra un testo... una lettera forse... strappata in mille pezzi!"
"Raccoglieteli tutti, mi raccomando... Chissà che ci possano dire qualcosa di più rispetto alle esitazioni del grassone!"
Illyrio Mopatis, guardato a vista da Jaime Lannister, aggrotta le ciglia ma non dice niente.
Ascoltando la risposta di Illyrio alla domanda precedente, la Vipera Rossa decide di intervenire nella discussione: “Bene,
nonostante quanto detto dal nostro valente Ser Loras poco fa,
quest’incontro sta dando comunque i suoi frutti… Per inciso, più in là
mi piacerebbe anche sapere se i nostri amici Tyrell sapessero del
viaggio di questo loro alfiere in oriente…” si interrompe per lanciare un’occhiata in tralice a Loras, per poi continuare “E
ditemi, sapete anche dove si sarebbero diretti questi gentili signori?
Mi piacerebbe scambiare un paio di chiacchiere anche con loro, specie
con il nostro valente Ser Mullendore…” si interrompe un attimo “…sempre che il nostro cavaliere di fiori sia d’accordo, ovviamente!”
«Euron
si fa avanti, osservando i molti frammenti e cercando distrattamente di
farli combaciare; dopo qualche tempo solleva la testa, guardando gli
altri nobili con sguardo grave. "Sembrerebbero i contratti cui faceva
riferimento il Magistro", esordisce Occhio di Corvo, "e non sembrano
essere firmati. Per nostra fortuna, visto il contenuto:
Io
sottoscritto, per conto del mio mandante, il cui nome resterà ignoto,
assoldo la compagnia mercenaria dei Corvi della Tempesta, qui
rappresentata dai suoi capitani Daario Naharis, Prendahl na Ghezn,
Sallor il Baldo, ser Boremund Storm e ser Damon Hill, con l’incarico di
assediare e conquistare la città di Approdo del Re. La somma pattuita è
di seimila dragoni d’oro. Un terzo sarà da me versato alla firma del
contratto, un terzo sarà versato ai capitani al castello di Arbor prima
dello sbarco e il resto con il rimborso delle spese sarà consegnato
quando i nostri alleati a corte si saranno appropriati del tesoro reale.
"Forse",
continua Occhio di Corvo, volgendo l'attenzione al Magistro, "ora che i
suoi affari sono nei nostri domini, Sua Circonferenza sarà piú propenso
a parlare; dubito che le premure usategli finora siano ancora
necessarie, di fronte all'interesse del Regno.
"Mentre lui ci
metterà gentilmente a conoscenza delle informazioni in suo possesso,
rimandiamo Quattro Chiappe dai mercenari a raccogliere ulteriori
notizie, anche alla luce delle recenti novità: sa come muoversi, ha la
loro fiducia, per quanta un mercenario possa darne, e da solo
continuerebbe a non destare sospetti. Dobbiamo tuttavia agire al piú
presto: il Re va informato appena possibile. Se ritenete che alcuni
dettagli siano indispensabili, vi invito a farne richiesta ora, in modo
che Quattro possa cercare, se possibile e con discrezione, di reperirli.
"Ah,
Magistro", aggiunge Euron, quasi distrattamente, "prima di alleggerirti
la coscienza dandoci informazioni davvero utili, inizia con qualcosa di
più concreto. Quel gioiello, ad esempio - Euron indica compiaciuto
l'anello più appariscente del Magistro - sembra pesare parecchio. Come
rimborso per il servizio che il mio uomo ha offerto, non richiesto ma
infinitamente più prezioso del tuo, e per i rischi che correrà a causa
della fiducia che non sei riuscito a guadagnarti, io lo reclamo"».
Illyrio guarda il pirata, tremebondo, chiede "Questo?" e, lentamente, si sfila l'anello e glielo consegna.
Note organizzative
L'enigma è finito, ma le comunicazioni restano aperte.
Esse
si svolgeranno ora nel momento successivo alla soluzione dell'enigma e
alle battute di Euron riportate qui sopra. Saranno ambientate sempre
all'interno della locanda oppure per le strade di Myr, ma saranno
ancora possibili anche comunicazioni ambientate prima della risoluzione
dell'enigma, secondo le regole indicate in precedenza.
I punteggi
attribuiti a ciascuna casata verranno assegnati domani, per pure
ragioni di ritardi nei calcoli e nella definizione dei punti. Scusateci
per l'inconveniente.
Salvo ritardi, il prossimo enigma sarà pubblicato domenica 24 febbraio, alle ore 23.
Jon
Snow alzò lo sguardo dai pezzetti di carta, ascoltando attentamente le
parole di Euron. Il testo che la Piovra aveva evinto dai frammenti era
inquietante e richiedeva azioni immediate.
Quando il capitano della Silenzio finì di parlare, Jon prese la parola davanti ai suoi compagni.
"Complimenti,
Lord Euron, per la vostra sagacia. Sono totalmente d'accordo sul fatto
che dobbiamo avvertire il più presto possibile il Re. Ma proprio il
fatto che le notizie siano tanto urgenti e di così vitale importanza
per il Regno, mi spinge a suggerire che dovremmo imbarcarci
immediatamente per Approdo del Re. Non credo che qualcuno fra noi si
sentirebbe sicuro nell'affidare le nostre scoperte alle incerte ali di
un corvo o alle mani di un messaggero, per quanto fedele."
Fece una pausa,abbracciando con lo sguardo tutti i nobili lì presenti, poi aggiunse:
"Inoltre,
ritengo che sarebbe d'obbligo avvertire Lord Tyrell, Lord Redwyne e
anche Lord Martell, in quanto le loro terre saranno certamente le prime
a subire l'attacco, visto il contenuto del messaggio."
"La
situazione è ben più grave di quello che credete, giovane Snow." -
interruppe Jon Arryn - "Quello che proponete di fare è certamente
corretto, ma confidate nella buona fede di molte persone. Mark
Mullendore è un cavaliere dell'altopiano. Non possiamo sapere chi sia
il suo mandante, ma non mi stupirei fosse proprio uno di quei Lord che
intendete avvisare. Non avete pensato che i Redwine potrebbero essere
coinvolti nel tradimento? Non mi sembra possibile che mercenari si
incontrino nel castello di Arbor senza il consenso del signore del
luogo. Anche i Tyrell" - disse girandosi verso Ser Loras - "per quanto
ne sappiamo potrebbero essere coinvolti come e più dei Redwine e non so
quanto sarebbe utile fargli capire che è venuto il tempo di agire prima
che sia troppo tardi per loro." Si fermò per un attimo e cercò con lo
sguardo Stannis Baratheon. "Da qui non abbiamo modo di controllare se
le mie supposizioni sono vere o sono solo il frutto della prudenza di
un vecchio, ma credo che l'unica cosa che possiamo fare è confidare
nella lealtà verso il trono delle terre della Tempesta e della Flotta
dei Baratheon." - Poi riferendosi direttamente a lui aggiuinse - "Dai
territori di Capo Tempesta certo non passerà inosservato un esercito
che si dirige verso Approdo e la vostra flotta potrebbe tenere sotto
controllo i pericoli provenienti dal mare di Dorne. Non credete Lord
Stannis?"
Nota
Per nostro mero errore, la somma offerta ai mercenari nel testo della lettera è risultata seimila dragoni d'oro, anziché sei milioni di dragoni d'oro, che è la cifra che avevamo in mente.
Ci scusiamo del disguido, ed invitiamo tutti a leggere la lettera come se indicasse quest'ultima cifra.
Grazie.
[gdr mode : off]
bloodraven ha chiesto di essere sostituito come addetto della squadra Lannister, per il momento lo faccio io
[gdr mode: on]
"Senza
dubbio, come dice il ragazzo, dobbiamo tornare per affrontare di
persona la minaccia ad approdo del re, ma dobbiamo essere sicuri che il
re ne sia informato il prima possibile, per cui dobbiamo subito
scrivere dei messaggi ed affidarli a corvi e a tutte le navi in
partenza verso l'occidente, in modo da assicurarci che almeno uno di
questi arrivi alle sue orecchie... e poi partiremo anche noi, ma
consapevoli che se avessimo problemi approdo del re non sarà
impreparata all'assedio!
Ma dovremmo fare fare ancora un' ultima
cosa prima di partire, ma dopo aver mandato i messaggi: presentarci al
signore di Myr per informarci sugli ultimi sviluppi delle indagini
ufficiali, e chieder loro il permesso per portare con noi il nostro
testimone"
Euron
accoglie con un sorriso il discorso di Jon Snow: "Mio caro ragazzo,
apprezzo la tua voglia di tornare al sicuro e riabbracciare i tuoi
cari. Abbiamo tutti nostalgia dei Sette Regni, io ho addirittura dovuto
attendere parecchi anni solo per ritrovarmi in viaggio per Myr dopo
qualche giorno. Ti capisco.
"Tuttavia dimmi: cosa dirai al re una
volta al suo cospetto? Che sai tutto di un accordo mai raggiunto, e
nulla di quello che ci interessa? Che avevi la possibilità di
raccogliere informazioni su un esercito diretto verso Approdo, ma hai
preferito mollare gli ormeggi anzitempo? Forse l'esperienza ti porta a
ritenere mal speso un paio di giorni, a fronte della possibilità di
comunicare al Regno l'entità del nemico e i suoi piani".
Dopo aver
scosso la testa paternamente, il capitano della Silenzio si rivolge a
tutti i presenti, questa volta con un tono più deciso: "Le trattative
sembrano essere ancora in corso, e spostare un esercito, soprattutto
via mare, non è cosa da poco: siamo un piccolo gruppo, su una singola
nave avremmo comunque un vantaggio enorme.
In realtà, ciò che mi
auguravo di ascoltare è quali informazioni ritenete fondamentali, per
tentare al piú presto di reperirle e andarcene sì una volta per tutte,
ma con la consapevolezza di aver compiuto sino in fondo la missione che
ci è stata affidata. Quello che sappiamo finora servirebbe a poco al
destinatario del vostro corvo, Ser Jaime. Invece servirebbe a far
sapere al mandante misterioso che il suo piano è in pericolo, se
dovesse intercettarlo. Comunque, se qualcuno vuole accollarsi questo
rischio personalmente, ha tempo di scrivere tutti i messaggi
che vuole: io intanto ho una serie di istruzioni da dare al mio uomo su
quello che deve cercare".
-
Non è certo la nostalgia di casa ad avermi spinto verso la proposta che
tanto deridete, messere! - disse Jon Snow, per nulla intimidito dalle
parole dell'uomo di ferro - Dimenticate, mio signore, che la mia casa è
Grande Inverno, non Approdo del Re - aggiunse poi, lanciandogli uno
sguardo significativo.
- Tuttavia, se sono soltando pochi giorni
quelli che vi servono per raccogliere le informazioni di cui sostenete
necessitiamo, così sia! La mia urgenza deriva solo ed esclusivamente
dalla volontà di avvertire in nostro sovrano quanto prima, al fine di
dargli il tempo di predisporre le difese. - lo sguardo del giovane non
si era mai spostato da Lord Euron - La mia strategia - proseguì poi
rivolto a tutti - prevede che i corvi vengano inviati una volta che
saremo a largo, circa a metà strada da Approdo del Re, cosicché
potremmo evitare si perdano o che il messaggio giunga troppo tardi. E,
- aggiunse rivolgendosi nuovamente a Lord Euron - dato che a Vostro
avviso il tempo non ci manca, potremmo trovare il modo di sviluppare
una sinergia che possa contemplare la vostra prudenza e la necessità di
avvisare il Re. Infine, - disse avvicinandosi a lui - confido che, al
momento propizio, sarete in grado di riportarci ad Approdo del Re molto
più rapidamente di qualsiasi altra tinozza ormeggiata in questo dannato
porto! -
Ser Brynden, che si era tenuto in disparte con le braccia conserte, fa un passo avanti a commenta
"Signori,
ciascuno evidentemente ha opinioni discordanti in merito alla prossima
mossa da fare. Personalmente io ritengo che la priorità vada
all'avvisare il nostro sovrano del pericolo.
Lord Euron, anche
quello che voi dite ha certamente una sua validità. e sarebbe
certamente utile al nostro sovrano avere le maggiori informazioni
possibili su questo complotto. Ma voglio ricordarvi che qui siamo in un
territorio ostile: se i nostri nemici hanno occhi e orecchie ovunque
potrebbero decidere di farci tacere in fretta, ancora prima di poter
avvisare il re.
Valutiamo bene signori, nelle condizioni in cui siamo, possiamo giungere alle informazioni che ci servono?"
Il
Principe Oberyn, dopo aver assistito al vivace scambio di idee, si fa
avanti, affiancando ser Brynden, e, rivolgendosi agli altri, dice:
"Per
quanto mi riguarda, io appoggio la posizione di Ser Brynden... E i
motivi sono semplici: il nostro buon Quattrochiappe ci ha appena detto
che la Compagnia Dorata è stata appena assoldata e, se il contratto è
stato stipulato, presto si metterà in marcia. In più, per organizzare
le difese, ci vuole tempo..." -dopo una breve pausa- "Anche se in realtà una piccola idea ce l'avrei..." -conclude con un sogghigno allusivo.
Ser Brynden guarda compiaciuto il principe Oberyn. Dopo un attimo di silenzio chiede
"E quale sarebbe la piccola idea, principe?"
Rivolgendo la sua attenzione a ser Brynden Tully, continua il discorso lasciato in sospeso:
"Come
prima idea proporrei un'imboscata. Usciamo da qui, facendo finta di non
aver scoperto nulla, saliamo sulla Silenzio e ripartiamo alla volta di
Westeros; gli eserciti a quanto pare si raduneranno al castello di
Tarth: non sarà difficile organizzare una trappola, piazzando la flotta
reale tra i fiordi dell’isola e dei reparti militari all’interno del
castello…cattureremo tutti i congiurati in un colpo solo, a meno che
non riescano a scappare dall’isola a nuoto." conclude con un sinistro sogghigno...
Quando il Principe di Dorne terminò di presentare il suo piano al gruppo di nobili, Jon prese di nuovo la parola.
"
Lord Brynden, Principe Oberyn, il piano che ci avete esposto è
sicuramente interessante e probabilmente fruttuoso.", esordì,
continuando poi con fare pragmatico e tono calmo, "Ma a mio avviso vi
sono sfuggiti alcuni dettagli essenziali: innanzitutto, vorrei farvi
notare che la Silenzio, nonostante il suo capitano sia qui presente, è rimasta all'ancora a Approdo del Re su ordine diretto di Sua Maestà.
In
secondo luogo, mi domando che utilità strategica abbia far radunare la
flotta reale a Tarth, visto che ormai sappiamo che la flotta nemica si
radunerà ad Arbor.
Infine, benchè io non sia uomo di mare, suppongo
che per radunare la flotta reale il Re e i suoi ammiragli necessitino
di un minimo preavviso, che quindi dovremmo fornirgli tramite le ali di
un corvo, come già proposto da me e da ser Jaime."
Fece una breve pausa, per permettere agli astanti di assimilare la sua analisi del piano, poi continuò con lo stesso tono.
"Come
ho detto, il piano che ci avete proposto presenta degli indubbi
vantaggi e punti a suo favore. Credo, come ha sottolineato Lord
Brynden, che la miglior via stia nel mezzo: finora , le idee che
abbiamo esposto non sono così discordanti da risultare incompatibili.",
disse, guardando in rapida successione gli uomini che avevano parlato
fino a quel momento.
"Pertanto, proporrei un compromesso:
fermiamoci pure qualche giorno ancora a Myr, ma che siano pochi e
calcolati per ottenere il massimo guadagno. Una volta scaduti questi,
si parta seduta stante per Approdo del Re. Durante il viaggio, ci sarà
possibile avvisare Sua Maestà, diminuendo al contempo sia la distanza
che i corvi dovranno percorrere sia il pericolo di intercettazioni. Nei
messaggi, oltre alle notizie, potremo anche chiedere al Re di radunare
la flotta presso Arbor o Stelle al Tramonto o qualunque altro castello
o porto strategicamente utile."
Osservando i volti dei suoi compagni, rimase in attesa di una risposta.
"Non
vorrei deluderti, Greyjoy, ma i nostri avversari sanno già molto di
noi: l'incidente del principe Viserys ha fatto molto rumore, ma
soprattutto lo scherzo che ci hanno fatto alla villa del Magistro e il
fato che Mullendore sia scappato in maniera così precipitosa ci fanno
supporre che a questo punto è tardi per preoccuparsi di fughe di
notizie... inoltre prego tutti voi di considerare che noi possiamo
tornare ad approdo del re più velocemente di loro, ma per mobilitare i
nostri eserciti ad affrontarli abbiamo bisogno di tempo, prima il re
sarà informato, prima potrà iniziare i preparativi per scongiurare
l'attacco.
Ma concordo con te che possiamo permetterci qualche
giorno di ritardo se possiamo usarlo per ottenere più informazioni...
il nome del mandante credo che ormai è fuggito con Mullendore, ma credo
che sarebbe utile conoscere più dettagliatamente i piani dei mercenari
per approntare una difesa più efficace!
Comunque possiamo
cercare di venire a un compromesso: se il nome di Lord Stannis,
proposto da Lord Arryn dà sufficienti garanzie a tutti, e se lui è
disponibile, naturamente, può partire subito per westeros, in modo da
avvertire prima il re e poi partire subito per Arbor,per preparare una
difesa... suggerirei di non mandare l'intera flotta reale, ma di tenere
una riserva pronta nel caso i nostri nemici cambino piano, mentre noi
ci prendiamo i giorni che ci servono per scoprire di più sul
complotto."
"Greyjoy,
credo che stavolta il giovane Lannister abbia ragione." disse Jon Arryn
riportandosi al centro della stanza per rivolgersi ai nobili "Se
avevamo qualche possibilità di scoprire l'identità dei traditori,
questa se n'è andata con Mullendore. Se verrà deciso, rimarremo per un
paio di giorni su quest'isola per ultimare le ricerche, ma, intanto,
qualcuno deve avvisare subito il Re. Che sia Lord Stannis o Jon
Connington o qualcun'altro a portare il nostro messaggio poco importa.
Certo non possiamo permetterci il lusso di rimanere fermi mentre un
esercito si prepara a conquistare Approdo del Re.
A questo proposito
ho ascoltato molto attentamente le vostre proposte. Alcune le
condivido. Ma tra noi c'è ancora chi non ha espresso alcun parere,
seppur superi ciascuno di noi per il suo lignaggio." Si fermò un
attimo, cercando con lo sguardo davanti a sè "Principessa Rhaenys. Non
abbiate timore di urtare la nostra suscettibilità. Sono convinto che se
una lettera deve essere inviata al Re, sarebbe molto più efficace se
fosse scritta da voi, da una Targaryen."
Alle parole di Jon Arryn, la principessa Rhaenys, che fino ad allora era rimasta in silenzio ad ascoltare si fece avanti:
"Molte cose son state dette...avete parlato di imboscate, di tornare a casa..." il suo sguardo si posa ad uno ad uno su tutti i presenti.
Poi riprende con tono deciso "Come
alcuni di voi, ritengo indispensabile avvertire il prima possibile il
Re! Sono certa che mio padre saprà agire per il meglio. E come ha detto
Lord Arryn, io sono senza dubbio la persona più indicata a scrivere
tale lettera."
"Nel frattempo" aggiunge poi "sono sicura che trattenendoci ancora un pò qua a Myr potremmo apprendere ulteriori informazioni."
[Sostituisco momentaneamente L'Esiliato]
Lord
Bryden, Principe Oberyn e voi tutti leali compagni, come abbiamo potuto
riscontrare, tutti noi abbiamo a cuore gli interessi del Regno. Stando
a quanto esposto finora ed a quanto appena richiesto dalla Principessa
Rhaenys sembra anche che le nostre idee su come gestire questa
difficile situazione siano simili, se non sovrapponibili. Pertanto, Vi
propongo di unire le forze per offrire alla Principessa ed al suo
nobile padre e nostro amato Re il migliore e più completo appoggio che
si possa loro offrire. Cosa rispondete?
Ser Brynden guarda Jon Snow
"E'
ovvio che l'intenzione di tutti i presenti sia di fare la cosa migliore
per il nostro amato sovrano, giovane Snow. Solo che, come spesso
accade, le opinioni sul come fare la cosa migliore sono discordanti."
Si rivolge a tutti quanti
"Piuttosto
che perdere tempo prezioso a discutere, propongo di fare una votazione
in piena regola. Ogniuno dica la sua: o tornare a fianco del re, o
restare a recepire informazioni. In alternativa, per non contrariare
nessuno, ci si potrebbe dividere. Chi vuole tornare a Westeros, me
compreso, si imbarcherà al più presto per essere al fianco del re il
prima possibile a riferirgli quanto sappiamo. Chi invece, ritenendo di
poter ricavare informazioni, vuole restare qui alcuni giorni più del
previsto, sarà liberissimo di farlo. Ovviamente con l'augurio di tutti
gli altri di trovare notizie utili.
Questa, a parer mio, mi pare la soluzione migliore signori. Non abbiamo tempo da perdere in ogni caso."
Fissa quindi ciascuno dei compagni attendendo una risposta
Ubbidendo
al proprio signore, Quattrochiappe, senza neppure attendere un cenno da
parte di lord Connington o degli altri, si dirige nuovamente verso il
campo mercenario. Lord Connington sembra contrariato dal fatto di non
essere stato neppure consultato.
Accogliendo l'invito di Occhio di
Corvo, i nobili westerosiani di fermano davanti al bordello a discutere
sul da farsi. Molti sembrano intenzionati a tornare finalmente nei
Sette Regni, ma le parole di Euron instillano un dubbio negli altri: è
veramente opportuno tornare dal re senza avere informazioni complete ed
affidabili?
L'accordo è dunque quello di attendere il ritorno di
Quattrochiappe e poi, una volta valutate le informazioni ricevute,
eventualmente partire.
Nel frattempo, prendono alloggio ad una locanda, sperando di scoprire ancora qualcosa in città.
Quando però, diverse ore dopo, Quattrochiappe ritorna, si apparta solo con Euron Greyjoy. Il capitano della Silenzio
fa poi sapere ai compagni che il loro inviato non ha scoperto nulla di
importante, e che comunque avranno tempo di discutere dei dettagli
delle sue scoperte.
A questo punto, la decisione di partire è
pressoché ineluttabile: Jon Connington fa presente a tutti, infatti,
che non hanno una pista affidabile per reperire ulteriori informazioni,
e che dunque restare in città rischierebbe di rivelarsi solo un'inutile
perdita di tempo.
Una volta al porto, a tarda sera, i nobili
westerosiani vengono raggiunti da un uomo, che si presenta loro come
servitore del conte Voldan.
"Signori, so che il mio padrone non si
fa vivo con voi da molto tempo: nel frattempo, tuttavia, è riuscito
finalmente a riconquistare la benevolenza del Signore di Myr, che
sembrava perduta. Per farlo ha dovuto abbandonarvi al vostro destino,
rinunciando ad appoggiare apertamente le vostre iniziative, come
avrebbe voluto. Ora vi invita a lasciare finalmente Myr; ma prima che
ve ne andiate, mi ha mandato con un messaggio per voi, un'informazione
carpita al Signore in persona. Pare infatti che l'uomo che cercate, il
cavaliere dell'Altopiano che pare risponda al nome di ser Mark
Mullendore, abbia lasciato Myr, prendendo una nave diretta a Westeros.
Il mio padrone non sa se il Signore sappia la sua destinazione, ma è
riuscito a vedere un biglietto, probabilmente appartenente a
Mullendore, che il Signore teneva tra i suoi appunti.
Tale biglietto
riportava su una faccia le parole "Dirigiti dove segnato, ricompensa",
mentre sull'altra faccia vi era un elenco di parole. Il mio padrone è
riuscito ad eseguire una copia fedele di quella facciata del biglietto."
Detto questo, porge un rotolo di pergamena a Lord Connington.
"Vi auguro, a nome del mio padrone, un lieto ritorno alla vostra patria."
Senza parole, i nobili salgono sulla Grifone Pallido, che lentamente prende il largo.
Sebbene
la notte sia ormai completamente calata, e le stelle punteggino la
volta celeste, è quasi con rabbia che Connington apre la pergamena:
"Sarà la volta buona? Se metto le mani su quel traditore io..."
La Grifone Pallido
arrancava pigra sulle acque al largo di Myr, sospinta da pochi aliti di
vento. A bordo, il piccolo concilio dei nobili si assiepava attorno
alla pergamena ottenuta poco prima della partenza, scrutandola col solo
ausilio della Luna.
Pochi istanti di silenzio, e uno dei presenti
iniziò a parlare: "Si racconta che un conte di Ghiscar, di nome Qarl,
avesse anticamente ideato un sistema di giustizia alquanto singolare.
Egli era convinto che la fortuna fosse uno dei più alti pregi cui un
uomo potesse aspirare. Un dono concesso direttamente dagli dèi, diceva,
e per questo il più prezioso. E così, quando nelle segrete del suo
castello erano presenti molti condannati a morte, anziché affidarli
direttamente al boia, il conte ordinava che venissero condotti in
coppie davanti al suo scranno. Entrambi venivano ricoperti da un sacco
di tela, per cui era impossibile distinguere l'uno dall'altro. Sulla
base di un tiro di dadi, il conte decideva infine a chi concedere la
grazia e a chi la ghigliottina. Questa usanza, poi abbandonata dai suoi
successori, contribuì a creare il gioco senz'altro noto all'autore di
questo messaggio.
"Otto gruppi di parole, ciascuno diviso in due
colonne da cinque. Per ogni coppia di parole, bisogna eliminarne una.
Alla cieca. Quindi va trovato il termine che le accomuni tutte. La
difficoltà consiste nel presentare ogni coppia separatamente dalle
altre e pagar pegno per ogni errore, ma in questo caso il compito è fin
troppo semplice: estate, vento, erba, notte, ferro, albero, latte e
lama sono i termini che accomunano i vari gruppi. Uniamo le iniziali, e
otteniamo 'Evenfall'. Sull'isola di Tarth".
Nessuno sul momento
reagì ad alta voce. Al respiro delle onde si aggiunsero solo pesanti
sospiri e qualche bisbiglio. L'autore del discorso, che non aveva mai
smesso di giocare con un grosso anello, riprese a parlare: "Quando nel
bordello è venuto a galla il nome dell'isola in questione, ho pensato
si trattasse di un errore dovuto alla frustrazione, visto che qualcuno
sembrava divertirsi molto più di noi, a giudicare dai muggiti di
piacere provenienti dalle altre camere".
Euron Greyjoy si interruppe per un attimo, approfittandone per cercare con lo sguardo Oberyn Martell.
"Il
Principe sembrava già essere a conoscenza del contenuto di questa
pergamena. Non so come vi sia riuscito, ma direi che ora abbiamo tutto
il tempo per discuterne. E, mi auguro, condividere ulteriori
informazioni.
"Lord Connington, finora abbiamo ottenuto diversi
indizi ma nessuna certezza. Un contratto accennava ad Arbor, un
messaggio a Evenfall. Il mio Quattro non è riuscito a sbrogliare la
matassa, ma ha scoperto comunque qualcosa di interessante: nel luogo
dell'incontro, qualunque esso sia, il traditore sta già accumulando
materiale utile per conquistare Approdo. Armi, ma soprattutto macchine
d'assedio. Se dovessimo recarci ora da Re Rhaegar, potremmo non fare
poi in tempo a fermare i mercenari.
"Io accolgo quindi il consiglio
del Principe Oberyn, e suggerisco di avvisare via corvo il Re, ma di
recarci personalmente nel luogo dell'incontro. Siamo in dieci, abbiamo
due navi e due equipaggi, abbiamo due possibili destinazioni. Il conte
Qarl a questo punto ci dividerebbe in due gruppi, certo che almeno uno
dei due riuscirebbe nell'impresa. Se concordi, scegli chi fra noi
merita più fiducia e affidagli l'incarico di recarsi con la Ali
d'Argento e quattro di noi ad Arbor. I restanti cinque si dirigeranno
invece a Tarth con la Grifone Pallido, dopodiché faremo tutti ritorno
ad Approdo"».
Note organizzative
Le comunicazioni sono sempre possibili: orali segrete, pubbliche o private, nonché scritte via corvo, sempre a bordo della Grifone Pallido prima della partenza.
Lord
Connington, colpito dalle parole del pirata, risponde: “Greyjoy, voi
sapete bene che da qualche tempo a questa parte la mia fiducia e la mia
stima nei vostri confronti non fa che aumentare, anche tenuto conto
dell’abilità con cui di recente avete servito la causa di tutti noi,
che ormai sembra prima di tutto la vostra; proprio per questo, ritengo
di poter accogliere il vostro suggerimento, e separare provvisoriamente
il nostro gruppo, anche se non sono certo che questo corrisponda alle
intenzioni del nostro sovrano: in fin dei conti, io sono il capo di
questa missione, quindi decido di prendermi questa libertà”. Poi,
rivolto agli altri, continua: “Miei signori, come suggerito dal nostro
nobile compagno, colui che conosce il mondo meglio di ciascuno di noi,
da questo momento ci divideremo in due gruppi. Io stesso guiderò il
gruppo che si dirigerà verso l’isola di Tarth con la Grifone Pallido.
Euron Greyjoy, gradirei avervi al mio fianco. Principessa Rhaenys..."
"Vi
accompagnerò, Cavaliere, sono ansiosa quanto voi di trovare l'uomo che
ha messo in vendita la sua lealtà." C'è un sorriso crudele sul volto
bellissimo della Principessa.
"Dove va la famiglia reale, vanno le Cappe Bianche," esclama ser Jaime. "Principessa, il mio posto è vicino a voi!"
"Molto
bene..." continua lord Connington. "Ser Brynden, tutto è partito con la
morte di vostro fratello: a voi lascio massima scelta: dove preferite
recarvi?"
"Mio signore, se volete che sia la vendetta a guidarmi,
sceglierò Tarth: senz'altro ciò che è accaduto nella Fortezza Rossa è
opera di un singolo uomo, non di un'armata."
"Benissimo. Gli altri
andranno ad Arbor, nel tentativo di intercettare gli armamenti che
potrebbero essere lì ammassati e di scoprire chi sull’isola è coinvolto
in questo intrigo. La guida di questo gruppo dovrebbe spettare, per
ragioni di rango, al principe Viserys, se fosse ancora qui con noi.
Principessa, come vi ho detto preferirei avervi vicino a me, quindi,
nel pieno rispetto delle mie prerogative, conferirò invece questo
incarico ad un uomo più esperto di voi ed un guerriero, in cui ripongo
la mia assoluta fiducia; ritengo sia corretto, da parte mia, restare
nell’ambito dei membri della vostra famiglia. Principe Oberyn, voi
siete cognato e cugino del re: ritengo che a voi spetti l’onore di
guidare la spedizione verso Arbor. Insieme a voi verranno, dunque, lord
Stannis, ser Loras, lord Jon Arryn e Jon Snow. Ser Loras, voi sarete la
nostra chiave di accesso ad Arbor: lord Redwyne è alfiere di vostro
padre, anche se ormai confesso che non so più cosa pensare di quanto
avviene nell'Altopiano. Vi avverto, non mancate al vostro dovere.
Non
appena avremo compiuto le nostre rispettive missioni, faremo tutti
ritorno ad Approdo del Re. Lì, io e lord Stannis racconteremo al re
tutto ciò che abbiamo scoperto a Myr, mentre un altro membro di ciascun
gruppo farà rapporto a tutti gli altri sulle due missioni separate.
Ora tutti gli uomini della spedizione verso Arbor lasceranno la nave: buon viaggio, prodi compagni, ed a rivederci presto!”.
(vedi il tuo Forum di casata)
Dopo lungo viaggiare, il gruppo di nobili si ritrova ad Approdo del Re.
Le
due missioni arrivano quasi in contemporanea, a dire il vero. Corvi
messaggeri avevano portato a corte la notizia dei rispettivi arrivi, ma
solo una piccola scorta di armigeri, guidati da ser Arthur Dayne, lord
comandante della Guardia Reale, si trova al porto ad attenderli.
Dayne,
lugubre in volto, dice: "Ci sono giunte scarne notizie dei vostri
viaggi, signori, e molte di esse erano nefaste. Spero che i dettagli
che ci porterete ora saranno migliori. Il re vi aspetta".
Senza ulteriori convenevoli, tutti insieme di dirigono dunque verso la Fortezza Rossa.
Nella
sala del trono, re Rhaegar siede sul trono di spade. Le sue braccia
nude sono cosparse di ferite; i suoi occhi viola sembrano sprizzare
fiamme.
"Bentornati, miei eroi!", dice il sovrano. "Spero vivamente
che le notizie che mi porterete siano migliori di quelle che mi sono
giunte finora via corvo e di quelle che ho potuto verificare da qui!
Ditemi dunque, nel modo più dettagliato possibile, come si sono svolte
le cose da quando siete partiti", continua, scrutando il volto dei
presenti.
Lord Connington si fa avanti, e presenta un rapporto succinto ma completo di tutto quando occorso a Myr.
"Ebbene,
mio sire, come promesso lascerò ora la parola ai miei nobili compagni
perché vi raccontino cosa è accaduto dopo la nostra separazione",
conclude. "Prego, nobile Euron".
Euron Greyjoy si separa dal
resto del gruppo. I suoi stivali echeggiano nel vuoto dell'immensa
sala. Un inchino, le braccia appena aperte, lo sguardo rivolto verso
Rhaegar Targaryen.
"Maestà, chiedo venia per i dubbi sollevati prima
della partenza. Mi sbagliavo. La missione non si è rivelata inutile
come immaginavo e, alla luce di quanto scoperto, essa avrebbe spinto
alla fuga solo un codardo. Potranno chiamarmi crudele, ambizioso,
persino folle," l'occhio del pirata, di un blu intenso, brilla gravido
di compiacimento, "ma davanti a una tempesta sarò sempre l'ultimo ad
ammainare le vele.
"Vi racconterò dunque degli eventi successivi a
Myr. Come sapete, avevamo appena individuato due probabili covi a voi
ostili, e per questo proposi di separare la compagnia prima di far
rotta per Approdo. In questo modo avremmo guadagnato del tempo,
raccolto più informazioni e forse estinto sul nascere alcuni focolai di
ribellione, prima che potessero diffondersi nel resto dei Sette Regni.
"Le
macchie del mio Usignolo continuarono a guidarci attraverso uno dei
mari più sciagurati dell'Occidente, la Baia dei Naufragi. Altre
macchie, causate da un ancor più sciagurato mal di mare, hanno invece
deturpato le vesti di alcuni nobili passeggeri, ma di questo solitario
incidente non mi ritengo responsabile.
"Una volta a terra, lord
Connington non incontrò ostacoli nell'ottenere una prima cauta udienza
presso lord Selwyn, per valutare se e quanto quest'ultimo fosse
coinvolto nel complotto. Lasciò saggiamente a bordo la principessa, per
evitare che corresse inutili pericoli, e incaricò della sua protezione
ser Jaime Lannister. Ser Brynden e io, nel frattempo, perlustrammo il
porto tendendo l'orecchio a quante più voci possibili. Tutto inutile.
Ahimè, non esistono più i porti di una volta, quando con un tozzo di
pane e qualche donnaccia era possibile comprare interi equipaggi.
"Giunto
il tramonto, comunque, ci incontrammo nuovamente a bordo della Grifone,
dove lord Connington condivise con noi le sue impressioni sul signore
di Tarth. La Stella della Sera sembrava ignara del complotto. Nessuna
minaccia da parte sua, perciò la mattina seguente ci recammo tutti al
suo castello per rivelargli la natura della nostra missione, e per
proporgli un piano".
Il sorriso di Euron, fino a quel momento limitato al solo sguardo, raggiunge finalmente le sue labbra.
"Vedete,
maestà, navigare per i mari di mezzo mondo mi ha insegnato molto. Non
sempre ci si può affidare alla generosità dei mercantili o
all'ospitalità delle genti verdi. Non sempre la preda è grassa e lenta,
o spavalda abbastanza da opporsi al proprio destino. A volte si è
costretti a inseguire quella più piccola, la più difficile da stanare.
Tuttavia, per quanto accorta possa essere, alla fine incontrerà sempre
un'esca in grado di ingannarla".
Euron scosta un lembo del proprio
mantello, e da una piega del suo vestito estrae un oggetto che solleva
a beneficio dei presenti: un anello d'oro con incastonato un rubino
grosso come un uovo di gallina, un insulto all'austerità della sala del
trono.
A diversi passi di distanza si ode qualcuno imprecare.
Occhio
di Corvo, accorgendosene, scoppia in una roca risata. "Il pesce che
abbiamo irretito a Tarth è fuori dal suo ambiente naturale, fatto di
acque torbide e tanti dragoni d'oro. Si dimena e boccheggia disperato,
poveretto. Ve lo presento, prima che muoia soffocato dalla sua stessa
bile".
A un suo cenno, da una delle pareti avanzano tre figure, fino
a quel momento immobili sotto l'ombra di un enorme teschio di drago. Ai
lati due energumeni: chioma rossiccia e ricca armatura per uno, stoffe
leggere e pelle d'ebano per l'altro; al centro, un uomo malconcio e in
catene.
"Non badate all'uomo nero, è un mio marinaio. Assieme a lui,
e a dimostrazione della rinnovata alleanza con la Stella della Sera, ci
ha accompagnato la figlia di lord Selwyn. Credo sia quella con
l'armatura. Il pesce che boccheggia è invece Mark Mullendore".
Senza essersi mai voltato verso il prigioniero e i suoi carcerieri, Euron Greyjoy riprende il suo racconto.
"Quando
chiesi al magistro il suo gioiello più appariscente, stavo in realtà
mentendo. Non volevo un risarcimento, benché il lavoro del mio uomo lo
meritasse".
Quattro Chiappe, rimasto vicino all'ingresso, alle parole del suo capitano gonfia orgoglioso il petto, annuendo.
"L'ho preteso perché ero sicuro che prima o poi qualcuno l'avrebbe riconosciuto, abboccando all'amo.
"Mullendore
era fuggito perché si sentiva braccato, e avrebbe senz'altro tentato di
celare la propria identità. Come avrebbe potuto essere rintracciato dai
messi dei suoi stessi complici, allora? Serviva una prova, un segno
distintivo di cui potesse fidarsi per indurlo a uscire allo scoperto.
Le lettere possono essere falsificate, ma un simile oggetto no. E da un
ingordo come Illyrio, che sembra aver passato la propria vita a
ingozzarsi di cibo e incrostarsi di pietre, non ci si aspetta che
rinunci al suo ninnolo più prezioso senza un valido motivo. Purtroppo
per Mullendore, il motivo era quello sbagliato.
"Così, la
mattina della seconda udienza a Tarth, consegnai l'anello al padre
della donzella qui con noi, il quale a sua volta incaricò i suoi uomini
di mostrarlo negli ambienti giusti, in attesa che la preda facesse il
resto. Il lord delle farfalle era solo, fiaccato, impaurito. Ser Jaime
e ser Brynden non ebbero difficoltà nell'accerchiarlo e catturarlo,
mentre lord Connington e io ne incontrammo parecchie per impedire che
giungesse fin qui in una cassa di legno".
Euron china il suo sguardo
sull'anello, ammirandone rapito i riflessi sanguigni. "Se il nostro è
stato un atto di carità o meno, dipenderà solo da lui e dalla sua
volontà di collaborare. Maestà, il prigioniero è vostro".
Detto ciò, il pirata si volta verso Mullendore, esibendogli il più compassionevole dei suoi sorrisi.
Lord
Connington, con un ghigno di soddisfazione, invita poi il principe
Oberyn Martell a fare un passo davanti al trono. Lì questi, al cospetto
del re e dei suoi nobili compagni, dice:
“Maestà, nonostante le
difficoltà incontrate nel nostro cammino, la nostra spedizione a Myr ha
raggiunto lo scopo di ottenere informazioni su quanto sta accadendo nel
regno, e non si tratta di buone notizie.
Su quanto avvenuto a Myr
non aggiungo nulla a quanto riferito da Lord Connington, permettetemi
però di sottolineare che anche se il complotto è scoperto, la minaccia
rimane reale…durante i miei trascorsi come soldato di ventura nelle
Città Libere, ho avuto modo di conoscere la Compagnia Dorata, e posso
assicurarvi che sono famosi per aver sempre onorato i contratti
stipulati con loro, nel corso dell’intera storia della Compagnia,
perciò se sono stati ingaggiati, state pur certo che attaccheranno.
Tornando
alla spedizione che ho avuto l’onore di guidare, mi rammarica riferirvi
che le cose non sono andate come speravamo…sbarcati con il favore delle
tenebre, ci siamo recati in una taverna, e a seguito di alcune
chiacchiere scambiate con avventori locali, siamo venuti a conoscenza
di una concentrazione di armi d’assedio ed altri armamenti nella parte
occidentale dell’isola.
Andati lì a controllare, ci siamo resi conto
che effettivamente c’erano armi ammassate ed uomini di guardia, ma
dalle tracce presenti nel terreno, fino a poco tempo fa ce ne sarebbero
dovuti essere molti di più.
Fortunatamente gli uomini lasciati lì di
guardia era un gruppo di mercenari di dubbia lealtà, capitanati da Alyo
Kumidis, un pittoresco mercenario Tyroshi che ho avuto modo di
conoscere in precedenza, visti i miei trascorsi, e con il quale ero
rimasto in ottimi rapporti.
Dopo una breve conversazione, l’ho
convinto a passare dalla nostra parte, facendo leva tanto sul suo buon
senso, quanto sulla sua avidità, e ci siamo recati a rocca Redwyne a
chiedere spiegazioni a lord Paxter.
Nel corso del tragitto siamo
però caduti vittime di un’imboscata da parte della guarnigione
dell’isola…la battaglia è stata cruenta, ma si è risolta in nostro
favore. Nel corso dell’assalto però le ferite ricevute da lord Stannis
si sono rivelate mortali, ed è spirato poco dopo.
Con i miei
compagni abbiamo deciso quindi di dare l’assalto alla rocca, oramai
sguarnita, per mettere lord Redwyne di fronte ai propri crimini.
La
battaglia è stata breve: usando contro di loro le stesse armi d’assedio
da noi sequestrate, abbiamo convinto la guardia di palazzo che ogni
resistenza sarebbe stata inutile; giunti dentro la rocca però ci siamo
resi conto che lord Redwyne era già fuggito via, lontano dalla
giustizia del Re.
Questo è quanto, Sire…mi rammarico di non esser
riuscito a portare quel traditore di lord Redwyne dinanzi a voi, e mi
rammarico ancora di più per la morte di lord Stannis, uomo valido come
pochi.
Inoltre, se mi è concesso, vorrei porre l’accento sulla
preoccupante situazione in cui versa l’Altopiano: prima Mullendore, ora
Redwyne…ma il nostro buon lord Mace Tyrell esercita una pur minima
forma di controllo sui suoi lord alfieri, oppure preferisce esercitare
il suo controllo sulla sua tavola imbandita?”
Dopo un attimo di
silenzio, il re riprende la parola: "Già, questa è una buona domanda,
principe. E' una domanda ancora migliore, se pensiamo che lord Mace e
la sua famiglia, unica tra tutte quelle nobili che avevano partecipato
alla festa del mio quindicesimo anniversario, se ne è andata da palazzo
quasi senza una parola. E non credo che il funerale della vecchia
potesse giustificare una simile fuga in massa: per i Sette Dei, un re è
comunque più importante di una madre!"
"Noto comunque che gli eventi
occorsi al regno negli ultimi tempi sono gravi: prima la morte di lord
Hoster; poi la morte del fido ser Renly e la fuga, che puzza di
tradimento, di suo fratello lord Robert; questi maledetti Tyrell che
hanno lasciato la corte; la morte di mio fratello, il principe Viserys,
durante il viaggio di ritorno; anche, nel suo piccolo, la morte di
Norbert Vance, che lord Hoster mi aveva indicato come possibile futuro
membro del Concilio Ristretto; e ora la valorosa morte di lord Stannis:
tutto sembra congiurare contro di me e contro il regno! La mia Guardia
Reale ha perso ben due membri, il mio Concilio altri due... ed un altro
ben presto lo perderà, visto lo stato del tesoro reale!
Attendevo
solo il vostro ritorno, signori, per annunciarvi che ho deciso di
licenziare lord Ditocorto. Non osavo farlo con tutti voi lontani, per
timore che una congiura di borghesi volesse attentare alla mia vita, ma
ora...".
"Mio sire", dice lo stesso lord Petyr Baelish, alzandosi
dal seggio al quale era seduto, "Mi dolgo delle vostre parole, dopo
glli anni si duro e volenteroso servizio per voi. Ma credo di avere una
piccola notizia che potrebbe rialzare il vostro morale: anch'io
attendevo solo la presenza di lord Connington e dei suoi compagni per
rivelarvela. Non appena sono tornato dal viaggio a Luce Solitaria, con
l'inutile prigioniero che sapete, ho ripreso le indagini sullo stato
del nostro tesoro e sulle responsabilità per l'enorme buco che vi
abbiamo trovato la sera della vostra festa. Ebbene, maestà, le indagini
di lord Mooton e le mie conoscenze ci hanno permesso di individuare
quest'uomo", dice, mentre due armigeri portano al loro cospetto un
pover'uomo in catene, pestato a sangue. "Si chiama Solly, ed era un
funzionario del tesoro - uno di quei borghesi che temevate si sarebbero
sollevati in mio favore, ed invece complottavano ai miei danni. So che
lui stesso ha prelevato parte del tesoro reale, sire: è stato visto. Lo
abbiamo perquisito". Lord Baelish fa una pausa studiata. "Gli abbiamo
trovato addosso poco denaro, chiavi, un foglio di pergamena e un
pugnale..."
Lord
Baelish fu sommerso dalle domande dei nobili. Mostrava loro con
imbarazzo gli oggetti trovati addosso a Solly. Euron Greyjoy
giocherellava con le chiavi, facendole roteare attorno all'indice della
mano, mentre spaziava l'orizzonte dalla finestra. Oberyn Martell e
Jaime Lannister fissavano la loro attenzione sul pugnale. Jon Arryn
scrutava in controluce il foglio di carta bianco in cerca di segreti
nascosti. Dopo qualche minuto fu quest'ultimo a rompere il silenzio.
"Sire, credo di aver capito come risolvere questo mistero. Sentite
quest'odore?" fece per annusare il foglio di carta, ma venne interrotto
bruscamente da Jon Connington. "Lord Arryn, questo non è il momento
adatto per perderci in chiacchiere. Sono sicuro che saprete fornirci
una spiegazione dettagliata più tardi. Cosa avete scoperto?"
"Ebbene,
se ci tenete tanto, sarò rapidissimo." Si girò a lato della sala e
chiamò un servo "Portami del succo di limone e un pennello. Subito! O
Lord Connington si arrabbierà." Il Re sembrava sul punto di esplodere
"Arryn. Spero che tu sappia quello che stai facendo." Dagli altri Lord
si levò un coro di proteste, ma fortunatamente il servo tornò nella
sala con una coppetta piena di succo e un piccolo pennello e Jon Arryn
fu lasciato libero di proseguire nel suo esperimento. "Molti anni fa, a
Nido dell'Aquila lessi un vecchio libro in cui si descriveva un
inchiostro magico usato ad Asshai delle Ombre capace di scomparire alla
vista di tutti, tranne del legittimo destinatario del messaggio. Ma
come accade spesso, dietro la magia c'è solo un buon trucco. State a
vedere."
Appoggiò il foglio di carta sul tavolo, prese il pennello e
ne bagnò delicatamente la punta nel succo di limone. Con rapide passate
stese un sottilissimo strato di succo sul foglio e si fermò ad
osservare. Tra lo stupore dei nobili sul foglio comparirono alcune
frasi vergate a mano "6000 Dragoni d'oro verso Vecchia Città: a
mezzanotte del giorno della festa il carro di Roland Storm attenderà
alla Porta delle Rose"
La soddisfazione di Jon Arryn era evidente.
"Sembra che abbiamo qualcuno che è scappato di nascosto. Almeno così
pensava di fare. Sire, permetteteci di rimediare alla fuga di Paxter
Redwine trovando questi traditori."
La lettura delle frasi aveva
segnato ulteriormente il volto cupo di Raeghar. Alzò lentamente il capo
e cercò con gli occhi un posto sicuro. L'incertezza lo riscosse.
"Arryn, se dovete rimediare ad un errore, devo evitare che ne compiate
un altro. Cosa intendete fare?"
Jon non se lo fece ripetere due
volte. "Innanzitutto occorre capire quanto tempo abbiamo a disposizione
per organizzare le difese. Bisogna stanare questo Roland Storm, in
qualsiasi tana si sia nascosto e costringerlo a parlare. Dobbiamo
sapere con chi si è incontrato e, soprattutto, con chi s'incontrerà
ancora. Dovrebbe essere facile trovarlo. Se è in città è probabile che
sia ancora nella zona della Porta delle Rose, ma se così non fosse,
temo che avremmo dei grandi problemi. A questo punto non è da escludere
un coinvolgimento degli Hightower e, forse, degli stessi Tyrell. Spero
che Ser Loras riesca a farmi ricredere, ma di fronte a queste minacce
Approdo del Re non è più un posto sicuro per voi."
Jon Connington
appare pensieroso: "Ma di che festa si sta parlando nel messaggio? Non
vorrei che fosse un riferimento alla festa tragicamente conclusasi con
la morte di lord Hoster..."
Myles Mooton interviene: "Non può che
essere così: non vi sono stati altri festeggiamenti, in città, né ne
sono previsti a breve."
"Dobbiamo quindi pensare," interviene
Ditocorto, "che questo messaggio sia riferito ad una consegna avvenuta
nel passato, o forse saltata a causa della morte del Primo Cavaliere.
Ma l'idea è: cosa ne possiamo ricavare di utile, adesso?"
"Mi chiedo se il nostro nuovo amico Mullendore non abbia qualcosa da suggerirci..."
Jaime si avvicina al prigioniero, si volge verso il re e chiede:
-
Maestà, lasciatemi provare a far ragionare il prigioniero. Sono
convinto di poterlo convincere dell'opportunità di "saltare il fosso" e
di rimettersi alla vostra clemenza.
Si volge poi verso Sir Mark...
-
Ser Mark Mullendore, avete cospirato contro il Regno e contro il vostro
Re. Comunque vadano i piani dei vostri complici e dei vostri mandanti
la vostra testa è ormai destinata a rotolare nella polvere, se sua
maestà si mostrerà clemente. tuttavia io sono convinto che se vi
dimostraste pentito, se ci forniste informazioni importanti per agire
risolutamente per il bene del regno la vostra vita posso ancora essere
risparmiata.
Dunque, Mullendore... chi sono i vostri mandanti!
Ser Brynden si avvicina al prigioniero e lo squadra con cautela.
"Sembrate
molto convinto della riuscita della cospirazione. Sembra anche che
fosse prevista anche la vostra cattura. Ma mi sembra assai
improbabile.-in tono ironico-Come potete vedere anche i migliori piani
possono presentare degli intoppi. E quindi possono fallire...Ora voi vi
trovate in una posizione di stallo...tra il vostro legittimo sovrano,
che dispone della vostra vita, e un traditore...che presumibilmente vi
ha abbandonato al vostro destino...e che vi disconoscerebbe se voi
doveste parlare. Non mi pare una persona degna di lealtà.
Se proprio
non volete fare il nome...sarei curioso di conoscere i motivi che vi
hanno spinto, voi personalmente, a fare questa scelta. Cosa vi è stato
promesso per il tradimento al nostro re?
Euron Greyjoy, ascoltando le parole del prigioniero, scuote mestamente il capo.
"Conquistare
Approdo non significa conquistare il Regno. Per non parlare della
fedeltà delle famiglie più potenti, che qui sono rappresentate al
completo. Cos'ha il tuo signore più del nostro, al punto da non temere
l'ostilità di noi tutti e dei nostri eserciti? Non ha un tesoro,
altrimenti non avrebbe derubato quello reale. Non ha un suo esercito né
alleati di peso, altrimenti non avrebbe mendicato l'aiuto dei
mercenari, addirittura perdendone qualcuno per strada. Non sembra
neanche avere il titolo per aspirare al trono, altrimenti non si
vergognerebbe di celare la propria identità".
"Su una cosa però mi
piacerebbe vederti accontentato: l'Altopiano. Lo vuoi interamente fra
le tue mani? Benissimo. Ho una proposta che potrebbe interessare a re
Rhaegar e ai nobili qui presenti per esaudire il tuo desiderio. Prima
però rispondi".
A quell'aria di sfida, Jon Arryn non riuscì più a trattenersi.
"Se
credete, con le vostre parole, di insinuare il minimo dubbio sulla
lealtà di chi si trova in questa sala, sbagliate di grosso, Ser Mark.
E
se credete che nessuno di noi avrà il coraggio di sporcare la propria
spada con il vostro sangue, sbagliate due volte." Prese la propria daga
e con un gesto rapido la portò ad un millimetro dalla fronte di
Mullendore. "Voi non siete altro che una pedina in un disegno molto
ampio. Spero che ve ne rendiate conto. Appena il vostro signore saprà
che siete in mano nostra, e statene certo, sarà mia premura fargli
arrivare la notizia dovunque esso sia, credo si dimenticherà delle
promesse che vi ha fatto e non si fiderà più di voi. Probabilmente
manderà un uomo ad uccidervi nel sonno e non sarò io ad impedirglielo.
Siete in una brutta situazione e l'unico modo per uscirne è tornare
nella grazia del Re. Il nostro Re. Parlate o questa daga si tingerà di
rosso."
Euron
Greyjoy si avvicina con cautela a Jaime Lannister, schiarendosi la
voce: "Cavaliere, non credo che il prigioniero in questo momento sia in
grado di prestarti molta attenzione. Forse qualcuno dovrebbe
intervenire" conclude, accennando al manto bianco di Jaime.
Insoddisfatto
dall'andamento dell'interrogatorio, Jon Arryn chiama a raccolta i lord
intorno al Re facendo bene attenzione che le sue poche parole non siano
ascoltate in fondo alla sala da Mullendore.
"Sire, le minacce non
hanno dato i risultati sperati. Forse è giunto il momento di rischiare
il tutto per tutto. Dobbiamo far credere a ser Mark Mullendore di aver
catturato Paxter Redwine, e che questi abbia iniziato a parlare.
Lasciatemi fare, e se questo non funzionerà non so davvero cosa
potrebbe smuovere quest'uomo dalle sue posizioni." Senza aspettare
altro, Jon Arryn si dirige a grandi falcate da Mullendore e lo guarda
attentamente. "Mullendore. Sembra che i vostri servigi varranno ben
poco tra qualche ora. I nostri uomini hanno catturato un uomo ben più
socievole di voi. E a quanto pare anche più affidabile. E' strano
quanto alcune pedine costino poco, e quante invece valgano
l'Altopiano." La frase si rompe in una risata beffarda "Devo
ammetterlo. Siete stato molto abile a non scomporvi finora. Peccato che
non siate il solo a conoscere certi segreti. Non è stato facile
trovarlo, ma alla fine Roland Storm non si è dimostrato essere un
fantasma. Sono sicuro che lo conosciate, vero?
E Paxter Redwine?
Qualche giorno ancora e lo vedremo ai ceppi. Sarà molto più incline a
collaborare. Ha molto da perdere, a differenza vostra. E la pace del Re
per lui è l'unica soluzione. Per voi non rimane che la giustizia del
re, a meno che non ci dimostriate il contrario. Avete da aggiungere
qualcosa prima di finire i vostri giorni con la testa infilzata su una
picca?"
Euron
Greyjoy osserva con sollievo il re allentare la presa sul prigioniero.
Si avvicina quindi a quest'ultimo, piegandosi sulle ginocchia per
osservarlo in volto. Il suo sguardo è carico d'ironia. "Lo vedi che
succede a tirar troppo la corda, lord delle farfalle? Stai facendo
arrabbiare tutti. Io sono ancora in grado di rispettare alla lettera la
mia promessa, se il re, che sono certo la apprezzerà, me lo permetterà.
Potrei persino metterla per iscritto, perché sono certo di poterla
realizzare. Ora sta a te scegliere se dare ascolto a Occhio di Corvo e,
anche senza meritarlo, vivere e ritrovarti fra le mani l'intero
Altopiano, da Città Vecchia ad Altogiardino, dalle Marche meridionali
al fiume Mander e oltre... oppure se morire qui per mano di uno
qualsiasi dei presenti. Non aspettano altro, ne hai appena avuto la
prova. Cosa scegli?".
Nota off-g: ma c'è stata una proroga? Se vi siete solo dimenticati di chiudere cancellate, è più semplice da seguire.
Una
luce sinistra illumina gli occhi del pirata. "Te lo giuro davanti agli
dèi, Mullendore. Sono certo che il Re si troverà d'accordo con la mia
idea: io stesso mi prodigherò per far rispettare alla lettera quanto
chiedi. Dicci chi sono i complici nella Fortezza Rossa, e avrai
l'intero Altopiano fra le tue mani. Dicci anche dove si nasconde il tuo
mandante, colui che intende usurpare il trono di Re Rhaegar, e avrai
salva la vita. Dicci infine il suo nome, e sarai libero.
"Sei
noioso, Mullendore, oltre che stupido. Non ti ho chiesto di descrivere
la mia offerta: è evidente che a te convenga rispondere a tutt'e tre le
domande a prescindere da cosa desideri di più. E cosa c'entrano i tuoi
complici? Che confermino o meno le tue parole, è comunque la tua vita
ad essere in gioco.
"Dimmi: hai dunque mentito poco fa, quando hai
parlato di un'offerta che potrebbe superare quella del tuo mandante? La
stai rifiutando? Se è così, mi farò da parte e lascerò che loro
continuino da dove si sono interrotti". Con un ampio gesto, il braccio
di Euron chiarisce in modo eloquente l'ultima affermazione. L'arco che
descrive include Rhaegar, le cui mani tremanti sembrano ancora
artigliare il collo del prigioniero, include Jaime e il suo sguardo
carico di promesse poco rassicuranti, e Jon Arryn, con la daga stretta
in pugno.
"Stai davvero rifiutando, Mullendore?"
"State
cercando di ridicolizzare una generosa offerta con espedienti
decisamente stupidi: ovviamente l'offerta, che Greyjoy ti ha fatto a
pezzi per via del suo amore della retorica (immagino che a vivere su
una nave di marinai muti si finisca per amare molto il suono della
propria voce) è da accettare o rifiutare in un unico blocco: tutto
quello che ti abbiamo chiesto in cambio di tutto quello che ti abbiamo
promesso.
Non preoccuparti di quello che vogliamo noi (anche perchè
non siamo noi a decidere, conta solo la volontà del re), preoccupati
piuttosto di fare la scelta che più ti conviene, finchè ne hai la
possibilità... personalmente mi sto già stufando, e per non perdere
ulteriore tempo ti darei volentieri agli aguzzini... dacci la tua
risposta, e preparati a riceverne la ricompensa, in un caso, o
nell'altro!"
Jon Snow, accanto a Rhaegar, parla per la prima volta.
"Se
non sarà la vostra testa a rotolare, quali altri scrupoli vi
impediscono di rivelarci quei dannati nomi?"- a dispetto delle sue
parole, il tono del giovane è pacato e dalla sua persona non traspare
alcuna emozione. -
"Siete tanto fedele al vostro signore da giungere
a perdere la vita per causa sua?"- chiese beffardo -"Bah....una volta
che sarete morto, che ne sarà di tutte le ricchezze che vi furono
promesse?"
- Jon allarga le braccia scuotendo la testa. -
"Siete
molto abile con le parole, finora avete parlato senza tuttavia dire
niente! Vi siete fatto beffe di noi, delle nostre minacce, delle
generose offerte......In verità, non credo sappiate apprezzare la buona
sorte quando questa vi tende una mano!"- poi, dopo una breve pausa,
mentre la mano sfiorava l'elsa della spada, aggiunge in tono fermo -
"Da
dove provengo io, ser, i traditori e gli spergiuri come voi non sono
trattati con siffatta clemenza! La legge del Nord è tanto dura quanto
giusta; la vita di uomini della vostra specie vale molto meno di quanto
possiate immaginare....pensate di rivelarci il nome del vostro
mandante, Mullendore?"
- poi, rivolgendosi a Re Rhaegar -
"Vostra Maestà, la Legge è presso di Voi e solo Voi potete prendere l'ultima decisione.
Se
dipendesse da me vi chiederei di permettermi di lasciarmi eseguire
questa sentenza o, se preferite, far venire mio padre con Ghiaccio.
O...Ilyn Payne. "- un brivido di terrore corse lungo la schiena degli
astanti al solo pronunciare con tono gelido il nome del boia reale.
-"Da questo verme ho la sempre più ferma convinzione che non caveremo
un ragno dal buco."
Concluse con lo sguardo fermo e gelido puntato su Mullendore.
"Vostra
Maestà... - chiama rispettosamente Jon. - L'usanza del Nord dice che,
quando togliamo la vita ad un uomo, è nostro dovere guardarlo diritto
in faccia ed ascoltare le sue ultime parole prima di eseguire la
sentenza. Se Vi compiace, concedete a questo infimo verme di chiarire
il contorto pensiero che va formulando... nel tempo che Ser Loras
impiegherà a tornare."
Poi, piantando su Mullendore il suo sguardo d'acciaio, afferma con voce glaciale:
"Se avete qualcosa da dire, ser, fatelo adesso prima che arrivi Ser Ilyn Payne; oppure portatevelo nella tomba!"
-
Molto bene, Ser Mulledore - dice Jon, impassibile - sembra che infine
abbiate deciso di smetterla con i giri di parole... Ammanchi dal Tesoro
Reale, dite. E la morte di Lord- imprime maggior forza mentre pronuncia
la parola- Hoster Tully non era prevista... Mhm... A questo punto viene
naturale chiedervi: come facevate a procurarvi il denaro dal Tesoro
Reale? Chi vi ha aiutato?- fa una pausa, fissando negli occhi il
traditore.
- E soprattutto, penso sia ormai ora che voi ci sveliate
il vostro mandante... Parlate in fretta...i passi di Ser Loras e Ser
Ilyn già risuonano nella galleria......-
/me organizzatore mode on
Non sono ammessi due messaggi consecutivi da parte dei portavoce.
Il più recente è stato pertanto cancellato.
/me organizzatore mode off
La principessa Rhaenys, dopo aver ascoltato in disparte l'interrogatorio si avvicina al prigioniero ridendo.
"Mi
sono divertita veramente tanto a vedervi giocare con la piovra, ma pare
ci sia voluto un lupo per farvi cominciare a parlare... " Ammicca in
direzione di Jon Snow
"...bene Mullendore, non vi fermate.. avete ancora tanto da raccontare.."
Afferra
Mullendore per i capelli e lo strattona vicino a sé. Negli occhi della
giovane è chiaramente leggibile il disprezzo per quel traditore.
“Sarò
molto sincera con voi: temo che ormai niente possa salvarvi la vita. Ma
una rapida esecuzione credo sia di gran lunga migliore del
trascorrerete i vostri ultimi giorni giù nelle celle nere, sebbene mio
padre si vanti che siano vuote dall’inizio del suo regno state pur
certo che per voi faremo un'eccezione. Non posso esser certa che Ilyn
Payne riuscirà a farvi parlare, ma sicuramente urlerete… oh… quanto
urlerete, vi sentiremo invocare la morte fin da quassù!"
Un ghigno diabolico si dipinge sullo splendido volto della principessa Rhaenys.
“Non
mi interessa se porterete il vostro segreto con voi nella tomba, mi
accontenterò della vostra atroce morte! Se voi non parlerete state pur
certo che lo farà qualcun altro."
Gli occhi della principessa vanno
a cercare quelli di Rhaegar e le scarlatte labbra della ragazza si
dischiudono in un tenero sorriso per suo padre.
Quando si volta nuovamente verso il prigioniero la sua espressione è fredda e severa.
"Mio
padre è stato fin troppo paziente con voi! Questa è dunque l’ultima
possibilità che vi resta: non mi sembrate nella condizione di trattare,
nè io mi accontenterò di qualche misera informazione… Ditemi chi è a
capo di tutto questo!”
Mulledore
sta ancora ridendo sguaiatamente quando il calcio di Jon Snow lo
colpisce, preciso, sulla mandibola. Fulmineo, il giovane uomo si è
portato tra il traditore e la principessa, quasi a schermare
quest'ultima dalle infami parole rivoltele dal decaduto cavaliere.
Il
rumore secco della suola contro l'osso risuona nella sala. Alcune gocce
di sangue schizzano sul pavimento mentre l'uomo, da in ginocchio che
era, si accascia su un fianco, la risata trasformata in un sordo
lamento.
Il giovane, paonazzo in volto, fissa l'uomo ai suoi
piedi per qualche istante poi, con un enorme sforzo di volontà, si
ricompone.
Nondimeno, la sua voce è ricolma di rabbia quando si rivolge all'uomo per terra davanti a sè.
-
Mulledore, qualunque traccia di cavalleria possa esserci stata in voi è
scomparsa del tutto.La vostra memoria è evidentemente corta, o la paura
della morte vi ha fatto completamente uscire di senno. Se avete dei
nomi da dire, diteli! Non fate inutili giri di parole! - il giovane
calca le ultime parole, fissando con occhi torvi l'ex-cavaliere.
-
Mulledore, il filo da cui pende la vostra patetica vita è ogni secondo
più sottile. Ser Illyn ormai è arrivato, e sono certo che non si farà
scrupoli a spiccarvi la testa dal busto immediatamente, se doveste
ancora insultare o minacciare la Famiglia Reale. - prende il volto del
traditore, da cui pende un filo di bava misto a sangue, tra le dita
della mano destra, girandolo fino a fissarlo decisamente negli occhi-
Diteci quei nomi e, forse, vivrete per vederla, quella battaglia di cui
tanto farneticate... -
Ser
Loras Tyrell, uscendo finalmente allo scoperto dopo un lungo periodo di
silenzio, chiede a ser Mark: "Avete coinvolto i miei parenti, e di
questo certo non vi posso essere grato. Mi dovete qualcosa, cavaliere,
per la fedeltà che dovete alla mia casata, al mio lord padre... ed
anche a me. Ed io ho tutto l'interesse di dimostrare che, anche se le
vostre parole dovessero rivelarsi vere, non tutti i Tyrell sono marci e
sleali verso il reame. So che vi è già stato chiesto, ma non credo alle
vostre risposte reticenti: dove dovrebbe avvenire l'attacco che avete
pianificato?".
Mullendore, ormai estenuato, risponde: "Avete
ragione, cavaliere: devo fedeltà anche a voi, e sono certo che voi non
siate coinvolto in tutto questo. Ciò mi dovrebbe imporre di rivelare
ciò so soltanto a voi, e lasciarvi decidere poi, liberamente, se
condividerlo o meno con i vostri compagni... ma dato che le vostre
parole ora sono molto chiare, accetto la vostra richiesto, e dirò
infine la verità. Quale migliore luogo per un attacco navale di un
porto ormnai rimasto senza navi, grazie alla preziosa collaborazione
del vostro amico pirata, anni fa? Niente è meglio di Lannisport, in
questo caso".
Rhaegar fa il suo ingresso in un salone che para
un mare in tempesta, seguito dai nobili che avevano condotto con lui
l'interrogatorio di Mark Mullendore.
Tywin Lannister sta discutendo
animatamente con il principe Aegon, ma all'arrivo del re si pianta
dinanzi a lui e gli dice con voce glaciale: "Sire, questo non sarebbe
successo, se ora fossi stato a Castel Granito, a difendere le terre che
il mio titolo prevede siano sotto il mio dominio. Non aspetterò
ulteriormente: Lannisport forse cadrà prima del mio arrivo, ma l'Ovest
sarà difeso. Fratello, andiamo."
Prima che Rhaegar possa anche solo
proferire parola, il lord del Leone esce con passo sicuro dalla grande
sala, senza mai voltarsi, seguito da Lord Kevan.
Visibilmente
imbarazzato, il re si schiarisce più volte la voce e poi inizia:
"Bene... Bene... Il Leone ha capito da solo la propria destinazione,
senza che dovessi essere io a spiegargliela... Molto bene! Principessa
Arianne, desidero che voi immediatamente vi rechiate presso la vostra
gente: voglio tutte le lance di Dorne pronte ai valichi delle Montagne
il prima possibile. Viaggerete per nave. Principe Oberyn, non rivolgo a
voi questa richiesta, e presto capirete il motivo. Lord Stark, voi
farete lo stesso con la vostra gente; Vostro fratello Benjen nel suo
viaggio di ritorno al Moat Cailin si fermerà presso Edmure Tully a
rivolgergli il medesimo ordine... Mentre vostro figlio Robb mi sarà
utile per intercedere presso Robert Baratheon. L'amicizia che lega le
vostre famiglie spero tratterrà il Cervo dal prendere decisioni
incosulte, malgrado sia noto il poco amore che nutre per me. Le truppe
del Nord dovranno essere pronte ad Harrenal, in modo da poter
controllare via terra tutti i principali accessi ad Approdo."
Eddard si acciglia notevolmente alla notizia, ma il re passa oltre.
"Greyjoy,
le vostre mosse hanno prevenuto tutto questo, confido che la Flotta di
Ferro sia pronta a dar battaglia nelle acque di Lannisport; vostro
fratello Victarion è un buon comandante, conto su di lui per spezzare
le reni ai ribelli! Jasper Arryn, a te il compito di condurre i
cavalieri della Valle qui nella capitale; sospetto che questo attacco
nell'Ovest sia solo un diversivo, e la capitale deve essere protetta."
Si
rivolge infine al gruppo di nobili che tanta parte aveva avuto nello
svelare il complotto: "Il vostro compito sarà il più delicato: a questa
ribellione deve essere mozzato il capo prima che degeneri in una guerra
senza quartiere! A voi quindi il dovere di recarvi a Vecchia Città ed
arrestare i Tyrell coinvolti, oltre a chiunque altro riteniate
opportuno. Ser Loras rimarrà qui, come mio ostaggio personale. Domani
all'alba partierete, a cavallo, verso la vostra meta. Ser Arthur Dayne
vi guiderà, come protettore di mia figlia Rhaenys."
All'alba, i nostri eroi si apprestano a partire.
Prima
della partenza, tuttavia, ser Arthur li prende da parte e dice loro:
"Miei signori, il re vuole una spedizione veloce, ma non possiamo
permetterci di essere intercettati, come accadrebbe inevitabilmente ad
un corteo composto da così tanti uomini. Andremo dunque a cavallo, in
incognito, senza le nostre insegne, ed andremo separati, ognuno con una
decina di uomini a propria disposizione, partendo scaglionati. Ad
ognuno di voi fornirò ora un foglio con l'indicazione del percorso che
dovremo fare in questo periodo di tempo."
Alle
porte della Fortezza, massima è la sorpresa nel vedere ser Brynden
Tully interamente vestito di bianco, novello Cavaliere della Guardia
Reale. "Molto bene," dice ser Arthur, "mettiamoci in cammino".
Il principe Oberyn Martell è il primo ad arrivare alle porte di Vecchia Città, poi giungono via via tutti gli altri.
Per ultimo, arriva anche il gruppo guidato da ser Arthur Dayne e dalla principessa Rhaenys.
Prima
di entrare in città, ser Arthur invita tutti i nobili ad un breve
conciliabolo e dice loro: "Nobili signori, spero che non abbiate
incontrato particolari problemi, lungo il cammino. Rilevo che siamo
partiti da Approdo del Re senza avere in mente un piano preciso. Il
nostro compito, ora, è quello di catturare ser Moryn Tyrell, capitano
della guardia di Vecchia Città, e suo fratello, l'arcimaestro Gormon:
sono due personaggi pubblici, facili da trovare, ma difficilmente
potremo permetterci di entrare semplicemente in città, presentarci
davanti a loro sotto le insegne reali ed arrestarli senza dare
spiegazione alcuna; a maggior ragione, non possiamo farlo senza
conoscere la posizione in questo intrigo della casa Hightower e dei
maestri della Cittadella.
Proprio per questo motivo, ritengo che sia
opportuno discutere ora del piano da attuare per la loro cattura.
Signori, attendo il consiglio di tutti voi".
Il
primo a prendere la parola è Euron Greyjoy: "Avete mai provato a
spezzare la catena di un maestro della Cittadella?" Euron risponde con
un ghigno agli sguardi perplessi degli altri. "Immagino di no. Ebbene,
il trucco è semplice: per avere successo al primo colpo, basta mirare
all’anello forgiato col metallo più fragile. La situazione in cui si
trovano i due Tyrrel non è molto diversa, essendo protetti da complici
e alleati. Io propongo di inviare qualcuno in città per trovare
l’anello debole fra chi li circonda. Una volta individuato, ci
muoveremo per colpirlo. Il resto verrà di conseguenza, e nessuno dei
nobili qui presenti rischierà nulla. Prima di agire, tuttavia, dovremo
trovare un piccolo vascello con cui ripartire immediatamente, perché in
questa missione non ci sarà spazio per la diplomazia. Fidatevi di me,
ho già dimostrato la mia abilità come cacciatore."
"Senza vessilli
reali", interloquisce il principe Oberyn, "'unica possibilità che
abbiamo è quella di cogliere quei due fuori dalle loro faccende
pubbliche. Attirarli fuori dalla cittadella, insomma. Fortunatamente
non sono al corrente che il loro piano è stato quasi del tutto
sventato, ma per compiere la cattura ci serve un contatto.
Se
vogliamo evitare di dare dell'occhio, eviterei di scomodare i Maestri
che conosco, anche perché, per quanto abili nelle conoscenze, non
sarebbero in grado di portare ser Moryn Tyrell e l'arcimaestro Gormon
nella nostra rete senza qualche intoppo. Suggerirei quindi di
rivolgerci a mia figlia Sarella, che, fino a prima della mia partenza
verso Approdo del Re, risiedeva a Vecchia città sotto falsa identità.
Oh, non chiedetemi per quali affari si trovi laggiù...le mie figlie hanno tutte uno spirito indomito, e le lascio molte libertà.
Tuttavia
è una fortuna a nostro favore. Una volta arrivati a Vecchia città,
molto discretamente, oserei dire, e magari a piccoli gruppi per non
dare dell'occhio, prenderò contatti con lei. Intanto bisognerà
chiederle appunto fino a che punto la famiglia Hightower sia coinvolta
in questa congiura. Nella migliore delle ipotesi sarà poi in grado di
portare i due traditori verso di noi, magari fingendo di essere dalla
loro parte, o - perché no- comunicandogli che uno stremato Ser
Mullendore li sta attendendo alle porte della città! E a quel punto non
faremo altro che prenderli, impacchettarli e portarli al cospetto di
Sua maestà. In caso contrario sarà comunque questione di poco tempo
prima che la mia Sarella scopra dove si sono rintanati quei due topi di
fogna, ma la conclusione sarà la stessa."
"E il ritorno? Insomma, mi
pare che stiamo dimenticando che l'Altopiano è in mano alla famiglia
Tyrell, e noi non potremo tornare ad Approdo del Re senza problemi, se
preleveremo Gormon e Moryn." La voce di Jon Snow è carica di dubbi.
"La barca..." inizia Euron Greyjoy.
"Allungheremmo
parecchio, pirata", prosegue Oberyn Martell. "Io opterei per deviare su
Stelle al Tramonto, dove potremo contare sull'ospitalità dei Dayne, e
dove potremo far sputare qualcosa di interessante ai prigionieri, se
avremo un attimo di tempo. Fare ritorno ad Approdo passando per Sala
dell'Estate non ci porterà via molto tempo, e soprattutto potremo avere
la sicurezza di non essere inseguiti da dei fastidiosi fiorellini."
"Non
so se possa essere sufficiente" fa pensieroso Jon Snow. "Presso Vecchia
Città si trova Arnia del Miele, da tempo immemorabile sede della
famiglia Beesbury. Ebbene, io sacrificherei parte delle nostre forze a
capire se sono dalla nostra parte. Non è un'impresa in cui potremo
avere la meglio con la forza, quindi il numero non sarà la nostra arma.
Ecco la mia idea: potremmo mandare in avanscoperta tre piccoli gruppi
formati da non più di quatto/cinque uomini ciascuno. Ogni gruppo avrà
il compito di controllare rispettivamente i due ricercati ed anche gli
Hightower; abbiamo solo sospetti su di loro, tuttavia è necessario
ottenere delle prove di un loro eventuale coinvolgimento nel complotto
ai danni del Regno, anche per sapere cosa aspettarci quando entreremo
in città. Nel frattempo una piccola guarnigione potrebbe raggiungere
Arnia del Miele ed appurare la fedeltà dei Beesbury ed eventualmente
chiedere il loro aiuto. A questo punto gli uomini a nostra disposizione
risulterebbero divisi in due grandi contingenti; il primo, ripartito in
vari gruppi, attivo a Vecchia Città e presso Arnia del Miele, ed il
secondo che entrerà in azione in un secondo tempo e che fungerà di
supporto per l'arresto dei traditori. Durante la seconda fase del
piano, ovvero la cattura, i gruppi dovranno agire quasi
contemporaneamente, al fine di tagliare la fuga sia a Ser Tyrell sia a
maestro Gormon nel caso avessero avvisaglie del pericolo che incombe su
di loro."
"La tua idea, ragazzo", esclama ser Arthur, "non tiene
conto di come faremo a catturare i nostri nemici, però... Avere una
base a Arnia del Miele potrebbe essere una buona idea, ma dobbiamo
capire come agire qui a Vecchia Città."
A voce bassa e ferma, ser
Brynden si fa avanti: “Dobbiamo in primis essere cosapevoli del fatto
che ci saranno occhi e orecchie praticamente ovunque. Se quello che
abbiamo scoperto è vero, è anche possibile che parte delle guardie di
Vecchia Città e dei maestri della Cittadella sia già schierata contro
il nostro amato sovrano. Non mi stupirei nemmeno che i traditori siano
già a conoscenza della cattura di Ser Mark e abbiano preparato qualcosa
per una nostra visita.”
“In secondo luogo: gli obbiettivi che ci
proponiamo. Dobbiamo catturare due membri di spicco della casa Tyrell,
due persone che sarà difficile trovare nello stesso posto. Si può
supporre che Maestro Gormon sia alla Cittadella, mentre ser Moryn
potrebbe essere alla caserma della Guardia.
Siamo pochi, e in uno scontro armato la vittoria sarebbe fin troppo facile se ci troviamo schierata contro la Guardia Cittadina.
“Fino
ad adesso hai esposto cose che sapevamo più o meno tutti, cavaliere”si
spazientisce il principe Oberyn, ansioso di entrare in azione
“Infatti,
ma credo fosse opportuno ribadirle, principe. Ecco il mio piano, che vi
anticipo subito, è rischioso…specie per voi principessa-dice volgendo
gli occhi azzurri su quelli spendidi e viola della giovane
Targaryen-infatti se verrà rifiutato, potrò ben capire”
La principessa Rhaenys annuisce gravemente
“Esponete il vostro piano, ser, poiché non è certo il coraggio che manca alla mia casa e al mio sangue”
Brynden
annuisce, cosapevole che gli occhi sono tutti puntati su di lui, ma
soprattutto sente quelli della principessa. Quello che stava per
proporre non era degno di un membro della guardia reale: lui doveva
proteggere quella ragazza….ma se volevano riuscire…
“Il mio piano si
basa sul fatto che solo una parte delle guardie sia disposta a tradire
il re, ma che l’altra non sia ancora consapevole di quello che sta
accadendo. Se Ser Moryn avesse reso partecipe tutta la guardia del
tradimento, di certo si sarebbero creati dei disordini da parte di chi
è ancora fedele al re. E anche se questi disordini fossero stati
sedati, state certi che almeno un corvo messaggero sarebbe arrivato ad
Approdo del re…”
“Si cavaliere, credo di poterti dare ragione” approva Oberyn
“La
situazione è più difficile per quanto concerne la fedeltà dei Maestri
della Cittadella, ma credo che una volta che avremmo Moryn nelle nostre
mani, l’altro sarà più semplice da catturare, per lo meno a livello di
resistenza fisica.”
“Dunque voi proponete di puntare su un solo obbiettivo”dice Ser Arthur
“Dico di puntare prima su uno e poi sull’altro. Il numero è già piccolo e se ci dividiamo sarà anche peggio”
“E quindi cosa proponete…?”
Brynden
alza lo sguardo su Rhaenys, gli altri scompaiono dalla sua mente. Al
suo piano basta solo il coraggio di una singola persona: quella
ragazza, così fiera e orgogliosa.
“Che la principessa affronti da sola ser Moryn, con solo il suo protettore affianco”
Un
coro di proteste si leva immediatamente. Alcuni gridano al complotto,
Ser Arthur è pronto a snudare la spada, solo per il fatto che una cappa
bianca abbia proposto una simile cosa. Solo due persone stanno zitte:
la principessa, i cui occhi viola non si spostano da quelli azzurri di
Brynden e Jon Snow i cui lineamenti duri del nord non tradiscono
emozione.
“Fermi tutti!-esclama la principessa saettando ciascuno
dei presenti con lo sguardo-Voglio sentire il resto….andate avanti
cavaliere, ve ne prego”
“Mia signora,-ringrazia ser Brynden con un
cenno del capo. Ormai parla solo con lei, è lei quella che deve
decidere- Sapendo di essere diretti a Vecchia Città mi sono documentato
e ho cercato, negli archivi di Approdo del Re, quello che ora vorrei
mostrarvi.”
Tira fuori da una sacca del cavallo un foglio, ripiegato
su se stesso diverse volte, che si rivela essere una mappa. Tutti si
avvicinano all’ex Cavaliere della Porta Insanguinata che si inginocchia
a terra per stendere la carta.
“E’ Vecchia Città”riconosce Oberyn
“Permetti una correzione principe, questa è la vecchia Vecchia Città”
Tutti si guardano perplessi
“Vedete,
ho pensato che un posto importante come Vecchia Città, abbia avuto per
forza rifacimenti su rifacimenti. E soprattutto non possono mancare i
passaggi segreti e le vecchie condutture delle fogne. Sono pronto a
scommettere che ce ne sono ovunque….da Castel Granito, ad Approdo del
Re, a Nido Dell’Aquila…fino a Vecchia Città. Ho pensato sarebbe stato
utile conoscerli…ma qui la mia fortuna è andata oltre. Qualcuno di voi
ha una mappa attuale di Vecchia Città?”
Subito Ser Arthur passa la propria. La pianta, sebbene diversa in diversi tratti è facilmente riconoscibile.
“Guardate-dice
Brynden mettendo le due mappe accanto e indicando un punto in quella di
Ser Arthur-questa è la caserma….e proprio sotto- posa il dito
nell’altra mappa-ci sono i vecchi condotti…”
“Notevole cavaliere-ammette la principessa-e dunque cosa proponete?”
“Mia
signora, quello che vi chiedo è di andare alla caserma e di far valere
i vostri diritti, pretendendo che il traditore venga consegnato.
Ovviamente vi chiedo di indossare sotto gli abiti una cotta di maglia
per proteggervi il più possibile….perché spero di scatenare una
sommossa”
“Una sommossa!”lo sguardo di Oberyn si accende
“Si
principe: noi altri, opportunamente coperti da mantelli, andremo nelle
fogne, dubito che si siano curati di chiudere vecchi condotti o simili.
Questa mappa è parecchio accurata e sbucheremo entro la caserma. Ho
notato che è fatta come secondo modelli canonici, quindi non dovremmo
avere difficoltà ad orientarci. Ci metteremo in punti strategici, dice
indicando varie zone del cortile.
Il cardine del mio piano è il
seguente: non tutti i traditori, se non lo stesso ser Moryn reggeranno
il fatto di sentirsi scoperti dalla loro principessa…si sentiranno alle
strette e ordineranno di catturarla.
Ora signori…ciascuno di noi ha
avuto a che fare con delle guardie: come si reagisce quando si vede la
propria principessa in pericolo?”
Tutti tacciono…il piano di Ser Brynden inizia ad essere chiaro a tutti.
“Noi
individueremo i traditori, se sono a distanza accettabile li coglieremo
di sorpresa. Altrimenti tireremo via i mantelli e ci porteremi vicini
alle guardie perplesse che non capiscono perché i loro commilitoni
cercano di catturare la principessa. Scommetto tutto quello che volete
che tra capitani che conoscono da sempre, ma che si rivelano
completamente diversi da quello che credevano e nobili sconosciuti che
gridano di difendere la principessa, un soldato sceglie i secondi. Se
come penso io, almeno due terzi dei soldati sono all’oscuro di tutto,
la guardia cittadina sarà nostra in poco tempo. Non so se Ser Moryn
sarà lì, ma di certo gli leviamo l’appoggio dei soldati e lo mettiamo
alle strette. E poi ci si dirige alla Cittadella….dove si spera di
ottenere lo stesso effetto, con le guardie a noi fedeli pronte a
testimoniare….
Ecco il mio piano signori: semplice, basato
sull’onestà e sull’onore di soldati fedeli al nostro re. Il rischio è
notevole, specie per voi principessa-dice rivolto alla ragazza- quindi
vi chiedo la vostra opinione. Se voi accetterete, vi chiedo solo una
cosa….ho cercato nella mappa una via fogniaria che porti fuori dalla
città. E’ abbastanza vicina a dove vi troverete voi, nel cortile.
Quindi, se le cose si mettono male, vi prego di non tentare atti
coraggiosi, ma di scappare. Noi siamo uomini d’arme: il periocolo di
morire in battaglia ci è inculcato sin da quando impugnamo la spada di
legno da bambini. Ma voi…siete tra le persone più coraggiose che
conosca. Se gli dei avessero deciso diversamente per me e mi avessero
dato dei figli, avrei preferito avere una figlia come voi che dieci
figli maschi. Quindi ve ne prego-le prende la mano candida- a nome di
tutti, se il mio piano viene accettato e va male, tralasciate l’eroismo
e il coraggio e non date a vostro padre un dolore così grave. Scappate
per le fogne e tornate ad Approdo del Re.”
La principessa annuisce grave, il pallore che accentua ancora di più la sua bellezza.
Ser Brynden annuisce, le lascia la mano e si rivolge a ser Arthur
“Ecco il mio piano capitano, con tutti i pro e i contro. Che ne dite?”
Ser
Arthur, pensieroso, volge lo sguardo verso la principessa: “Molto bene
ser Brynden. Se anche la principessa Rhaenys è d’accordo io approvo
questo piano, però esigo che ci sia qualcuno ad accompagnarla entro le
mura della città. Miei lord?”
Prima che qualcuno potesse anche solo
parlare, fu la principessa stessa a rompere gli indugi: "Non c’è
bisogno che gli altri diano il loro avvallo cavaliere. La soluzione
proposta da ser Brynden offre ampi margini di successo, ed è questo che
conta. Il fatto che io debba andare incontro a molti rischi poi, è del
tutto irrilevante: sono una Targaryen quanto Aegon il Conquistatore,
quando Aemon Cavaliere di Drago e quando Baelor Spezzalancia, e non
saranno certo due ribelli a impaurirmi. Dunque signori, se nessuno ha
qualche altra soluzione da proporre adesso la decisione è presa."
Con
un sospiro, Arthur annuisce. "La decisione è presa. Ser Brynden, la
vostra vita è legata a doppio filo a quella della principessa. Se
qualcosa dovesse accaderle..."
"Non accadrà." La voce di Jon Snow è dura. "Ser Brynden non sarà il solo a proteggere la principessa."
Jaime
Lannister annuisce con fare deciso, e avanza verso Rhaenys quasi a
proteggerla fisicamente, mentre pian piano tutti si predispongono
all'attuazione del piano proposto dal nuovo Manto Bianco.
Il
gruppo si ritrova ad Arnia del Miele, la cui fedeltà, secondo quanto
suggerito da Jon Snow, era stata accertata dal piccolo gruppo di
soldati di scorta.
Lord Beesbury, chino in avanti dal suo scranno,
osserva quasi impaurito il fiore della nobiltà del reame che affolla la
sua sala, e il prigioniero legato condotto al suo cospetto.
"Raccontatemi la vostra storia."
I
nobili si guardano esitanti, poi, con un cenno, ser Arthur fa un cenno
a Brynden Tully. Il Pesce Nero avanza, si inchina di fronte al signore
del castello e inizia a raccontare con la sua voce roca.
Ci
incamminammo verso uno degli accessi alle fogne sparsi nelle campagne
intorno a Vecchia Città. Il fetore che usciva da quel tunnel era
opprimente, ma nessuno storse il naso, tutti presi e concentrati negli
ultimi preparativi per la partenza.
I foderi delle spade vennero oliati, le cinghie delle cotte di maglia vennero sistemate.
Quelli che dovevano entrare nelle fogne si coprirono con logori mantelli da viaggio.
Anche
alla principessa venne fatta indossare un cotta di maglia e mentre
gliela sistemava, ser Arthur non smise mai di ripeterle di non correre
inutili rischi.
Appena prima della partenza, mi avvicinai ai due.
“Principessa,
per ridurre al minimo i rischi in cui potrete incorrere, è imperativo
che tutti noi si sia già preso posizione nel momento in cui voi
arriverete nella caserma, in modo da poter intervenire subito in caso
di bisogno. Vi chiedo dunque di attendere all’esterno delle mura della
città. Manderò uno dei miei uomini ad avvisarvi che tutto è pronto, e a
guidarvi verso la caserma.
Stando alla mappa della città non deve essere troppo lontana dalle mura”
La principessa acconsentì a questa ulteriore precauzione.
“Aspetterò
che mi veniate a prendere, ser Brynden. Tuttavia, come membro della
famiglia reale, sarebbe meglio se venissi accompagnata da un cappa
bianca, per rendere ancora più ufficiale il mio ruolo qui a Vecchia
Città”
Ser Arthur intervenne in suo favore.
“La principessa ha
ragione. Ser Brynden, voi siete l’ideatore del piano, però è da poco
che siete nella Guardia Reale e i soldati nella caserma potrebbero non
riconoscervi come tale e non essere intimoriti dalla vostra presenza.
Io invece porto la cappa bianca da molto tempo e il mio nome è orami
legato a quello della Casa Targaryen. Accompagnerò io la principessa
come suo protettore”
Ci dividemmo.
Entrammo nel condotto delle
fognature, arrancando nella melma che arrivava fin quasi alle
ginocchia. L’odore si faceva sempre più insopportabile andando avanti,
e l’aria ben presto divenne calda e densa. Il fumo delle torce
contribuiva a rendere la respirazione difficoltosa.
Avanzammo in silenzio, con l’unica compagnia dei topi e dei ratti che abitavano in quei tunnel.
Dopo
alcune miglia la situazione migliorò: evidentemente eravamo arrivati
sotto alla città, c’erano passerelle di legno e pietra ai lati del
canale entro cui scorreva la melma, e potemmo avanzare più agevolmente.
Notammo
delle luci filtrare dal soffitto, provenienti da qualche tombino o da
qualche scolo posizionato lungo le stradine della città.
Dopo parecchi minuti qualcuno ruppe il silenzio.
Euron
Greyjoy e jon Arryn stavano battibeccando circa alcuni trascorsi del
pirata delle Isole di Ferro, quando il principe Oberyn li interruppe.
“Fate silenzio, ormai dovremmo esserci”
Osservai di nuovo la mappa che avevo scovato negli archivi di Approdo del Re.
“Miei
lord, ci siamo. Proprio sopra di noi c’è la caserma – mostrai la mappa
al resto del gruppo – e queste sono le uscite dalle fogne che dovremmo
utilizzare per evitare di dare nell’occhio.”
“Conosco la caserma di
Vecchia Città – intervenne il principe Oberyn – il cortile interno è
attraversato da molta gente che vende merce o chiede l’elemosina.
Potremmo aspettare la principessa direttamente li senza dare
nell’occhio.”
“Molto bene. Andiamo”
Uscimmo dalle fogne
utilizzando delle scale di metallo saldamente fissate alle pareti. Una
volta fuori ci ritrovammo in una stradina deserta e sporca non meno dei
tunnel che avevamo appena lasciato.
Mostrai la cartina di Vecchia Città ad uno dei miei uomini
“Appena
ci saremo sistemati nel cortile della caserma, dirigiti senza farti
notare verso le mura e guida da noi la principessa e ser Arthur”
Il soldato annuì.
Ci
dirigemmo verso la caserma divisi in gruppetti da due o tre persone,
nascondendo al meglio le armi e i volti sotto ai mantelli.
Nell’ultimo
tratto di strada che percorsi insieme con Jon Snow nessuno ci degnò di
uno sguardo, e in poco tempo arrivammo a destinazione.
Osservai il cortile della caserma, e quello che vidi mi piacque molto:
vi
era qualche gruppetto di guardie cittadine che oziava annoiato nello
spiazzo, mentre dall’edificio principale ogni tanto usciva una
pattuglia, diretta a presidiare le strade.
Un intenso via vai di
gente tuttavia, rendeva quel luogo molto caotico. Vi erano carri di
mercanti che urlavano a gran voce per reclamizzare la loro merce,
puttane che facevano lo stesso in modi molto più suadenti e mendicanti
che chiedevano l’elemosina ad ogni angolo.
Osservando attentamente
due di quei mendicanti, riconobbi il principe Oberyn e Euron Gryjoy,
perfettamente immedesimati nella parte.
Jon Arryn e Jaime Lannister
se ne stavano in disparte seminascosti dietro al carro di un mercante,
mentre gli uomini della nostra scorta che ci avevano accompagnati si
comportavano come se fossero comuni passanti.
Impiegammo appena pochi minuti per riconoscerci tutti, e ci mettemmo in posizione.
Feci un cenno ad uno degli uomini dietro di me, e questi partì per andare ad avvisare la principessa.
Passarono pochi minuti, quando d’un tratto molte delle teste presenti si voltarono.
Maestosa
come una regina dell’antica Valyria, la principessa Rhaenys fece il suo
ingresso nel cortile della caserma cavalcando un maestoso cavallo nero,
con al suo fianco ser Arthur Dayne, splendido nella sua armatura bianca.
Dietro di loro venivano 8 soldati con le effigi dei Targaryen.
Vidi
la principessa fermarsi nel centro del cortile, e passarono pochi
attimi prima che una delle guardie si prostrò ai suoi piedi.
“Mia principessa – disse riconoscendo la giovane Targaryen – sono a vostra completa disposizione. Mi dica come posso servirla”
La principessa lo squadrò dall’alto, quando parlò il suo tono fu di una regalità incredibile
“Soldato,
è mio desiderio parlare con ser Moryn Tyrell, capitano della guardia di
Vecchia Città. Conducilo qui davanti a me. Ora. Chiama anche tutte le
guardie che al momento sono presenti nella caserma.”
Il soldato quasi inciampò per soddisfare gli ordini della principessa, e a poco a poco la piazza si riempì di soldati.
Alcuni
di loro, vedendo il caos che vi regnava, presero a mandare via i
mercanti e le puttane che facevano di quel cortile un mercato.
Infine uscì ser Moryn. Subito notai che appariva teso e nervoso. La presenza della principessa lo metteva a disagio.
Le sue parole confermarono questa mia impressione
“Mia signora, è un onore per noi avervi qui. In cosa posso servirvi?”
Quando parlò, la principessa non si rivolse a lui direttamente, ma a tutta la gente presente nel cortile.
“Uomini
di Vecchia Città, sono qui per questioni molto importanti! Recentemente
è stato scoperto un tradimento a corte!! Qualcuno ha tramato per
prendere il potere e assassinare il mio amato padre, e vostro Re, dal
Trono di Spade!!”
Fui felice di notare che coloro che finsero
stupore erano pochi. La maggioranza delle guardie presenti era
esterrefatta, e alcuni tra i più desiderosi di mettersi in buona luce
agli occhi della Corona offrirono la loro spada a Rhaenys rinnovando
promesse di fedeltà e offrendo il loro contributo. Il piano sembrava
avere ottime possibilità di riuscita.
Gli occhi viola della
principessa si rivolsero poi a ser Moryn, gelidi come il ghiaccio della
Barriera e penetranti come gli artigli del più feroce drago.
“Ser
Moryn, il traditore Mark Mullendore ha fatto il vostro nome, insieme a
quello del Maestro Gormon della Cittadella. Siete quindi accusato di
cospirare contro il vostro legittimo sovrano. Vi ordino dunque di
rendere conto di quanto è stato detto su di voi. Consegnate la spada e
lasciatevi condurre davanti alla giustizia-le labbra della principessa
si dischiusero in un sorriso gelido-Se siete innocente non avrete nulla
da temere”
Quelle parole avevano lasciato il cortile silenzioso,
sembrava impossibile che ci fossero tanti uomini. Gli unici suoni che
si udivano erano quelli delle bandiere su dei pennoni, agitati dalla
leggera brezza. Ma poi guardai Ser Moryn e tutto quel silenzio parve
spezzarsi: un lento ma inesorabile brusio si fece avanti dalla folla di
soldati, mentre il traditore cercava di nascondere un pallore fin
troppo evidente
“Vostra Altezza non può disonorarmi con queste accuse….-balbettò-ho sempre servito fedelmente la corona…”
“Allora non avrete problemi a dimostrarlo”ribadì prontamente la giovane Targaryen
Il
brusio divenne sempre più forte, e il mio sguardo corse alla folla di
soldati. Come sospettavo erano tutti sorpresi da quanto detto, ma
alcuni erano invece nervosi non meno del loro comandante. Feci un cenno
a Jon Snow che annuì impercettibilmente: ecco coloro che erano
partecipi del tradimento….una rapida occhiata me ne fece individuare
una ventina almeno, tutti soldati di rango. Probabilmente ve ne erano
almeno una cinquantina, contando quelli che erano fuori dalla nostra
visuale.
Mi preparai a scattare, consapevole che quello che sarebbe
accaduto nei prossimi secondi sarebbe stato fondamentale. Ser Moryn
sudava freddo ormai: un animale preso in trappola, ma sapevo bene che è
proprio quando una bestia si sente condannata che diventa maggiormente
pericolosa, in quanto non ha niente da perdere.
“Guardie!-disse improvvisamente-Catturatela! E uccidete la sua scorta”
Mi
dissi che era arrivato l’attimo cruciale. Le guardie, come previsto,
erano sbalordite di un tale ordine e restavano perplesse, incerte se
dare retta al loro comandante o se restare fedeli a Rhaenys, che
continuava a restare gelida in groppa al suo cavallo.
Improvvisamente
alcuni uomini fedeli a Moryn presero l’iniziativa e iniziarono ad
incitare i soldati contro la principessa e i suoi uomini.
Era quello il momento di intervenire. A un tacito segnale, io e Jon Snow ci levammo i mantelli e ci facemmo avanti nel cortile.
“Soldati!-gridai-Quella
è la vostra principessa! La figlia del vostro legittimo sovrano! Quale
comandante ordinerebbe di alzare le armi contro di lei e la sua
scorta!? DIFENDETE LA PRINCIPESSA!!!”
Il ruggito di risposta mi
riempì di soddisfazione. Colsi il rapido cenno di assenso di Snow e poi
mi lanciai alla carica dei pochi uomini che si facevano avanti,
disperati. Intanto anche i miei compagni si erano fatti avanti. I
capelli biondi di Jamie Lannister splendevano quanto la sua cappa
bianca e ci fu un boato di ovazione quando gli uomini riconobbero il
famoso cavaliere. Il principe Oberyn si fece avanti con la sua lancia e
versò il primo sangue, contro un capitano che gli si era fatto avanti
con cieca rabbia. Un colpo rapido e felino, che qualsiasi guerriero
riconosce come perfetto.
Ormai i traditori era in fuga, o si
facevano avanti. I soldati eccitati alla vista del sangue e infervorati
dalla situazione iniziarono a braccarli, quasi non li avessero mai
conosciuti.
Ben presto risuonarono urla di terrore in quel cortile,
la brama di combattere stava esplodendo con troppa rabbia. Si lottava
compagno contro compagno.
“Fermi!-gridai-Ogniuno ai suoi ranghi! Catturate i prigionieri…ma non fate loro del male! Ci servono VIVI!”
Anche
se la brama di combattere era forte, quelli erano dei soldati abituati
alla disciplina. Sentii che anche i miei compagni li richiamavano
all’ordine, e quello che rischiava di diventare un caos, stava invece
tornando a essere una caserma ordinato.
Con la coda dell’occhio mi
volsi verso la principessa, indenne e gelida sopra il suo destriero
nero. Aveva osservato la scena con gelido distacco. Davanti a lei stava
ancora ser Moryn, pietrificato da quello che era successo. Mi feci
avanti, certo che la situazione era calma e mi portai vicino a lui
“Traditore!-esclamai snudando la spada-Arrenditi e dammi le tue armi!”
Ser
Moryn parve accorgersi solo in quel momento di avere una spada
attaccata alla cintura. Un sorriso nervoso gli incurvò le labbra
“Pesce Nero!-esclamò snudando l’arma-A noi!”
Era
un duello perso in partenza per quell’uomo, ma decisi di non
sottovalutarlo. Intorno a noi si era creato lo spazio suffuiciente per
un duello e ora il silenzio tornava a farla da padrona. Da un lato, la
principessa con Ser Arthur accanto a lei, e la scorta reale,
osservavano gelidi come statue. Dall’altra i miei compagni si erano
fatti avanti, con alle spalle le guardie silenziose, molte delle quali
tenevano fermi dei prigionieri. Ora si sarebbe decisa la sorte di
quello che era stato il loro comandante.
Il duello non durò che
pochi minuti. Moryn iniziò subito ad attaccare selvaggiamente. Una
serie di colpi dati senza nessuna razionalità, la mossa peggiore che si
possa compiere in un duello.
Lo lasciai sfogare per qualche minuto,
limitandomi a parare e deviare i colpi. All’ennesimo attacco gli colpiì
il polso col piatto della lama, e la sua spada cadde a terra.
“Arrenditi”dissi con calma
Lui
fissò con lo sguardo la spada a terra, ma prevenni ogni sua idea e la
allontanai con un calcio. Ma l’uomo è un animale tenace che non si
arrende nemmeno davanti all’evidenza della sconfitta.
Prese lo
stiletto che aveva attaccato al polso e si scagliò con cieca furia
contro la principessa. Fu un attimo e la mia spada era penetrata nella
sua schiena. La sabbia della caserma iniziò a tingersi di rosso, mentre
lo stiletto cadeva dalla mano inerme. Gli occhi del traditore fissavano
quelli di Rhaenys che nonostante l’orrore della morte non mosse uno
zigomo del suo perfetto volto.
Estrassi la spada e il corpo cadde senza vita nella sabbia
“Altezza
Reale-dissi-Mi spiace di aver ucciso il traditore, che poteva darci
informazioni. Ma egli aveva alzato le armi contro di voi”
“Cavaliere-sorrise la principessa-Dalla guardia reale non pretendo altro”
I
prigionieri erano una cinquantina, la maggior parte spaventata. Li
facemmo gettare in prigione e decidemmo come agire. Ser Moryn era
morto, restava solo Maestro Gormon.
“La cosa migliore da fare è agire subito”dissi ai miei compagni una volta dentro l’ufficio di Moryn
“Approvo-disse il principe Oberyn-non dobbiamo dare a Gormon il tempo di scappare”
“Principessa-continuai-Vi
chiedo il permesso di andare alla cittadella con cento uomini e
convincere Gormon a consegnarsi coi suoi compagni.”
“E sia
cavaliere, ma verrò con voi-rispose la ragazza-sarò scortata dalle
Cappe Bianche e dal Principe Oberyn. Voi altri, amici miei, resterete
qui a organizzare la caserma”
La Cittadella appariva deserta, con le
pesanti porte sbarrate. Evidentemente la notizia di quanto era successo
ci aveva preceduti.
“Maestri della Cittadella!-esclamai-Siamo qui
perché venga fatta giustizia. Ser Moryn è morto da traditore e sappiamo
che anche Maestro Gormon ha cospirato contro la corona. Non vogliamo
spargere sangue di uomini che non sanno impugnare armi…di conseguenza
chiediamo che il traditore ci venga consegnato!”
Non giunse
risposta, e ordinai alle guardie di disporsi in posizione di attacco.
Forse sarebbe bastata solo una prova di forza e avrebbero ceduto. Con
mia sorpresa invece le pesanti porte vennero aperte. Dei ragazzi, di
certo dei novizi, data la loro giovane età si fecero avanti.
“Cavaliere-disse
uno di questi, la voce ancora incerta dell’adolescenza-Maestro Gormon
si è rinchiuso nel suo studio con alcuni altri di noi, ma non accenna
ad uscire. Ti preghiamo di risolvere tu la questione, ma gli anziani ti
supplicano di non spargere sangue.”
Annuiì e mi feci avanti col
cavallo, seguito dal principe Oberyn. Prendemmo dieci uomini di scorta
e ci facemmo condurre dai novizi nei meandri della Cittadella. Ogni
tanto scorgevamo lo sguardo di qualche studioso impaurito: i Maestri
non si mostrarono affatto.
“Dove sono i vostri superiori”chiede Oberyn mentre con lo sguardo scrutava ogni angolo pronto a difendersi da qualsiasi agguato.
“Il
consiglio dei maestri si è riunito non appena si è saputo che Mestro
Gormon aveva dato prova della sua colpevolezza scappando nel suo
studio-spiegò il giovane dai capelli neri-E ora cercano di capire cosa
è successo. Ci hanno ordinato di portarvi da Gormon e vi pregano di
portarlo via”
“Capisco”commentai. Evidentemente la giustizia del re
era temuta. Forse il consiglio dei maestri non era del tutto all’oscuro
di quello che stava accadento, ma ora metteva le mani avanti
consegnando il colpevole.
Arrivamo davanti a una massiccia porta di legno e i novizi si fecero da parte
“Gormon-esclamai-Apri la porta e consegnati alla giustizia del re!”
Nessuna risposta
Feci
un cenno alle guardie e mi spostai. Una di loro aveva una pesante
ascia, con la quale colpì pesantemente la serratura diverse volte, fino
a quando questa non cedette con uno schianto. Le guardie sciamarono
nella stanza. Come mi feci avanti seguito dal principe, vidi una decina
di uomini, con le vesti da studioso e le pesanti catene di metallo al
collo che stavano in un lato della stanza: alcuni tremanti, altri
rassegnati, uno solo calmo e pronto a tutto Gormon.
“Brynden Tully suppongo-disse con calma-Principe Oberyn”
“Gormon-iniziai-ti consegni senza combattere?”
“La
tua spada è ancora intrisa del sangue di mio fratello-disse fissandomi
con occhi vacui-io non ho armi con cui combatterti, e anche se le
avessi prevarresti su di me.”
Approvai con un cenno del capo, e ordinai alle guardie di farsi avanti per catturare tutti i traditori.
Gormon tuttavia non si fece prendere
“Fermi-disse
con disprezzo ai soldati-anche se sotto accusa sono sempre un nobile, e
come tale devo essere trattato. Ser Brynden mi fareste l’onore di
essere voi a scortarmi?”
La proposta mi lasciò alquanto perplesso e
soprattutto diffidente. Ecco le due facce della sconfitta: da una parte
la disperazione e la furia cieca di Moryn, dall’altra la calma e la
rassegnazione di Gormon e….
Mi feci avanti, lui restava immobile,
troppo troppo calmo. E questa calma non era sfuggita nemmeno al
principe Oberyn: una serpe sa riconoscere la calma prima dell’attacco
del rettile.
Gormon pareva indifeso, mancava un metro a
raggiungerlo: lessi l’ombra di un sorriso nei suoi occhi ed ebbi la
conferma. Mi ritirai di scatto mentre il pugnale saettava verso di me.
Lo sentiì sfiorarmi i capelli e poi andare a sbattere contro il muro.
Contemporaneamente
la lancia della Vipera di Dorne era al collo di Gormon che ora non
rideva più con lo sguardo, ma ci fissava con odio.
“Prenderò questo tuo gesto come un’ulteriore prova di colpevolezza” mi limitai a dire mentre le guardie lo prendevano.
Uscimmo
dalla Cittadella con i prigionieri al seguito: li portammo alla caserma
dove vennero messi in prigione. In particolare Gormon fu isolato dagli
altri e sorvegliato con particolare cura.
Su mio consiglio la Cittadella venne presidiata da cento uomini. Per la sicurezza, facemmo intendere, nostra e loro.
Un
traditore era morto, ma l’altro era vivo e poteva parlare. Mandammo un
corvo messaggero ad Approdo del re per sapere quali fossero gli ordino
del sovrano.
Tutto si era concluso in nemmeno un giorno, pensai
soddisfatto, grazie a una mappa delle vecchie fogne, alla fedeltà delle
guardie e l’incomparabile coraggio della principessa Rhaenys.
Un
silenzio irreale era calato mentre, spinti dal racconto del Pesce Nero,
i nobili di Westeros rivivevano quegli istanti. Gli occhi della
principessa Rhaenys brillavano ancora al ricordo degli intensi
avvenimenti che l'avevano vista protagonista.
E fu proprio lei, il
volto bellissimo una maschera glaciale, a voltarsi per prima verso
Gormon Tyrell: "E ora ditemi la verità, vi farò parlare, com'è vero che
in me scorre il sangue del Drago."
"Cosa
avete intenzione di fare di quest'uomo?", chiede infine lord Beesbury.
"Lo porterete a corte, oppure preferite interrogarlo qui?".
"Credo
che la cosa più urgente sia interrogarlo, mio signore", risponde Arthur
Dayne. "Solo dopo aver sentito cosa ha da dirci, potremo decidere se
sia più opportuno tornare a corte, muoverci verso Lannisport, dove
dovrebbe avvenire l'attacco, secondo le parole di ser Mark, oppure
altro ancora".
Tutti convengono con le parole della Spada dell'Alba.
"Se
è così, cavaliere", riprende lord Beesbury, "ovviamente potete avere a
disposizione la sala delle torture, nei sotterranei del mio castello.
Se non avete nulla in contrario, tuttavia, gradirei essere presente
anch'io all'interrogatorio. Ho sempre sperato di vedere un arcimaestro
soffrire - soprattutto un arcimaestro arrogante come Gormon".
Lord
Beesbury accompagna dunque i suoi nobili ospiti nei sotterranei. Due
guardie scortano maestro Gormon, che, una volta nella cella, viene
posto su una sedia, a petto nudo. Il torturatore di Arnia del Miele ha
in mano un tizzone ardente.
"Maestro Gormon, parlerò schiettamente.
", inizia ser Arthur. "La vostra congiura è stata ormai scoperta: il
magistro Illyrio Mopatis e ser Mark Mullendore sono stati catturati,
lord Redwyne è fuggito, vostro fratello è morto. Sappiamo che è
coinvolto il Bastardo di Grazia degli Dei, che avete prelevato oro dal
tesoro reale e che con esso avete ingaggiato la Compagnia Dorata.
Sappiamo che l'attacco iniziale avverrà a Lannisport e, anche se
sospettiamo che questo sia solo un diversivo, siamo ormai pronti ad
affrontarlo. Ma vorremmo evitare ulteriori spargimenti di sangue e
dolori per la nostra terra... e per voi.
Ebbene, prima che il nostro
torturatore cominci la sua opera, cosa intendete rivelarci? Fino a che
punto la vostra famiglia è coinvolta in questa vicenda? Cercate di
essere convincente, maestro".
Gormon guarda ser Arthur Dayne con volto glaciale. Nessuna reazione.
Ad un cenno di lord Beesbury, il torturatore inizia il suo lavoro, marchiando a fuoco l'arcimaestro.
Non un urlo, non un lamento.
"Gormon,
ti decidi a parlare?", insiste ser Arthur. "Perché avete fatto tutto
questo? Non avete a cuore le sorti del nostro reame?"
"Le abbiamo", risponde Gormon, lo sguardo carico d'odio.
Il torturatore riprende la sua opera, e finalmente sul volto dell'arcimaestro compare una smorfia di dolore.
"Non
vi dirò nulla, come nulla vi avrebbe detto mio fratello, come nulla
avrebbe dovuto dirvi ser Mark - che la pagherà con la vita,
naturalmente", dice, tra le sofferenze.
"Ser Mark riteneva che, come
premio per i suoi servigi, gli sarebbe stato donato l'Altopiano",
commenta il lord comandante della Guardia Reale. "Ha confessato solo
dopo che Euron Greyjoy gli aveva promesso lo stesso premio da parte
nostra".
"L'Altopiano?", chiede maestro Gormon, mentre
un'espressione irridente si fa strada sul volto sofferente. "E voi
credete davvero che i Tyrell avrebbero lasciato a qualcun altro
l'Altopiano? Ser Mark si illudeva, naturalmente".
"Cosa gli sarebbe stato concesso, allora?", chiede ser Arthur.
"Forse
Vecchia Città. Forse Arnia del Miele", dice il maestro, mentre il
torturatore insiste a marchiarlo. "Non ho idea di cosa avesse in mente
quel grassone di mio nipote".
Una voce dal sen fuggita. Lord
Bessbury lancia uno sguardo preoccupato al lord comandante, poi prende
la parola. "Dunque i Tyrell sono coinvolti fino a questo punto? C'è
vostro nipote, il signore di Alto Giardino, dietro tutto questo?".
"I
discendenti di Garth Manoverde", sospira maestro Gormon. "Siamo i
diretti discendenti della casa Gardener: la nostra nobiltà viene da
lontano - il nostro dominio su Westeros è più antico di quello dei
draghi".
"Vostro nipote si trova ad Alto Giardino?", chiede ser Arthur, allarmato.
"Noi
abbiamo inventato la cavalleria, nostre sono le leggende più amate ed
imponenti", continua Gormon. Il torturatore, che si era interrotto non
appena il maestro aveva iniziato a parlare, ad un cenno di lord
Beesbury riprende la sua opera, strappando grida di dolore al maestro,
che continua: "Non abbiamo mai avuto il posto che ci competeva, nei
Sette Regni...".
"Dov'è vostro nipote?", insiste lord Beesbury.
"Dov'è andato dopo aver lasciato la corte?", aggiunge ser Arthur.
"Non
è più ad Alto Giardino, no", confessa maestro Gormon, con un sospiro di
sollievo, non appena l'aguzzino fa una pausa. "Siamo alla vigilia della
presa di Lannisport, ormai: mancano pochi giorni, forse poche ore -
certo Mace non ha intenzione di perdersi un simile evento... e poi deve
prendere gli ultimi accordi".
"Accordi con chi? E dove?", lo incalza
ser Arthur. Ormai le difese dell'arcimaestro sembrano fiaccate, ed il
suo silenzio pare interrotto definitivamente.
"Emissari di Aemon il Guercio", balbetta. "Il tesoro reale. Al vecchio castello. Vicino a Lannisport.", dice, crollando.
"Quale castello?", insiste lord Beesbury.
"Si
chiama Monte Fiorito. Era un avamposto dei Gardener in Occidente... ma
ora è in disuso...". Sono le ultime parole che maestro Gormon
pronuncia, prima di svenire, sfiancato dalla tensione e dalla tortura.
Approdo del Re, Lannisport o Monte Fiorito, dunque?
"Se
prestiamo fede alle parole dell'arcimaestro, gli accordi tra lord
Tyrell e la Compagnia Dorata verranno presi a Monte Fiorito", dice ser
Arthur. "E' lì che si decideranno le sorti di questa ribellione: se
riuscissmo a bloccare quell'incontro, magari cogliendo sul fatto lord
Mace, forse potremmo ancora evitare l'attacco a Lannisport. La mia
opinione, dunque, è che dobbiamo prendere Monte Fiorito, se lord Mace è
ancora lì: potremo sfruttare ora l'aiuto di lord Beesbury, e
probabilmente anche degli uomini della guardia di Vecchia Città, che
hanno dimostrato di non essere in combutta con ser Moryn".
La
via per Lannisport è un via vai di profughi, evacuati dalla città alle
prime notizie della battaglia imminente. Ser Jaime freme di rabbia al
pensiero dell'oltraggio fatto alla sua terra, e prega che suo padre sia
già giunto a Castel Granito e abbia mobilitato le truppe.
L'indignazione degli altri membri del drappello non è però da meno.
Fortunatamente,
quando ormai Lannisport è a poco più di un giorno di viaggio, tra le
notizie raccolte dai profughi ser Arthur è riuscito a coglierne alcune
molto importanti: il re in persona si dice sia a pochi giorni di
distanza dalla città, lord Tywin, pur non essendo riuscito a impedire
lo sbarco dei ribelli, ne sta contenendo l'avanzata, nuove truppe
stanno raggiungendo la città dalla terra e dal mare, non si sa con
quali intenzioni... e, più di ogni altra cosa, lord Mace è a poche ore
di distanza, e ha utilizzato un antico castello in rovina su un colle
che domina la città come sua base, in modo da poter seguire in relativa
sicurezza l'evolversi dello scontro.
Malgrado sia il tramonto, ser
Dayne incalza il drappello a proseguire; è però notte inoltrata, una
notte nera e senza luna, quando il gruppo si presenta all'imbocco di un
vecchio ponte di assi e funi ormai in disuso da decenni. Malgrado la
luce delle stelle non consenta di vedere il fondo del dirupo, il suono
fragoroso di acqua corrente lascia presagire un torrente rigonfio
d'acqua, il corso spezzato da innumerevoli massi e rocce.
Il ponte, da quel che si può vedere, non è in buono stato.
"E'
escluso che possa reggere il peso dei cavalli corazzati della scorta",
dice ser Arthur. "Ma io credo che sia importante arrivare quanto prima.
Quindi...". Fa un cenno ad uno dei soldati. "ser Rosmond guiderà la
scorta fino al prossimo ponte; io ed i miei nobili accompagnatori
tenteremo una sortita".
Gli uomini della scorta, dunque, se ne vanno.
"Non
possiamo comunque attraversarlo tutti assieme", da finalmente voce ai
pensieri di tutti l'anziano lord Arryn. Un colpo di tosse è l'unico
segno degli ultimi travagliati mesi sul vecchio signore di Nido
dell'Aquila, ma lo sguardo fiero puntato verso la massa nera incombente
del castello non lascia adito a dubbi sulla sua determinazione.
Jaime
Lannister si muove furiosamente sul ciglio del burrone come il leone
che adorna lo stemma della sua casata, e sbotta: "Bene, attraversiamolo
uno alla volta, no?"
"Ho visto gomene messe peggio, anche se"
commenta Euron Greyjoy, per una volta lo sguardo sarcastico sostituito
da una genuina preoccupazione "non molte. Forse il peso di due persone
lo reggerebbe..."
"Beh, uno o due, l'importante è fare in fretta",
conclude Jon Snow, mettendo un piede sulla prima passerella. Il piede
del giovane incontra solo il vuoto, e il ragazzo si ritrae di scatto,
imprecando. "Alcune delle assi sono danneggiate!"
"Attraversarlo senza torce sarebbe una pazzia!", esclama ser Brynden.
"Quante
ce ne sono rimaste?", la voce del principe Oberyn è bassa, ma in lui si
sente l'eccitazione del cacciatore giunto vicino alla preda, e la
frustrazione dell'essere bloccati ad un passo dal traguardo.
Rhaenys in persona va a controllare, dimentica, nella furia della caccia, persino del suo rango. "Solo una!"
Un gemito di costernazione si alza da ogni gola.
"Ricapitoliamo:"
Jon Arryn è il primo a ritrovare l'abituale compostezza. "Il ponte non
permetterà il passaggio di più di due persone alla volta."
"Non è possibile attraversare senza torce", prosegue Euron Greyjoy.
"E
dobbiamo fare il più in fretta possibile, anche per evitare di perdere
l'unica torcia che abbiamo" conclude la principessa Rhaenys.
"Molto bene, signori, come ci organizziamo per il passaggio?"
NB: le attuali indicazioni NON sono in qualche modo legate alla classifica.
Euron Greyjoy, avvezzo alle navi e a ponti sdrucciolevoli su mari in tempesta, è in grado di attraversare il ponte in 2 minuti.
Jon Snow, giovane e agile, ci impiega 4 minuti.
Il Principe Oberyn, dai riflessi pronti come la vipera di cui porta il nome, è in grado di compiere l'attraversamento in 6 minuti.
La principessa Rhaenys, cauta ma sicura, compie l'attraversamento in 8 minuti.
Ser Jaime Lannister, svelto ma appesantito dall'armatura bianca, ci mette 10 minuti.
Ser Arthur Dayne, posato e deciso, compie il tragitto in 12 minuti.
Ser Brynden Tully, attempato e non ancora avvezzo alla nuova armatura, impiega 14 minuti ad attraversare il ponte.
Infine, lord Jon Arryn, anziano e prudente, ci mette 16 minuti.
Note organizzative
Il portavoce deve inviare la soluzione dell’enigma entro mercoledì 4 giugno, alle ore 23.00 (compreso).
La
soluzione consisterà nell'indicazione del tempo necessario per
attraversare il ponte e della spiegazione del vostro metodo per
raggiungere tale tempo.
Eccezionalmente, in questo caso, la
classifica d'enigma sarà determinata dal tempo che verrà indicato nella
risposta (chi riuscirà a raggiungere il tempo minore sarà considerato
primo, e così via); solo in caso di parità si terrà conto del momento
di arrivo della risposta. L'indicazione del metodo discriminerà tra
risposte giuste e risposte sbagliate (saranno considerate errate solo
le risposte senza indicazione del metodo, ovvero con un metodo che
presenti errori di calcolo).
Oltre alla soluzione dell'enigma, in questo turno NON
dovrà essere inviata l'indicazione dell'azione. Tutte le squadre che,
oltre alla soluzione, invieranno anche un testo narrativo con la
descrizione del modo in cui i personaggi dovranno attraversare il ponte
e la descrizione della traversata e dei primi scontri avrà diritto ad
un bonus.
Quanto alle comunicazioni, queste potranno avere luogo:
- a Vecchia Città, prima e dopo la cattura di maestro Gormon;
- ad Arnia del Miele
(in entrambi i casi, esse potranno essere sia orali che scritte, pubbliche, private o segrete);
- lungo la strada da Arnia del Miele a Monte Fiorito, solo orali, pubbliche o private, e solo con i presenti.
Si
ricorda che le comunicazioni devono recare anche la modalità, il mezzo
con cui vengono effettuate e il luogo in cui vengono effettuate. In
caso contrario, tali dettagli saranno decisi dagli organizzatori.
Gli
addetti alle comunicazioni sono invitati a consultare la lista
aggiornata dei loro colleghi (alcune squadre fanno a turni, e dunque
gli addetti possono cambiare di volta in volta).
Il seguito sarà pubblicato, salvo rinvii, alla chiusura di questo enigma: state sintonizzati!
I
nobili si soffermano a pensare per qualche minuto, poi Jon Arryn prende
la parola. "So come fare a passare nel minor tempo possibile..."
Concitatamente inizia a spiegare le modalità:
1)andata di jon S + Euron (4) 4
2)ritorno di Euron (2) 6
3)andata di jon A + brynden (16) 22
4)ritorno di Jon S (4) 26
5)a: jon s + euron (4) 30
6)r: euron (2) 32
7)a:arth +jaime (12) 44
8)r:Jon S (4) 48
9)a: jon s + euron (4) 52
10)r: euron (2) 54
11)a: rhaenys + oberyn (8) 62
12)r:jon s (4) 66
13)jon s + euron (4) 70
Il tempo totale è di 70 minuti.
Agendo
in questo modo, il drappello riesce a superare agevolmente il ponte, e
a portarsi a ridosso delle rovine. Il castello pare abbandonato, se non
fosse per la luce che penetra dall'interno, così non vi sono difficoltà
nell'attraversare il portone ormai diroccato.
Il gruppo penetra
con circospezione nelle sale più interne del castello, lentamente, un
passo alla volta, i sensi all'erta per cogliere quel minimo movimento
che avrebbe decretato la fine dell'effetto sorpresa.
Alla fine
di un lungo corridoio il Principe Oberyn, che precede di qualche decina
di metri i compagni, fa cenno di arrestarsi. Indica poi due guardie,
dall'aria minacciosa, che sbarrano l'ingresso ad un portone.
Scambiandosi con Euron Greyjoy una serie di sguardi e di gesti, i due
si allontanano furtivamente, e in capo a poco tempo le guardie crollano
al suolo senza nemmeno emettere un gemito, entrambe con la gola
trapassata. Il gruppo osserva con stupore e un velo di disgusto le
convulsioni del malcapitato trapassato dalla lama avvelenata della
Vipera Rossa.
Ser Brynden si avvicina alla porta, e la socchiude
lievemente. Malgrado tutto, i pesanti battenti si aprono senza far
rumore, svelando una specie di chiostro, dove il cortile interno è però
sostituito da una pavimentazione con piastrelle bianche e nere.
Lì,
al centro del cortile, si vede la pesante sagoma di Mace Tyrell,
accompagnata da quella di diversi suoi lord e consiglieri: lord
Redwyne, Rolland Storm, il bastardo di Canto Notturno, un uomo con le
insegne della Guardia Dorata, dagli abiti impolverati come fosse giunto
da poco da una lunga cavalcata, e diverse guardie.
La voce di ser
Dayne è bassa ma perentoria: "Dobbiamo catturare Mace, ma non voglio
spargimenti di sangue, se possibile... O comunque il minimo
indispensabile. Miei lord, i vostri consigli, come ho avuto modo di
vedere personalmente e come ha raccontato più volte lord Connington,
sono stati spesso essenziali per la tenuta del reame. Allora vi chiedo:
come vi muovereste, per catturare in un colpo solo questo falso re?"
NB: il gruppo è costituito dal giocatore bianco, il bianco muove e vince.
Mosse:
RE: una casella in ogni direzione, ortogonale e obliqua, mangia nella stessa direzione dello spostamento.
REGINA: un numero a scelta di caselle in ogni direazione, ortogonale e obliqua, mangia nella stessa direazione dello spostamento
TORRE: un numero a scelta di caselle in direazione ortogonale, mangia nella stessa direzione dello spostamento
ALFIERE: un numero a scelta di caselle in dirazione obliqua, mangia nella stessa direzione dello spostamento
CAVALLO: due caselle in una direzione ed una in direzione ortogonale alla prima, mangia nella stessa direzione dello spostamento
PEDONE:
una casella in avanti (verso la riga 8 per il bianco, verso la 1 per il
nero), due se si trova nella riga di partenza (2 per il bianco, 7 per
il nero), mangia di una casella in direzione obliqua verso l'avanti.
Note organizzative
Questa volta, Il portavoce deve inviare la soluzione dell’enigma entro sabato 14 giugno, alle ore 23.00 (compreso).
La
soluzione consisterà nell'indicazione del modo utile per catturare Mace
Tyrell muovendo i vari pezzi per la stanza nel minor numero di mosse
possibili.
Oltre alla soluzione dell'enigma, in questo turno NON
dovrà essere inviata l'indicazione dell'azione. Tutte le squadre che,
oltre alla soluzione, invieranno anche un testo narrativo con la
descrizione del modo in cui i personaggi si muoveranno, fino alla
cattura di lord Tyrell, avranno diritto ad un bonus.
Quanto alle
comunicazioni, queste potranno avere luogo solo a Monte Fiorito, solo
tra i personaggi del gruppo (gli avatar e ser Arthur Dayne) fino alla
cattura di lord Mace Tyrell (esse potranno essere solo orali,
pubbliche, private o segrete).
Si ricorda che le comunicazioni
devono recare anche la modalità, il mezzo con cui vengono effettuate e
il luogo in cui vengono effettuate. In caso contrario, tali dettagli
saranno decisi dagli organizzatori.
Gli addetti alle comunicazioni
sono invitati a consultare la lista aggiornata dei loro colleghi
(alcune squadre fanno a turni, e dunque gli addetti possono cambiare di
volta in volta).
Il prossimo enigma sarà pubblicato, salvo rinvii, domenica 15 giugno, alle ore 23.
NOTA: a causa della presentazione di testi e soluzioni quasi allo scadere, la classifica sarà aggiornata DOMANI.
PS: chiedo scusa per il ritardo, duole dirlo ma mi ero addormentato.
Jaime
Lannister rispose per primo <<Effetto sorpresa, non si aspettano
un attacco, se entriamo a spade spianate non avranno quasi il tempo di
reagire...>>
<<Hai detto bene cavaliere quasi.>>
interruppe Martell lanciandogli uno sguardo di sfida <<Se
riescono a reagire ne potrebbe uscire fuori un bagno di sangue,
suggerisco invece un approccio più astuto, ho visto che davanti alla
nostra c'è un altra porta gemella, sicuramente svoltando per quel
corridoio la si può raggiungere.>> disse indicando un corridoio
alla sinistra del gruppo che seguiva il perimetro del cortile
<<Se due di noi raggiungeranno quella porta attireranno la loro
attenzione, poi un altro gruppo più numeroso uscirà dalla porta davanti
a noi insieme alla principessa, sicuramente penseranno che il primo
gruppo faceva da esca e il secondo era la trappola quindi vedendolo
abbasseranno la guardia, ed è li che scatterà la trappola, sbirciando
dalla porta ho visto anche una bassa balconata sul nostro lato del
cortile, io la raggiungerò salendo per la scala alla nostra destra e mi
calerò da li usando la folta edera che la ricopre, sono bravo in queste
cose, mi daranno tutti le spalle e mi sarà facile raggiungere Tyrell e
prenderlo come ostaggio, quelli dell'altopiano sanno bene che con i
miei veleni non si scherza quindi ci penseranno due volte prima di fare
una mossa avventata, scacco matto>>
Gli altri membri del
gruppo lo guardarono dubbiosi, <<Che ne pensate?>> Dayne
iniziò a guardarli uno ad uno in cerca dei vari pareri.
<<E' un piano molto complicato e potrebbe fallire>> disse Jon Arryn
<<Ma
fin'ora l'uso di una buona strategia seguita dettagliatamente ci ha
sempre dato ottimi risultati, potrebbe funzionare>> rispose Tully
<<Mi piace l'azzardo>> rispose con un sorriso Greyjoy
<<Se non funziona possiamo sempre usare la forza>> ricordò Snow
<<Se falliamo avremo poco tempo prima dell'arrivo di eventuali rinforzi>> puntualizzo Rhaenys
<<I
portoni hanno dei chiavistelli, chiudeteli alle vostre spalle e i
rinforzi non arriveranno tanto presto>> rispose Martell
<<E'
troppo articolato, certi piani riescono raramente, inoltre non mi piace
battermi come una vipera velenosa>> disse Jaime
<<Meglio caricare come uno stupido felino?>> lo sfidò di nuovo il dorniano
Dayne
pensò qualche istante poi decise che valeva la pena tentare e diede la
parola all'ideatore del piano per i dettagli <<Molto bene, Euron
e Jon saranno la prima esca, un minuto dopo che usciranno voi altri
uscirete da questa porta e darete inizio al teatrino, se vi parlano
rispondete come se foste sicuri della vittoria in modo da tenerli
occupati senza dovervi scontrare, mi basteranno pochi attimi per
colpire quindi tenete duro>>
Detto questo ognuno partì per
prendere la propria posizione, mentre aspettavano Jaime guardo Dayne
<<Non mi piace questa storia Comandante, ci stanno mettendo
troppo>>, Dayne gli rispose con uno sguardo infastidito
<<Ti stai preoccupando troppo Jaime, l'unica cosa di cui ti devi
preoccupare è di proteggere la principessa quando saremo dentro>>
Poi
il portone dall'altro lato del cortile si spalancò dando inizio al
piano, dietro la soglia viderò un paio di stivali di un uomo a terrà
prima che Snow sbarrasse il portone, evidentemente anche l'altro
accesso era sorvegliato.
Il nemico accantono lo stupore e rispose
con inaspettata rapidità all'attacco e in pochi attimi Greyjoy stava
gia scontrandosi con Lord Redwyne mentre Ser Rolland Storm stava per
incrociare la spada con Snow, infine due guardie sul fondo ovest del
cortile si stavano avvicinando per fermarli.
Fu quello il momento di
intervenire, spalancarono il loro portone ed entrarono a spade
spianate, Tyrell con uno sguardo a metà stupito e a metà impaurito
guardò i nuovi arrivati, poi riconobbe Rhaenys e un sorriso gli si
stampò sul volto <<Principessa, è stato gentile da parte sua
venire a farsi catturare, a quanto pare avrò presto una buona merce di
scambio per mio figlio Loras>>
La principessa rispose con rabbia <<Vile traditore la tua rivolta finisce qui>>
Dayne reincalzò <<Arrenditi, non avrai rinforzi tanto presto>>, nel mentre Tully chiudeva l'altro portone.
<<Noi
bastiamo e avanziamo>> rispose il bastardo di Canto Notturno
evidentemente convinto di vincere contro due tra le migliori spade del
regno, <<comunque la cosa si risolve subito>> e fece un
cenno a una delle guardie vicino a Tyrell che si tolse dalla cintura un
corno e lo suonò.
Consapevole del pericolo Dayne partì alla carica
per impedirgli di suonarlo ancora, in pochi rapidi passi lo raggiunse e
con un solo colpo della sua mitica spada lo squartò dal collo
all'ombellico schizzando di sangue i vicini, però qualcosa andò storto
perchè non riuscì ad estrarre subito la sua spada, probabilmente era
rimasta incastrata in ciò che restava della guardia, quel breve attimo
fu sufficiente alla guardia alla sua destra per estrarre il suo pugnale
saltargli addosso e piantarglielo nel fianco da sotto l'armatura dal
basso verso l'alto, Dayne se lo scrollo di dosso e liberò la sua spada
ma per l'eccessiva quantità di sangue crollo in ginocchio, nel mentre
la viperà rossa decise di intervenire ma la Cappa Dorata lo intravide e
riuscì a spingere Tyrell sul fondo del cortile lontano dal pugnale del
dorniano.
Tutto questo durò solo pochi attimi anche se a Ser Jaime
Lannister sembrò molto di più, la vista del suo comandante ferito e il
rumore dei rinforzi che cercavano di sfondare uno dei portoni furono
sufficienti a fargli capire che era tempo di passare al piano B, il suo
piano B, disse a Tully di difendere la principessa e partì alla carica
lanciando un urlo di furore, lo stesso urlo che sul campo di battaglia
impietriva i nemici e caricava di coraggio il cuore dei suoi compagni.
Pur
con tutta l'armatura ci mise poco ad arrivare dall'altra parte del
cortile, una guardia era ancora a terra mentre la cappa dorata non
riuscì nemmeno a rallentarlo, con una spallata fu spazzato via, niente
lo avrebbe fermato, dal canto suo Lord Tyrell aveva uno sguardo di puro
terrore e sarebbe probabilmente scappato se dietro di lui ci fosse
stata una via di fuga e non fosse stato con le spalle al muro, con un
guizzo di disperato coraggio tentò un fendente verso il feroce leone
che lo caricava, troppo lento...
A metà della mossa la cappa bianca
aveva già schivato portandosi alla sua sinistra, la spada sbatte contro
il selciato, Ser Jaime con un unica rapida mossa gli afferro il polso
destro con la sinistra e strinse, un gemito usci dalle labbra del molle
Lord che tenne la spada a stento fino a quando non gli arrivo una
candida gomitata sul naso che con un secco rumore si ruppe, questa
volta un urlo uscì dalle labbra del debole Tyrell che con il viso
ricoperto di sangue e lacrime non fu più in grado di opporre resistenza
ritrovandosi una volta ripreso disarmato e con il braccio destro
immobilizzato dietro la schiena mentre la lama di una spada dal dorato
pomo leonino premeva contro la sua tenera gola.
Ser Jaime guardò le
varie guardie che stavano finalmente entrando da uno dei portoni
sfondati, tutti ormai si dirigevano verso di lui, troppo tardi,
<<Scacco matto fiorellino, vuoi ordinare ai tuoi di arrendersi o
devo cominciare a tagliarti qualcuno dei tuoi doppiomenti?>>
premette la lama contro la gola del suo prigioniero facendone sgorgare
una goccia di sangue.
Ormai Tyrell era completamente terrorizzato,
il campo di battaglia non era mai stato il suo mondo, e con le braghe
bagnate del suo piscio ordino ai suoi di arrendersi e gettare le armi a
terra, le guardie obbedirono quasi subito, i nobili impiegarono qualche
secondo di più, probabilmente chiedendosi se valeva la pena salvare la
vità di quel patetico Lord.
Ser Jaime Lannister guardò compiaciuto
la sconfitta del nemico, poi fissò la vipera rossa <<Ecco
dorniano, ora sai come combattono i Leoni!>>
Mentre
Arryn e la principessa curavano Dayne facendogli riprendre i sensi, gli
altri disarmarono i prigionieri, una ventina di guardie in tutto, e le
rinchiusero nelle vecchie prigioni lasciandogli alcune provviste, nelle
prigioni trovarono inaspettatamente un prigioniero Lannister, disse di
chiamarsi Polliver e di appartenere al contingente di Ser Gregor
Clegane, secondo il suo raccondo la montagna aveva ricevuto l'incarico
di radunare altre forze nei dintorni per poi andare in soccorso di lord
Tywin, lui fungeva da esploratore ed era stato catturato con una
trappola il giorno prima da Ser Rolland Storm, disse che l'accampamento
non era molto lontano e li ci sarebbe stata protezione per il gruppo.
Per
fortuna ci fu una buona notizia da parte di Arryn <<Sembra che la
ferita di Dayne non sia troppo grave, incredibilmente la lama che è
riuscita a penetrare non ha lesionato organi ma la quantità di sangue
persa è eccessiva, l'ho ricucito come potevo ma se non lo porteremo da
un maestro al più presto rischia conseguenze serie!>>
<<Non
ti preoccupare, abbiamo saputo che non molto distante da qui si trova
un accampamento Lannister e conoscendone il comandante ci devono
sicuramente esserci dei Maestri>> poi Jaime guardò il resto del
gruppo <<Suggerisco di legare Dayne alla sella e di muoverci il
più rapidamente possibile verso l'accampamento, fin'ora siamo stati fin
troppo fortunati vagando in pochi per un terreno di scontro ma non
possiamo sapere se i nostri nuovi amici aspettassero rinforzi,
prenderemo tutti i cavalli e ci legheremo sopra le armi e le armature
dei prigionieri nelle segrete, in questo modo non ci daranno noie nel
caso si liberassero, porteremo Tyrell, Redwyne, Storm e la Cappa Dorata
con noi e li interrogheremo una volta arrivati con tutta calma>>
Polliver
intervenne con un sorriso maligno <<Vi assicuro che se volete
sapere qualcosa da un prigioniero il mio signore è quello che fa per
voi, un paio d'ore con il nostro Messer Sottile e saranno loro a
supplicarvi di ascoltare i loro segreti>>
Tutti furono
d'accordo tranne Greyjoy e Martell che dissero fosse meglio eliminare
le guardie nelle segrete, ma la maggioranza fu con Ser Jaime nel
rispondere che era un atto vile e insensato uccidere dei prigionieri,
in mezz'ora furono pronti e dopo una rapida cavalcata di due ore
raggiunsero un vasto accampamento dal cui padiglione principale
sventolavano un Leone e tre Mastini, era tempo di fare qualche domanda
e ottenere finalmente qualche risposta.
NB: la soluzione esatta partiva con T f1-f5.
L'accampamento
di ser Gregor Clegane si trova ai piedi del colle su cui si erge Monte
Fiorito. Lì i nobili westerosiani rinchiudono in una tenda-prigione la
maggior parte dei prigionieri e, con l'aiuto del torturatore della
Montagna che Cavalca, messer Sottile, iniziano ad interrogare lord Mace
Tyrell.
"Finalmente vi abbiamo catturato, lord delle rose!", dice
ser Arthur Dayne, che, ripresosi dalla ferita, in quanto capo della
spedizione, ha l'incarico di fare le domande. "E con la vostra cattura
poniamo termine a questa ribellione farsa!"
"La vostra ribellione
farsa non è ancora conclusa, Spada dell'Alba", risponde il prigioniero,
prima ancora che messer Sottile gli si avvicini. "Cosa vi fa credere
che la mia cattura vi sia sufficiente?"
"Caduto il re, gli alfieri si inchinano", risponde ser Arthur. "Non lo sapete anche voi?"
"Caduto
il re... bel detto, Dayne", risponde lord Tyrell con un sorriso. Il
sorriso, tuttavia, viene subito congelato dall'intervento del
torturatore, pronto a posare un tizzone ardente sulla sua faccia. Mace
sbarra gli occhi, poi, con un filo di voce, continua: "Forse avreste
ragione... se io fossi un re". Poi, a voce un po' più alta: "Ma altri
sono i re: io sono solo un alfiere leale. E non sono l'unico".
Ser Arthur, preso in contropiede, chiede: "Come? Dunque non siete voi, il capo di questa congiura?".
"Capo,
non capo... cosa volete che importi? Potete anche uccidermi: altri
continueranno al mio posto, per la maggior gloria della casa Tyrell".
"Chi, dunque? Chi sarà il nostro nuovo nemico? Chi attacca il reame? E soprattutto: dove avverrà l'attacco?".
"Ma
come, voi siete arrivati qui per caso? So che avete catturato ser Mark,
ho visto tra i vostri prigionieri mio zio: non credo che siate ignari
che l'attacco avverrà a Lannisport. Avverrà, anzi, sta già per
avvenire: la notizia della mia cattura probabilmente non raggiungerà
gli eserciti prima dell'attacco. Ma anche se lo facesse, poco importa:
vi sono ben altri comandanti, laggiù, con un'abilità militare del tutto
degna della mia".
"Questo non ci preoccupa", ironizza ser Arthur,
"Ciascuno di noi sarebbe in grado anche con una sola mano di battere
dieci comandanti dotati di tutta la vostra grande abilità militare!".
Gli occhi di lord Mace fiammeggiano. "Dite? Anche se questi perseguono la causa giusta, ser?".
Un
colpo di messer Sottile. "Altri guideranno la battaglia di Lannisport,
al posto mio. E lo faranno nel nome della più giusta delle cause: la
gloria della casa Tyrell... e la restituzione del trono al re di
diritto!".
"Il re di diritto?", chiede Dayne, imperturbabile. "E chi sarebbe, secondo voi? Un discendente di Garth Manoverde, scommetto!"
"Un
discendente di draghi! Qualcuno il cui trono è stato sottratto con
l'inganno e con la forza! Non dubitate, ser: i discendenti di Garth
Manoverde siederanno sul trono. I figli di mia figlia Margaery
siederanno sul trono, nonostante le pretese di quello sciocco di
Rhaegar, che mi ha privato del privilegio di un fidanzamento che mi
spettava di diritto! Ma quello stesso fidanzamento mi sarà donato, tra
poco: mi sarà donato dal re di diritto".
Sui volti di alcuni dei presenti pare comparire un barlume di comprensione.
"Ma a chi vi riferite, lord?", chiede ancora ser Arthur, ignaro.
"Viserys
lo sapeva, e si è portato nella tomba la sua conoscenza; in caso
contrario, sarebbe stato con noi, ne sono certo!", urla lord Tyrell.
"Aerys!", tuona, rivolto ai nobili presenti. "Nessuno Sterminatore! Non
c'è mai stato uno sterminatore di re, ser Jaime: lo avete ferito, ma è
sopravvissuto! Rhaegar non ha osato dare il colpo di grazia a suo
padre... che quindi c'è, è ancora vivo, ed è chiuso nelle segrete della
Fortezza Rossa!". Lo sguardo di lord Tyrell è trionfante. "Ed ora
ditemi, signori: voi da che parte state? Chi è il vero re? Il re sul
trono di spade, oppure quello nelle celle nere?". Un colpo di messer
Sottile fa infine tacere il lord delle rose.
I nobili escono
frastornati. Ser Arthur dice: "Non credete alle parole di quel folle.
Non credeteci: se veramente le cose stessero come lui dice, qualcuno di
noi lo avrebbe saputo, nel corso degli anni. Lord Arryn, ser Jaime,
principessa Rhaenys: com'è possibile che tutti noi, che abbiamo vissuto
a corte, non abbiamo mai sospettato una cosa del genere? Com'è
possibile, a meno che... quella cosa sia falsa? A giudicare da questa
finzione, c'è da dubitare anche dell'attacco a Lannisport, direi!".
Eppure, un filo di dubbio incrina anche la voce della Spada dell'Alba.
Poco
dopo, uno degli uomini di ser Gregor giunge da ser Arthur e dagli altri
nobili, conducendo con sé un messaggero che indossa la livrea del
Grifone.
"Ser Arthur, nobili signori", dice l'uomo. "Vi porto un
messaggio da parte di lord Jon Connington, che sta giungendo verso
Lannisport alla guida delle truppe reali. Lord Connington mi ha
incaricato innanzitutto di perlustrare la zona e fare a voi rapporto
della disposizione delle varie truppe, lord comandante. Ebbene:
purtroppo è vero, le nostre sentinelle hanno verificato che vi è un
esercito in avvicinamento via terra verso Lannisport, poco lontano da
qui. Le sue insegne recano, tra gli altri stemmi, la rosa ed il cervo:
immagino dunque che anche i Baratheon si siano uniti alle forze dei
ribelli. Stranamente, c'è anche qualche drago a tre teste. Inoltre, al
largo di Lannisport è stata avvistata una flotta che reca bandiere con
il grappolo d'uva e con lo stallone infuocato, che mi dicono essere il
vecchio stemma di Bittersteel: pare dunque che la flotta Redwyne stia
trasportando la Compagnia Dorata verso la costa. Per fortuna, anche i
nostri si stanno muovendo: le navi lunghe degli Uomini di Ferro si
frappongono infatti tra Lannisport ed i Redwyne, impedendo loro di
sbarcare. Le truppe di lord Connington sono ormai poco lontane, e lo
stesso vale per i dorniani, che potrebbero cogliere i nemici da
sud-est. I lupi e le trote, che giungono dal nord, sono pronti nei
pressi di Harrenhal, nonostante gli Stark, per chissà quale motivo,
abbiano fermato alcune truppe al Moat Cailin, mi dicono. D'altro canto,
ho appreso che c'è anche almeno una nave Greyjoy fuori rotta, vicino a
Delta delle Acque. Gli uomini della Valle sono fuori da Approdo del Re,
pronti a difendere la nostra capitale, qualora qualcosa dovesse andare
storto nella battaglia di Lannisport... Tutto bene, dunque.
Re
Rhaegar ripone tutta la sua fiducia in voi: lord Connington ordina a
ciascuno di voi di raggiungere il più velocemente possibile le truppe
delle vostre rispettive casate, per guidarle in questa impresa. Re
Rhaegar, inoltre, ha deciso di sbarrare ogni accesso ad Approdo del Re:
i comandanti della Guardia Cittadina hanno l'ordine di aprire le porte
solo a chi si presenterà davanti a loro con l'esatta parola d'ordine",
aggiunge, porgendo un bigliettino a ser Arthur.
Dayne scruta il foglio e poi guarda il messaggero. "E questo cosa vuol dire?", chiede.
"Non
lo so, signore", risponde l'uomo, imbarazzato. "Mi hanno detto di
riferirvi, tuttavia, di ricopiare quel biglietto ed affidarne una copia
ad ognuna delle persone di cui più vi fidate, tra i presenti. Tutto ciò
che so, è che per ricavare la parola d'ordine dovete ricomporre,
risolvere e guardare bene fin dall'inizio... e mischiare secondo un
certo ordine, naturalmente. E' poco, me ne rendo conto, ma capite anche
voi l'importanza di quel biglietto".
Ser Arthur ricopia il biglietto sette volte, e ne consegna una copia ad ognuno dei nobili che lo ha accompagnato.
"Ebbene,
miei nobili signori: è giunto il momento di separarci. Affido ad ognuno
di voi la parola d'ordine, in modo che, in casi estremi, possiate
rifugiarvi ad Approdo del Re ovvero ergervi in difesa della capitale e
del nostro re. Ognuno di voi, con una piccola scorta, raggiungerà le
truppe della propria casata, che sono dislocate in punti strategici per
difendere il reame. Ser Jaime, voi siete libero di raggiungere Castel
Granito o Lannisport. L'importante è che ognuno si appresti a guidare
le proprie truppe nella difesa del reame. Io, naturalmente, raggiungerò
lord Connington insieme alla principessa Rhaenys".
Note organizzative
Questa volta, Il portavoce deve inviare la soluzione dell’enigma entro mercoledì 25 giugno, alle ore 23.00 (compreso).
La soluzione consisterà nell'indicazione della parola d'ordine necessaria per entrare ad Approdo del Re.
A
differenza del solito, naturalmente, saranno considerate "vere" tutte
le vostre soluzioni: tutti coloro che decifreranno il bigliettino,
dunque, potranno utilizzare autonomamente quella parola d'ordine.
Oltre alla soluzione dell'enigma, in questo turno NON dovrà essere inviata l'indicazione dell'azione di gruppo, dato che il gruppo non esiste più.
Invece,
tutte le squadre, a prescindere dalla soluzione o meno dell'enigma,
potranno inviare il loro allineamento strategico: sono vere le parole
di Mace Tyrell? E se sì, con chi vi schierate: difendete Rhaegar,
oppure cambiate bandiera e vi alleate con i ribelli? E come decidete
che si muovano le vostre truppe?
Non serve un testo narrativo, che
in ogni caso per ora non verrebbe pubblicato: basta un'indicazione
sintetica della vostra scelta.
Ovviamente, scegliere bene è importante, anche ai fini della classifica.
Quanto
alle comunicazioni, queste potranno avere luogo a Monte Fiorito solo
tra i personaggi del gruppo (e solo orali), nell'accampamento di ser
Gregor Clegane (sia orali che scritte). Potranno avere luogo anche
tramite veloci messaggeri, una volta seprati.
Si ricorda che le
comunicazioni devono recare anche la modalità, il mezzo con cui vengono
effettuate e il luogo in cui vengono effettuate. In caso contrario,
tali dettagli saranno decisi dagli organizzatori.
Gli addetti alle
comunicazioni sono invitati a consultare la lista aggiornata dei loro
colleghi (alcune squadre fanno a turni, e dunque gli addetti possono
cambiare di volta in volta).
Il seguito della trama, con il prossimo gioco, sarà pubblicato, salvo rinvii, domenica 29 giugno, alle ore 23.
Nota di servizio
Ci
siamo resi conto di qualche piccola imperfezione grafica nell'immagine
di qui sopra, che speriamo non renda impossibile di per sé la
comprensione dell'enigma.
Una versione un po' più chiara dell'immagine sarà contenuta nel file allegato.
Files allegati
Enigma16.bmp ( 978.05k )
Numero di download: 89
Causa imprevisti di forza maggiore, la chiusura di questo enigma sarà rinviata a SABATO, sempre alle 23.
Sempre per quel momento potrete inviare il messaggio in cui dichiarate da che parte desiderate schierarvi nella lotta.
Prima
che i nobili si separino, lord Jon Arryn convoca tutti e dice, con voce
tonante: ”Miei Lord, prima che possiate andare a difendere il vostro
Re, vorrei che autenticaste questo documento che ho preparato. Sono un
uomo anziano, le missioni che fin qui abbiamo compiuto insieme, hanno
segnato il mio fisico, ma queste non sono nulla rispetto alle prove che
dovremo affrontare. E' ora che pensi al bene della mia casata e della
mia gente, prima che a me stesso. Mio figlio è ancora troppo giovane
per reggere il peso del suo nome e se mi capitasse qualcosa ho paura
che la nostra famiglia cadrebbe senza una guida. Tuttavia mio nipote
Jasper ha dimostrato più volte il suo valore ed ora è alla testa del
mio esercito pronto a difendere Approdo del Re. La gente della valle ha
imparato a stimarlo ed in lui c'è saggezza e forza.
Qui tra noi ci sono delle guardie reali. Ser Brynden Tully, ser Jaime vorrei che mi siate testimoni.
Nomino
Jasper Arryn mio erede a Nido dell'Aquila. Sarà protettore dell'Est e
della Valle, a lui andranno tutti i miei titoli e le mie terre, secondo
la tradizione. Vi prego ora di apporre il vostro sigillo." Dopo una
piccola pausa" Ed ora se non vi dispiace, i preparativi mi attendono."
Poi i nobili si separano, pronti a raggiungere ognuno l’esercito della propria casata.
Durante il tragitto, Euron Greyjoy medita sul recondito significato del biglietto assegnatogli da ser Arthur.
Dice
tra sé: “Il disegno ha dei difetti evidenti… ma potrebbe essere stato
poco preciso il segno di ser Arthur – un cavaliere, dopotutto, non uno
scriba. Credo che l'immagine rappresenti un quadrato esploso… sì, un
quadrato con 9 caselle di lato. Una volta ricomposto, beh… ora vedo, ho
già visto enigmi di questo tipo! La somma di tutti questi numeri è 405:
se divido il quadrato in 9 quadranti, in ogni quadrante, in ogni riga,
in ogni colonna potrebbero essere inserite una volta ciascuna tutte le
cifre da 1 a 9. Ma allora i numeri qui segnati sono le somme, ecco! E
quindi è possibile risolverlo! Ma da qui ad una parola d’ordine?
Quando
giunge all’accampamento delle truppe del drago, ser Arthur Dayne è
giunto esattamente alla stessa confusione, ma è stremato dallo sforzo,
e non ha idea di come proseguire.
“Ma non hai sentito le parole del
messaggero?”, gli chiede lord Jon Connington, di fronte alle sue
recriminazioni. “Devo pensare che non fossero abbastanza chiare?
Dovevate guardare bene fin dall’inizio: l’inizio di ogni sequenza
colorata (cioè la casella in alto a sinistra, visto il modo in cui noi
scriviamo), ma anche l’inizio delle parole che rappresentano i numeri…
1, 3, 8, 8, 9, cioè U, T, O, O, N. E poi dovevate mischiare: viene
fuori TUONO, che è l’unica parola che ci permetterà di entrare ad
Approdo del Re, spero da vincitori".
Ed infatti, qualche tempo dopo...
Le
porte di Approdo vengono spalancate dinanzi al gruppo dei grandi lord.
Il popolino, ansioso di notizie sulla grande battaglia di Lannisport,
si affastella contro le cappe dorate, che a fatica tentano di mantenere
uno spazio per la parata trionfale dei nobili signori, e dei loro
prigionieri lungo la Strada delle Sorelle.
In alto, nel cielo
limpido, le colonne del Grande Tempio si stagliano come lance di
cristallo, e per una volta, anche le rovine della Cripta dei Draghi
paiono amichevoli. La Fortezza Rossa incombe via via più vicina, man
mano che il gruppo percorre la strada che conduce alla reggia.
Le
espressioni imperscutabili, ciascuno ripensa a quei momenti cruciali
dopo la cattura di lord Mace, quando vennero messi di fronte alla
notizia che Aerys era ancora vivo. Che ardua scelta! A chi prestare
fiducia? A chi prestare fedeltà? E quanta indecisione, quando nessuno
ancora sapeva cosa avrebbero fatto gli altri... Qualcuno, mosso
dall'ambizione si sarebbe unito alla ribellione? Qualcuno, ritenendo
fosse un proprio dovere ritenere Aerys il re legittimo, si sarebbe
schierato dalla sua parte?
Senza avere quasi il coraggio di
parlarsi, si erano separati, ciascuno si era unito alle forze schierate
nei pressi di una Lannisport ferita mortalmente ma che ancora
resisteva, grazie al generoso sforzo della milizia locale e della
Flotta di Ferro che aveva impedito il sacco della ricca città
occidentale. Ma quando, in quell'alba densa di fumo e cenere che si
levò dopo Monte Fiorito, il gruppo aveva guardato verso l'abitato, una
calma mortale regnava sovrana. Gli stendardi dei Tyrell e dei Baratheon
svettavano ormai su gran parte delle torri della città, ma il Leone di
Lannister teneva ancora, e finalmente le truppe provenienti da Castel
Granito si erano schierate, assediando gli assedianti dal lato
orientale delle mura. La Flotta di Ferro continuava le sue frenetiche
manovre per impedire alle navi della Compagnia Dorata di attraccare per
dare man forte agli uomini già sbarcati, ma quelle concitate mosse
parevano solo l'anticamera della tempesta di lì a venire.
Nitriti
lontani provenire da nord annunciavano l'arrivo altre truppe, e ben
presto, diradato il polverone, una potente avanguardia di cavalieri
sotto il sigillo degli Stark era schierata per il combattimento;
assieme a loro, di certo incontrati durante il cammino, un vasto
esercito proveniente dalle Terre dei Fiumi, su cui svettavano la trota
dei Tully e l'aquila dei Mallister, piantava il proprio accampamento
con esperta rapidità. A sud, più vicino a Monte Fiorito, un'avanguardia
di lancieri dorniani, sotto il comando di Lord Yronwood, scambiava
freneticamente messaggi con le truppe di Connington, schierate vicino
agli uomini di Lord Tywin sul lato orientale della città. Con loro un
folto gruppo di cavalieri della Valle, sotto il comando di Lord Royce,
erano stati distaccati dalle forze principali che proteggevano la
capitale. Il Drago a tre teste svettava assieme al Falco su un colle.
Quasi
senza una parola, si erano separati, ciascuno diretto verso un punto
diverso delle colline, ciascuno diretto dalla propria famiglie e dai
propri uomini. Consapevoli che, forse, se l'ambizione o che altro li
avessero fatti prendere decisioni differenti, o se queste scelte le
avessero fatte le loro famiglie, un loro nuovo incontro avrebbe potuto
essere mortale.
Un rapido gesto di Lord Connington riscosse tutti
dai loro pensieri: i lord sono arrivati alla Fortezza Rossa. Con
decisione entrano, e dopo poco tempo sono al cospetto del Re. Il Re sul
Trono di Spade...
Le sue parole sono ferme e decise: "Raccontatemi".
Si fa quindi avanti.........
Note organizzative
Ogni squadra ha tempo fino a mercoledì 9 luglio alle ore 23
per inviare il testo in stile narrativo che descriva il rapporto che il
vostro avatar farebbe a re Rhaegar dopo la vittoria di Lannisport.
Ovviamente,
le squadre che hanno deciso di schierarsi con il re risultato sconfitto
potranno "scaricare" la colpa su qualcun altro (per esempio, Randyll
Tarly potrebbe dire: avevo l'influenza, è stato mio figlio Dickon a
guidare le truppe ed a tradire... o simili).
Nello scrivere il testo, dovrete tenere conto del fatto che:
- i Tyrell ed i Baratheon cercano di liberare Lannisport e poi ripiegano verso Approdo del Re;
- alcune loro truppe sono in viaggio direttamente verso la capitale;
- la Compagnia Dorata è sulla flotta Redwyne, pronta a sbarcare presso Lannisport;
- le truppe dei Tully e dei Lannister si ergono insieme alle truppe dei draghi in difesa di Lannisport;
- le truppe degli Arryn sono fuori da Approdo del Re, pronti a difendere la città;
-
per gli Stark e per i Martell è presente solo un avanguardia, mentre il
resto delle truppe sono lontane e non riescono a giungere in tempo per
la battaglia;
- la flotta Greyjoy, in realtà, è costituita solo da
qualche nave, per quanto agguerrita; il grosso è rimasto indietro,
nella speranza di piombare alle spalle degli invasori, ma arriva tardi;
- nessuno possiede la parola d'ordine per entrare ad Approdo del Re salvo Jon Connington;
- a corte c'è qualche ribelle che, se le cose si mettessero bene per lui, potrebbe tentare una sortita dall'interno;
- nessun avatar deve morire.
Inoltre, vi invitiamo a suggerire al re che cosa fare dei due lord che si sono apertamente dichiarati contro di lui.
Nel
caso decideste di privarli delle loro terre e dei loro titoli, dovrete
anche consigliare a Rhaegar a chi dare le stesse terre, scegliendo
entro le possibilità indicate qui di seguito:
- Alto Giardino
potrebbe andare a Willas Tyrell, al futuro marito di Margaery Tyrell
(indicare chi), al lontano cugino Quentyn Tyrell, a ser Jon Fossoway
(cognato di Mace), oppure a Mathis Rowan (membro del concilio
ristretto);
- Capo Tempesta potrebbe andare a Joffrey Baratheon
(sotto la reggenza di Cersei), ad Edric Storm e Shireen Baratheon, che
verrebbero fidanzati (sotto la reggenza di Selyse), ad Andrew Estermont
(cugino di Robert), a ser Donnel Swann (attualmente fidanzato di lady
Tyene Sand), oppure a lord Jon Connington.
Quanto alle comunicazioni, queste potranno avere luogo:
- solo via corvo. ovunque (gli avatar sono separati tra loro e dagli altri personaggi più importanti).
Si
ricorda che le comunicazioni devono recare anche la modalità, il mezzo
con cui vengono effettuate e il luogo in cui vengono effettuate. In
caso contrario, tali dettagli saranno decisi dagli organizzatori.
Gli
addetti alle comunicazioni sono invitati a consultare la lista
aggiornata dei loro colleghi (alcune squadre fanno a turni, e dunque
gli addetti possono cambiare di volta in volta).
Il seguito sarà pubblicato, salvo rinvii, mercoledì 9 luglio, alle ore 23
Alla
richiesta del re Ser Jaime si fa avanti. Ha il braccio sinistro
strettamente fasciato, l'unico segno della battaglia di Lannisport:
Pycelle ha garantito che guarirà completamente in poco tempo. I ricordi
della battaglia invece rimarranno per sempre nella sua memoria.
<<Maestà>>
comincia Jaime, e nel rivolgersi con tale appellativo a Rhaegar
sorride, è già una vittoria che l'uomo che lui ha scelto porti ancora
una corona sulla testa <<dopo che Ser Arthur ci ebbe congedato
ordinai a Clegane di assegnare una guida e una scorta a ciascuno dei
nobili convenuti nel campo, perchè scortassero gli esponenti del più
nobile sangue dei Sette Regni del continente occidentale, e
perchè>> un sorriso <<non mi vergogno a dirlo, mi
aiutassero, una volta di ritorno, a comprendere le intenzioni dei loro
protetti e dei loro eserciti.>>
<<La situazione era
molto grave: alcune delle torri che presidiano Lannisport erano già
cadute, e solo la tenacia delle truppe che avevano resistito
all'assalto delle avanguardie dei traditori avevano evitato che queste
entrassero in città, dandoci il tempo di radunare i nostri eserciti e
di concentrarli a difesa della città.
D'altra parte, anche gli
assedianti avrebbero ricevuto presto sostanziosi rinforzi: in
particolare eravamo preoccupati dall’arrivo della famosa e famigerata
Compagnia Dorata, che sarebbe dovuta sbarcare dalle galee di Redwyne.
Io
arrivai a Lannisport quando questa situazione già durava da alcuni
giorni: l'assedio ancora non era completato, perché l'avanguardia dei
Tyrell, guidata da Randyll Tarly, non aveva abbastanza uomini per
occupare tutte le postazioni necessarie, per cui potei entrare senza
problemi con le truppe di ser Gregor, raggiungendo il grosso
dell'esercito di mio padre, che mi aveva preceduto di poche ore.
La
sera stessa, gli uomini della scorta rientrarono. Una volta che li ebbi
interrogati compresi come l'unica forza consistente sul campo dalla
nostra parte sarebbe stata quella di Delta delle Acque, di cui il mio
nobile confratello aveva preso il comando. Mai dubitai della fedeltà
alla corona della nobile casata dei Tully, E un Lannister - Jaime si
volta serafico verso l'uditorio - ripaga sempre i suoi debiti, - il suo
sorriso poi si fa gelido - nel bene e nel male.
Dal momento che
ormai il grosso delle nostre truppe erano arrivate, che i nostri
esploratori ci riferivano che il giorno seguente sarebbero arrivati gli
eserciti dei Tully per noi, e quelli dei Baratheon, le retroguardie
delle truppe Tully e la compagnia dorata per i nostri avversari,
calcolammo che il giorno seguente sarebbe stato quello decisivo, per
cui la sera tenemmo una riunione del nostro stato maggiore per decidere
come assegnare le truppe e come posizionarle.
Decidemmo di evitare
l'assedio, e di rischiare la battaglia campale, in modo da non venire
separati dai nostri alleati, da non rinunciare a manovre per ostacolare
lo sbarco della flotta dei Redwyne e contemporaneamente ridurre
l’estensione del fronte, sfruttando gli ostacoli naturali del
territorio, che noi conoscevamo meglio. Allo stesso tempo, decidemmo di
prendere posizione in prossimità delle mura, che ci avrebbero garantito
protezione, un rifugio per eventuali ritirate, e ci avrebbe consentito
di coprire i movimenti delle nostre truppe grazie al movimento degli
arcieri dall'alto..
Mio padre, ovviamente, avrebbe comandato il grosso della fanteria, posto al centro dello schieramento.
Ai
suoi comandi avrebbe avuto ser Staffon Lannister e i suoi figli, i
fratelli Crakehall, lord Tytos Brax, ser Harys Swyft e Gawen
Westerling, lord Philip Plumm e i suoi figli.
Mio nipote Joffrey,
nonostante la giovane età, insistè per guidare l'ala sinistra
dell'esercito, in modo da riscattare il disonore che suo padre gli
aveva fatto cadere addosso.>>
Anche se Joffrey la aveva accolta di buon grado, l'idea era stata di lord Tywin, in realtà, ma Jaime non lo dice.
<<L'ala
destra sarebbe stata assegnata a ser Gregor Clegane, mentre io avrei
comandato la cavalleria, con ruoli di avanguardia, o, alternativamente,
di supporto delle ali.>>
<<Non hai parlato di tuo zio Kevan, cavaliere>>interloquisce il Re.
<<E' un lord,ora, non ha compiuto il suo dovere di condurre le truppe a difendere le terre del fratello?>>
<<Naturalmente
c'era anche lui, maestà. Si è offerto di offrire la sua esperienza a
Joff, per consigliarlo e frenare la sua impazienza giovanile>>
spiega Jaime, guardandosi bene dallo spiegare che in realtà comandava
lui le truppe che nominalmente erano state assegnate al ragazzino.
Ci
era voluta tutta l'autorità di suo padre per tenere a freno
contemporaneamente Cersei (che non voleva sottoporre Joff a rischi),
Joffrey (che non voleva rinunciare al comando), e Kevan (che, da quando
era Lord era meno dipendente dal fratello, e avrebbe voluto un incarico
più prestigioso).
Ma, nonostante tutte le proteste, come al solito l'inflessibile lord di Castel Granito l'aveva avuta vinta.
<<Resta
anche mio fratello Tyrion, cui era stato dato il compito di riunire i
resti della milizia cittadina, assoldare altri uomini, e usarla per
operazioni di disturbo>> declama Jaime, cercando per solidarietà
al fratello di far sembrare l'incarico più importante di quello che
era, e non l'ennesima umiliazione di Tywin Lannister al suo
terzogenito. Tyrion non aveva perso tempo a protestare, ma il suo
sogghigno da Folletto aveva preoccupato Tywin ben più delle proteste
degli altri, almeno questo era riuscito a ottenerlo.
<<All'alba,
prima che gli eserciti nemici si schierassero, incontrai il mio
confratello, il Pesce Nero, che era arrivato a cavallo precedendo le
sue truppe, nella terra di nessuno tra i due accampamenti. Con poche
parole ci salutammo, spiegai brevemente la situazione, e convenimmo di
utilizzare una strategia che nel passato tanta buona sorte aveva
portato alle forze del legittimo re.
Con ser Brynden Tully e con
suo nipote Lord Edmure al comando delle armate di Delta delle Acque,
avrebbero combattuto anche il principe Aegon e Lord Jon Connington alla
guida dei Targaryen, Jasper Arryn al comando dei cavalieri della valle,
Lord Eddard Stark con suo figlio Robb e il suo bastardo Jon Snow, anche
se erano riusciti a portare solo piccole avanguardie. Anche i Greyjoy
avrebbero cercato di rallentare l'invasione dal mare con le navi che
erano riusciti a portare in tempo per la battaglia.
Dopo l'incontro,
tornai dai miei uomini, incontrando Tyrion che, miracolosamente, era
riuscito, nel breve tempo concessogli, a formare una milizia degna di
questo nome, reclutata, scoprii poi, perlopiù dallo svuotamento delle
prigioni, in cambio della grazia, e a costruire alcune macchine da
guerra, che stava posizionando trasportandole con dei carri. Subito
mandai un messaggero a mio padre, comunicandogli la decisione presa con
ser Brynden, che lui, altrettanto rapidamente approvò tramite un
secondo messaggero.>>
<<Pochi minuti di riposo e ci
arrivò la notizia che il nemico si stava avvicinando, salii sulle mura
in tempo per vedere un esercito numeroso a sud della città sotto
numerosi stendardi tra cui spiccavano la rosa, il cervo e il drago, i
ribelli erano quasi alle porte che immediatamente feci sbarrare, ma la
sfortuna non era tutta li, un’enorme flotta si intravedeva al largo,
secondo le informazioni ricevute era la flotta Redwyne che trasportava
la Compagnia Dorata.
L'ala sinistra dell’esercito era sotto il
comando di Lord Tarly, quella destra a Lord Florent, mentre il corpo
centrale era sotto il comando di Robert Baratheon in persona.
La
prima buona notizia della giornata arrivò quando a nord furono
avvistate altre vele, un’avanguardia della flotta di ferro. Un numero
di legni assai esiguo devo dire, ma abbastanza consistente per
infastidire al flotta di Arbor e rendere arduo sbarcare i mercenari
dell'Est>> fa una pausa per dare un occhiata a Euron Greyjoy,
<<Ringrazio il tempismo e il coraggio del prode Occhio di Corvo,
ben pochi si sarebbero buttati nello scontro con un simile
svantaggio>>
<<Forte dei numeri che già aveva a
disposizione, Robert voleva finire in fretta: non volendo aspettare il
disagevole sbarco dei propri alleati decise di tentare un assalto
frontale alle mura. Sia lode al Guerriero, la sua mente doveva esser
annebbiata da furia omicida e frenesia di aver sangue. Con uno squillo
di trombe i traditori si lanciarono all'assalto per sette volte, e per
sette volte gli arcieri al comando di mio nipote e gli scorpioni di mio
fratello ne fecero strage. questo tuttavia li scoraggiò appena,
sembravano riempire l'orizzonte, formiche industriose che si
adoperavano alla distruzione di Lannisport incuranti di tutto, della
strage, del sangue, dei morti, e che sarebbero riuscite a prevalere con
la semplice e brutale forza del loro numero.
Le nostre truppe
iniziavano a scorarsi, quando arrivò la seconda buona notizia della
giornata: da est si avvicinavano finalmente i nostri alleati, dagli
stendardi si capì, come già sapevamo, che erano quasi tutti Tully con
l'aggiunta di qualche piccolo distaccamento delle altre casate.
Ci
volle poco perchè anche i ribelli li vedessero e in un attimo si
ritirarono per riorganizzarsi alla battaglia, coperti nei movimenti
dall’avanguardia di Lord Tarly, che si ritirò per ultimo.
Una volta
che i rinforzi furono vicini alla città venni loro incontro con il
grosso delle mie forze, e permisi loro di raggiungere le posizioni
previste per la battaglia, lasciando mio padre a presidiare le porte
della città.
Riincontrai così Ser Brynden Tully, e con lui gli altri condottieri che erano accorsi al suo fianco.
Eravamo
malgrado tutto ancora penalizzati nel numero, tuttavia lo svantaggio
numerico (i ribelli contavano sulle grandi masse dell'Altopiano) era
compensato dal grande entusiasmo cagionato dall'arrivo dei rinforzi e
dalle battaglie vinte fino a quel momento.
Come avevamo stabilito
nell’incontro all’alba, ci preparammo a sfruttare la copertura delle
mura cittadine attirandovi il nemico per poi schiacciarlo con la
cavalleria. Mio padre con la fanteria sarebbe stato l'incudine, io e il
Pesce Nero, al comando delle cavallerie Lannister e Tully avremmo
fatto, alternativamente, da martello.
Si, la strategia che avevamo
concordato era proprio la strategia che il principe Baelor Lancia
Spezzata e suo fratello, il futuro re Maekar adottarono a Pratorosso, e
che tanta parta ebbe nello sbaragliare le forze di Blackfyre.
La
furia di Robert fu provvidenziale ancora una volta: si gettò a testa
bassa nella trappola coi suoi uomini, mandando il suo schieramento a
infrangersi contro le truppe di mio padre, schierate a falange, in modo
da avere la massima resistenza e sacrificando la mobilità.
Da parte
nostra, io e il mio confratello fummo molto rapidi ad approfittare
della rottura degli schieramenti avversari, e piombammo su di loro
decimandoli.
Ser Brynden uccise Lord Caron e Lord Swann, io cercai
di raggiungere Robert, ma fui fermato dalla sua guardia, riuscii a
sorpassarli, ma nel frattempo Robert era già riuscito ad allontanarsi,
raggiungendo la sua retroguardia.
L'avanzamento delle truppe di Tarly e Florent consentì a Robert di ritirarsi e riorganizzarsi.
Dividemmo
anche noi le nostre forze: Ser Brynden avrebbe condotto le forze Tully
contro Lord Florent, appoggiando le truppe esauste di Joffrey, mentre
io avrei unito sotto il mio comando le forze Lannister mie e quelle
residue di ser Gregor, andando a impegnare il temibile Lord di Colle
del Corno, che stava avvicinandosi con decisione alle mura. Ci
appostammo su una collina molto vicina alle mura cittadine e aspettammo
che il nostro nemico incoraggiato dal vantaggio numerico ci attaccasse.
Si
fecero avanti i fanti, e subito vennero bersagliati da una vera e
propria pioggia mortale che scendeva dalle mura. Questo li rallentò, li
scoraggiò e di certo riequilibrò un po' il numero dei belligeranti.
Poi
fu lo scontro sul campo, urla selvagge e il clangore del metallo contro
il metallo. Malgrado ci battessimo come leoni il nemico ci stava
spingendo inesorabilmente sempre più verso le mura.
Fu a quel punto
che la nostra cavalleria caricò sul fianco Tarly imponendogli
moltissime perdite finché i cavalieri di Baratheon non si rigettarono
nella mischia, sfondando le linee i difesa che mio padre aveva
schierato, a quel punto ogni schema saltò, ogni strategia fu
dimenticata, la battaglia divenne un brutale carnaio, spade e sangue
ovunque, e la pioggia mortale di frecce che scendeva dalle mura si
arrestò, per non uccidere gli amici con il nemico. Ormai un solo
imperativo governava gli uomini: uccidere per non morire.
A un certo
punto Tarly smise di cercare di forzare il blocco che le mie truppe gli
avevano imposto e cominciò una lenta ritirata verso il campo seguito
dal resto delle forze ribelli. Dovevo impedirgli la ritirata ad ogni
costo, oppure sarebbe potuto ritornare sul campo in un secondo momento
coi rinforzi: ero consapevole che se non fossimo riusciti a tagliare la
testa dei ribelli la compagnia dorata avrebbe ribaltato le sorti dello
scontro prendendo alle spalle il nostro martello.
Fu come se Ser
Gregor mi leggesse nel pensiero: al comando di un manipolo di soldati
si aprì un varco sanguinoso nello schieramento nemico, mi è stato detto
che con un solo colpo tagliò in due Ser Hobber Redwyne. L'avanzata
inesorabile della montagna seminò terrore nel cuore dei ribelli, da
quel momento nessuno riuscì a trovare il coraggio di affrontarlo e il
varco si trasformo in una voragine in cui io stesso mi infilai. Nel
frattempo parte della nostra cavalleria era riuscita ad aggirare il
nemico e a impedirgli una ritirata ordinata, la nostra strategia stava
dando i frutti sperati, ma finchè non avremmo concluso positivamente lo
scontro, l'esito finale della battaglia era appeso ad un filo.
Ormai
il grosso delle navi Greyjoy era in fiamme o impegnato in un
abbordaggio, per cui la flotta Redwyne si preparava a sbarcare.
Mio
padre mandò degli arcieri con frecce infuocate per ritardare il più
possibile lo sbarco. Si scoprì che anche il Pesce Nero aveva avuto la
stessa idea, per cui le navi si ritrovarono sotto un fuoco incrociato
che creò loro notevoli difficoltà. Quando mio fratello accorse con le
sue balliste, e affondò l'ammiraglia con degli specchi incendiari,
venne messo il carico definitivo, ma ciononostante, le navi erano
troppe per essere fermate tutte, per cui gli uomini della Compagnia
Dorata iniziarono a sbarcare.
Per quato riguarda me, nel frattempo,
al comando di un gruppo di coraggiosi mi ero ormai ricongiunto a Ser
Gregor e i suoi e puntavamo al cuore del nemico, smembrai due giovani
cavalieri dell'altopiano e di colpo mi ritrovai all'interno del circolo
delle guardie di Tarly, egli mi aspettava calmo e concentrato con la
sua temibile Veleno del Cuore sguainata.
Tra consumati uomini d'arme
non c'è spazio per le parole, le galanterie, le sfide. Partimmo
entrambi ad un tempo, l'acciaio cozzava contro l'acciaio, e la sua
terribile arma sollevava mari di scintille ad ogni colpo. Ser Gregor
attese senza intromettersi, un cerchio si formò attorno a noi.
Randyll
Tarly oltre ad essere un grande generale era anche un superbo
guerriero, e la grande spada di acciaio di Valirya lo poneva in deciso
vantaggio.
La sua strategia era semplice ed efficace, menare potenti
colpi che a lungo andare avrebbero spezzato la mia spada, di semplice
acciaio.
La sua arma inoltre era più leggera, e la mia resistenza si
sarebbe esaurita di certo prima che lui cedesse. Dovevo ucciderlo e
dovevo farlo presto, o la mia testa sarebbe finita su di una picca.
Randyll
si accorgeva che mano mano che lo scontro procedeva la mia stanchezza
aumentava, la mia arma cominciava a dar segni di cedimento ed il suo
vantaggio aumentava.
Preso dalla frenesia di uccidermi comincio a
menare colpi sempre più impetuosi, affondi sempre più decisi finchè con
un gran colpo che avrebbe potuto tagliarmi in due spezzò la mia spada.
tuttavia riuscii a malapena a deviare il colpo ed egli si ritrovò
sbilanciato dal stesso impeto. Avevo una possibilità e non la gettai
alle ortiche. Infilai il troncone della spada sotto la sua ascella, in
uno dei pochi punti vulnerabili della sua armatura. Tarly strabuzzò gli
occhi dietro la visiera, poi quando torsi la spada un gorgoglio
orribile - domando perdono alle lady qui presenti - mi annunciò la sua
dipartita.
I nemici vedendomi disarmato mi furono addosso da tutte
le parti e solo raccogliendo Veleno nel Cuore e roteandola sopra la mia
testa riuscii a salvarmi, furono in molti a finire decapitati in quella
carica, l'acciaio di Valirya non perdona>> e in quel momento
tutti notano lo spadone legato di traverso sulla schiena del cavaliere
che con un sorriso spiega <<La tengo ancora perchè non c'è più
nessun Tarly maschio che può reclamarla, Dickon Tarly partecipò alla
battaglia come scudiero di suo padre e fu trovato con una freccia nel
petto tra i tanti cadaveri mentre Samwell Tarly è entrato nei guardiani
della notte rinunciando al suo nome e alla sua eredità, quindi la tengo
come bottino di guerra>>
<<Tornando alla battaglia sire
devi sapere che la morte di Lord Tarly fu come un segnale, a migliaia
gettarono le armi e fuggirono via inseguiti dai nostri, ma furono
fermati dalle avanguardie della Compagnia Dorata che nel frattempo
erano riuscite a sbarcare e radunarsi in gran numero. Ordinai ai miei
di fermarsi e di ritirarsi sotto le mura per riunirci di nuovo al resto
dell'esercito, ne approfittammo per tirare il fiato ormai consapevoli
dell'imminenza della fine. nonostante il valore e il coraggio dei
nostri la grande vittoria che stavamo per conseguire ci era stato
rubata al calare del sole da un destino crudele.
Ma, mentre il
grosso della Compagnia Dorata s'appressava alla costa ecco un altra
flotta apparire, non si capiva chi fossero ma non sembravano le navi
lunghe degli uomini di ferro, ne la pesanti galee di Arbor. Molti tra i
nobili chiesero di abbandonare la difesa ad oltranza di Lannisport per
arretrare fino a Castel Granito, oppure sui passi montani e ritentare
la sorte in un altra battaglia su un terreno più congeniale>>
Jaime guarda Lord Eddard <<Ma io non potevo abbandonare
Lannisport al suo destino e mio padre consigliò di capire chi fosse il
nuovo arrivato prima che di dar l'ordine di ritirata>>
<<Le
navi ultime arrivate attraccarono e sbarcarono un'armata di mercenari,
uomini dai tratti orientali. Per la città era finita, ma stranamente
man mano che gli orientali s'appressavano alla compagnia dorata il loro
atteggiamento sembrava tutt'altro che amichevole e alla fine i due
schieramenti attaccarono battaglia e si affrontarono con ferocia.
Il
nostro cuore fu pino di speranza. Quando tutto pareva finito ecco un
aiuto insperato giungere dal mare. Al contrario i traditori
precipitarono nella disperazione, vedendo la preda tanto a lungo
rincorsa fuggire all'ultimo istante. Era il momento di colpire, di
porre fine a quella lunga e sanguinosa battaglia! Caricammo le forze
nemiche sul fianco, una stategia che diede i frutti sperati: gli
schieramenti nemici sbandarono paurosamente, uomini fuggivano ormai in
rotta, Robert Bharatheon raccolse i cocci del suo esercito e diede
ordine di ritirarsi, pochi dei suoi lo fecero in buon ordine,
ripiegando verso sud ovest in una lenta ritirata che in breve divenne
una vera e propria fuga, in molti furono raggiunti e uccisi o
catturati.>>
<<Scoprii ben presto che i sopravvenuti
erano uomini del conte Voldan di Myr, con un armata mercenaria di
Tyrosh appositamente ingaggiata. Il conte difatti era in affari con la
mia famiglia, dovendo ricostruire la flotta di Lannisport. Appreso a
Myr dell'obiettivo della compagnia dorata e consapevole che in caso di
caduta di Lannisport difficilmente sarebbe rientrato degli ingenti
capitali già investiti egli decise di comprare ogni nave da guerra
disponibile nei cantieri di Myr, e di consegnarcele assieme a quelle
già approntate: i Myriani sono uomini di affari e sanno che a volte è
meglio accontentarsi di un margine minore piuttosto che perder tutto.
Mi risulta inoltre che mio padre sia stato piuttosto generoso con lui,
e si sia fatto carico dell'ingaggio dei tyroshi, rinunciando persino a
ridiscutere l'osceno ricarico pattuito col conte come si era riproposto
di fare.>>
<<Alla fine della giornata Florent era caduto
nelle nostre mani, i suoi uomini all'accampamento erano tutti morti o
prigionieri o in rotta. Molti Lord e cavalieri rimasero sul campo
insieme ai loro uomini. Di quasi tutte le principali famiglie dei
traditori avevamo un esponente in ostaggio, molti si affrettarono a
giurare fedeltà a vostra maestà ed implorare il perdono>> Jaime
si volta ed indica un gruppo di uomini in catene che si inginocchiano
di fronte a Rhaegar e blaterano qualcosa.
<<Ci
riorganizzammo e all'alba del giorno dopo, mentre mio padre con i suoi
alfieri rimaneva ad assicurare la sicurezza di Lannisport dando la
caccia alle truppe sbandate degli invasori, io e gli altri condottieri
alleati, con le nostre truppe più veloci partimmo all'inseguimento dei
traditori che con un incredibile rapidità si dirigevano verso Approdo
del Re che come seppi in seguito era assediata da Ser Garlan Tyrell,
difesa solo dalle cappe dorate e dagli uomini del vallo di Arryn. Per
cinque giorni io e Ser Brynden ci demmo il cambio al comando
dell'avanguardia e ci scontrammo ripetutamente con la loro retroguardia
non lasciandogli mai il tempo per riposarsi, ad ogni giorno nuove forze
si univano a noi>>
<<Li raggiungemmo il settimo
giorno davanti alle mura di Approdo del Re, avendo alcune ore di
vantaggio erano riusciti a riunirsi con le forze di Ser Garlan e a
sfondare le porte della capitale proprio al nostro arrivo, la nostra
carica immediata non diede loro il tempo di passare in molti e ne fece
scempio schiacciandoli contro le mura sotto la caduta di enormi blocchi
di pietra gettati dai difensori, olio bollente e frecce, l'effetto
sorpresa aggiunto al vantaggio numerico e al morale alto ci rese
invincibili e fu solo questione di tempo perchè la vittoria fosse
nostra, vidi Ser Brynden disarcionare e lasciare sul campo Ser Garlan a
pochi metri da me e questo fu quasi letale per il morale nemico. Nel
frattempo però ero preoccupato per i nemici penetrati dalla breccia e
fu grazie a quel momento di distrazione dalla battaglia che riuscii a
notare del movimento vicino alle Rapide Nere, Lord Robert Barahteon e i
suoi cavalieri ingaggiavano battaglia contro il principe Aegon e i suoi
che avevano la peggio, con un ordine guidai un manipolo di cavalieri
per portare soccorso e avvicinandomi vidi una scena agghiacciante, Lord
Robert era riuscito a disarcionare il principe e ora alzava la sua
enorme mazza per finire il principe steso al suolo. - Robert, - gridai
- io contro di te, uomo contro uomo, acciaio contro acciaio - Rise, una
risata folle e selvaggia, ordinò ai suoi uomini di lasciar libero il
principe Aegon se lui fosse stato abbattuto e mi caricò con furia
selvaggia. Mi preparai a sostenere l'impatto del più temibile degli
avversari.>>
<<Io e Robert ci odiavamo, per molti
motivi, come sua maestà di certo saprà. Vi assicuro che le sue parole
furono tutt'altro che gentili e di certo non sono adatte alle orecchie
delle tante dame qui presenti. Mi caricò, dicevo, e tento di colpirmi
con la sua mostruosa mazza ferrata, ma Veleno nel Cuore mi salvo la
vita perchè al contrario delle tante fragili spade spezzate da
quell'arma famosa si piegò leggermente assorbendo l'urto. Robert mi fu
comunque sopra. L'impatto con la sua mole enorme mi fece veder le
stelle. Non ho capito bene come ma mi ritrovai schiacciato dal suo
corpo mentre il gigante mi strangolava con entrambe le mani. Mi mancava
l'aria, e cominciava ad offuscarmisi la vista. Potevo lasciarmi andare,
sarebbe stato dolce il riposo, dopo tutto. Mi riebbi, capii che avevo
pochi istanti prima che calasse il buio, e poi la morte. Per liberare
il braccio, schiacciato dal suo corpo enorme coperto di ferro forzai
così tanto che si ruppe. Urlai di rabbia e di dolore, urlai
disperatamente per trovare la forza di infilargli veleno del cuore nel
fianco. Urlai quando rivoltai l'arma nelle sue viscere e il mostro
scivolò di lato mentre l'aria fresca mi riempiva di nuovo i
polmoni.>>
<< Così accadde, gli uomini di Robert
rispettarono l'ultimo ordine del Lord traditore, e lasciarono libero
Aegon. Il principe mi portò in città (ero ridotto piuttosto male)
mentre il pesce nero soffocava le ultime sacche di resistenza e i lord
di Robert gettavano le armi e si affrettavano a giurare fedeltà alla
corona. >>
Il re ascolta il rapporto con sguardo
corrucciato: la vittoria ha arriso agli uomini a lui fedeli, ma ora c'è
un regno da ricostruire.
"Grazie, ser Jaime, del vostro accurato
rapporto", dice. "Ero certo che un membro della mia Guardia Reale
avrebbe dimostrato tutto il suo valore anche in questo frangente". Poi,
rivolto a tutti, continua: "Ma tutti voi siete stati valorosi e fedeli,
negli ultimi mesi. Lord Connington, ser Arthur, ser Brynden, principe
Oberyn, Occhio di Corvo, giovane Jon Snow, venerando lord Arryn, figlia
mia, devo ringraziare tutti voi. E' stata una lunga traversata, ma
senza l'impegno e la forza di ciascuno di voi ora non siederei più su
questo trono, a quanto pare." Una pausa.
"Immagino che tutti voi
sarete stanchi. Per parte mia, grazie a voi ho potuto restare seduto
sul mio trono di spade... ma questo non è il seggio più comodo del
mondo. Proprio per questo motivo, credo di aver bisogno di uomini
fedeli che siedano al mio fianco, uomini fedeli come voi vi siete
dimostrati, che mi aiutino a portare il pesante fardello del potere.
Ebbene, ora andremo tutti a riposare, ma domani tutti i nobili presenti
sono convocati qui, nella sala del trono, perché avrò delle importanti
comunicazioni per voi".
Tutti i nobili rientrano dunque nei propri
alloggiamenti presso la Fortezza Rossa, in attesa delle importanti
comunicazioni ma felici di potersi finalmente godere un po' di riposo.
Il
giorno successivo, anche il volto del re è più disteso, come se le
macerie attorno a Lannisport e le tensioni nel suo regno fossero solo
un butto ricordo.
Giungono i nobili.
Euron Greyjoy con il suo
seguito, felice di ritrovare a corte entrambi i suoi nipoti: Theon,
rimasto sempre a corte, in compagnia della principessa Arianne Martell,
ed Asha, giunta di recente da Delta delle Acque, nel seguito di lord
Edmure, a cui aveva recato le condoglianze della casata per la morte di
lord Hoster.
Il principe Oberyn, circondato da alcuni tra i più
importanti nobili dorniani, fa un cenno di assenso, nel vedere la
figlia in quella compagnia. Ser Brynden, al contrario, sembra sorpreso,
ma sta lungo una parete, in compagnia dei suoi recenti compagni: ser
Arthur Dayne, con Alba nel suo fodero, ser Jaime Lannister, che ha
conservato per sé Veleno del Cuore dopo la fine di casa Tarly, il
fedele ser Richard Lonmouth, l'esperto ser Barristan Selmy ed il bel
ser Arys Oakheart, di ritorno da Dorne. Tutti notano che in quella
compagnia c'è ancora un posto vacante, quello del settimo uomo, dopo la
morte del principe Viserys e di ser Renly Baratheon.
La principessa
Rhaenys, con sorpresa e sconcerto di molti, non si trova in compagnia
dei Martell, dove sempre è stata nel corso della sua vita, ma degli
Stark: insieme al giovane Jon Snow, reca i suoi omaggi al glaciale
signore del Nord, lord Eddard.
Jon Arryn si è ricongiunto finalmente
al suo nuovo erede, ser Jasper, reso cavaliere nonostante la tenera età
per aver guidato le truppe Arryn, e guarda tutti gli altri dall'alto
della sua esperienza, ripensando alla moglie ed al figlio che dovrà
ritrovare al Nido dell'Aquila, chiarendo le sue mosse senza creare
incidenti diplomatici: un compito lungo ed ingrato di cucitura politica
che gli impedirà di restare a corte nei prossimi anni.
Infine, in
fondo alla sala, insieme a tutti i nobili minori ma isolati da loro, vi
sono due altri gruppi di persone: la vedova di lord Robert Baratheon,
con i suoi tre figli, che guardano in cagnesco la vedova di lord
Stannis, con la figlia ed il nipote bastardo; e, poco distante, i tre
figli superstiti di lord Mace Tyrell, Willas, il suo legittimo erede,
il valoroso ser Loras, che ha accompagnato molte delle vicende degli
ultimi mesi, e la giovane Margaery, la cui mano prima della ribellione
era appetita da molti - ma ora altrettanti si chiedono se lo sarà
ancora, dopo la caduta in disgrazia di suo padre e della sua nobile
casa.
Accanto al re siedono i membri del Concilio Ristretto, lord
Varys, il Ragno Tessitore, il Gran Maestro Pycelle... e nessun altro.
Lord Baelish ha perso molta della fiducia del re a causa dell'ammanco
nel tesoro reale, e, quanto a lord Mathis Rowan, Rhaegar non riesce a
fidarsi del tutto di un uomo dell'Altopiano, dopo gli ultimi
avvenimenti. Poco distanti da loro, in piedi, volti impenetrabili
nonostante siano gli unici a sapere in anticipo cosa avverrà di lì a
poco, vi sono il principe Aegon, erede al trono di spade, lord Myles
Mooton, un tempo scudiero del re, nonché lord Jon Connington di Cava
del Grifone e la sua nobile moglie, lady Ashara della nobile casa Dayne.
Finalmente il re inizia a parlare.
"Miei
nobili signori, vi ho invitato a partecipare a questo incontro
annunciandovi importanti comunicazioni per oggi: sono felice di avervi
tutti qui. Questa avventura, dai risvolti funesti, è iniziata nel corso
della festa per i 15 anni del mio regno. Credo che ora, a sua degna
conclusione, tale festa dovrebbe essere ripetuta, da qui a pochi mesi,
per festeggiare il mio nuovo regno, dopo la fine della grave ribellione
che ci ha toccati così da vicino, più grave di quella che mi ha portato
sul trono - probabilmente, la più grande minaccia al potere della casa
Targaryen dalla morte di Maelys il Mostruoso e dalla fine delle pretese
dei Blackfyre.
Ebbene: lord Robert Baratheon è morto; lord Mace
Tyrell è prigioniero nelle celle nere, e lì resterà fino a che non
decideremo una condanna diversa per il suo tradimento. Ma Capo Tempesta
ed Alto Giardino sono ancora là, in attesa di un uomo forte che le
possa riportare nella pace del re.
Se lord Stannis fosse ancora
vivo, probabilmente avrei chiesto a lui di guidare Capo Tempesta, pur
scavalcando i legittimi eredi del traditore: ma Arbor, purtroppo, mi ha
privato di uno dei miei più fidi compagni e collaboratori. Credo
tuttavia che le Terre della Tempesta debbano restare a casa Baratheon,
perché così vuole la tradizione, e perché non vorrei privare di esse
una casata che vanta pur sempre forti vincoli di parentela con i
draghi. Il mio fido lord Connington mi ha sottoposto questa scelta:
dare Capo Tempesta al figlio di un traditore, che pure ne contestava la
legittimità, oppure darla alla figlia del mio fedele alleato,
consentendo il matrimonio tra lei ed il giovane Edric Storm, figlio
certo ma naturale di lord Robert? Si tratta di ragazzi, in fondo:
nessuno di loro possiede la forza che io avrei voluto per Capo
Tempesta. Ma se la scelta è questa, credo che debba ricadere su un
figlio di casa Lannister, che mi è rimasta sempre fedele, piuttosto che
sui figli di casa Florent, che nascondeva nel suo seno così tanti
traditori.
Sono dunque felice di accogliere nella pace del re lord
Joffrey Baratheon, nuovo signore di Capo Tempesta, e la sua signora e
reggente, lady Cersei della casa Lannister, sua madre.
Ma passiamo
ad Alto Giardino, la cui ribellione tanti grattacapi mi ha dato. Qui
c'è un erede legittimo, Willas Tyrell, un uomo sulla cui probiltà e
lealtà nessuno avrebbe dubitato... fino a poco tempo fa. Ma il
tradimento di lord Mace richiede ben altri pensieri, temo. Vedo che i
figli di lord Mace sono qui, e nessuno di loro è in catene.
Willas,
ser Loras, lady Margaery, chiedo a voi di inginocchiarvi e di giurare
nuovamente fedeltà a me ed ai Sette Regni. Lo farete, e almeno parte
dei vostri titoli resterà in capo a Willas. Non lo farete, e sarete
privati delle vostre terre, ma liberi di andare in esilio".
Willas, ser Loras e Margaery fanno pochi passi avanti, con volto cupo, e si inginocchiano davanti al loro sovrano.
"Sire", dice Willas, "rinneghiamo l'operato di nostro padre e di nostro fratello, e vi chiediamo umilmente il perdono reale".
"Concesso",
risponde Rhaegar, magnanimo. "Willas Tyrell, ti inginocchi da me come
penitente, e ti rialzerai come lord di Alto Giardino e lord supremo
dell'Altopiano". Willas si rialza. "Credo tuttavia che il titolo di
Protettore del Sud, che potrebbe essere ben più che onorifico, se la
ribellione dovesse tornare, non si addica al figlio di un traditore, e
tantomeno ad un uomo adulto che non è potuto diventare cavaliere. Con
editto reale, dunque, decido che, da oggi in poi, il titolo di
Protettore del Sud spetterà alla casa Connington, ed in particolare, in
questo momento difficile, alord Jon, mio fedele amico.
Due ampi
territori mi hanno tradito: lord Tyrell e lord Baratheon hanno potuto
godere dell'appoggio di molti dei loro alfieri. I loro figli
governeranno al posto loro, ma sono convinto che ci voglia qualcosa di
più per poter ricucire i rapporti con i sudditi di quelle terre e
quindi sanare le ferite inferte al nostro regno. Credo ci voglia un
uomo di quelle terre, per fare questo. Credo che il mio amico fraterno
e fedele compagno, lord Connington, che proviene dalle Terre della
Tempesta, potrà essere il giusto ambasciatore presso di loro. Dopo di
lui, se al re compiacerà, il titolo passerà al suo erede".
Lord Connington fa appena un cenno col capo, senza alcuna sorpresa per l'onore e l'onere che gli erano appena stati conferiti.
"Inoltre,
la flotta di casa Redwyne ha fatto molti danni alla mia causa, e non si
addice certo all'attuale situazione che una simile potenza navale sia
controllata dall'Altopiano: due terzi di quelle navi saranno dunque
confiscate, ed entreranno a fare parte della flotta reale.
Al
contempo, Arbor verrà sottratta alla sua legittima casata, visto che i
Redwyne hanno partecipato attivamente alla ribellione. Tale seggio sarà
assegnato ad un grande navigatore, che ha contribuito a ritardare la
flotta Redwyne e la Compagnia Dorata: Occhio di Corvo, spetterà a voi
comunicare a vostro fratello Victarion che tale onore sarà suo, insieme
alla mano della giovane lady Desmera, se la vorrà.
Avrò bisogno
anche di altri uomini fedeli nell'Altopiano: la casa Tarly è estinta, e
ritengo che nessuno possa incarnare meglio i doveri di fedeltà nei miei
confronti di mio cugino, il principe Oberyn, che controllerà dunque un
seggio nel pieno di quelle terre", aggiunge il re.
"...ma non è tutto ciò che ho in serbo per voi, cugino. Restate in ascolto.
Vedo
lì, accanto alla parete, la mia guardia reale. Vedo sei uomini
valorosi, che mi hanno difeso in ogni circostanza, fino ad oggi. Vedo
sei uomini, dunque, non sette: e temo che questo potrebbe offendere i
miei Sette Dei. E' ora dunque che un settimo uomo venga nominato. Vedo
lì Dayne, Tully, Lonmouth, Oakheart, Selmy e Lannister; e prima di
loro, Targaryen e Baratheon, e prima ancora, Martell, Hightower, Whent
e Darry, e prima ancora... Molti dei Sette Regni sono stati
rappresentati nella Guardia Reale, ma vi è un territorio, che tanto ha
dato al reame in questa vicenda, che non ha mai avuto un uomo tra i
manti bianchi del re. Anche per questo, sono felice di accogliere in
questo consesso un uomo letale, che reputo degno di indossare questo
mantello.
Qarl la Fanciulla, giunto qui nel seguiro di lady Asha
Greyjoy, fate pure un passo avanti: anche se non siete un cavaliere,
d'ora in poi vi sarà un Uomo di Ferro a difendere il re e la sua
famiglia... ed il suo Primo Cavaliere, naturalmente. Giurerete nelle
mani di ser Arthur Dayne e davanti a me, domani.
Jon Snow, vi siete
rivelato un giovane tenace, e so che in questi anni a corte e ancora
nel corso di quest'avventura avete imparato a godere dell'amicizia di
tutti i miei figli. Se lo volete, resterete ancora a corte, come mio
scudiero personale, e un giorno non molto lontano, se riterrete di
accedere ai sette unguenti nonostante la vostra fede negli antichi dei,
io stesso vi ordinerò cavaliere".
Il sovrano fa una pausa.
"Ma
guardate le persone accanto a me: le morti di lord Hoster e di lord
Stannis hanno ridotto a ben poco il mio Concilio Ristretto, soprattutto
ora che lord Baelish e lord Rowan, dopo tanto tempo, godranno di altri
incarichi, lontano da corte.
Ho deciso di confermare a lord Myles
Mooton la mia stima, investendolo stabilmente della carica di Maestro
del Conio. che ha già ricoperto provvisoriamente dopo la partenza di
lord Baelish verso Luce Solitaria.
Ma ho bisogno anche di un Maestro
della Flotta, che sostituisca lord Stannis Baratheon. Ser Jaime, voi
siete un membro della mia Guardia Reale, ma ho appreso dal vostro
rapporto che grazie alla vostra intraprendenza la nobile casa Lannister
sta ricostruendo la sua flotta con l'aiuto dei myriani: quale uomo
migliore di voi, dunque, per fare in modo che, un giorno, quella flotta
sia al servizio di tutti i Sette Regni, accanto alla flotta reale, per
frenare eventuali minacce che dovessero arrivare dal mare? Ser Jaime
Lannister, voi sarete d'ora in poi il mio nuovo Maestro della Flotta.
Vi
è poi il ruolo di Maestro delle Leggi, per il quale ho bisogno di un
uomo fedele, tenace e rigoroso, che conosca al contempo i piaceri delle
dolci trasgressioni, e sappia per questo vedere chiaramente la linea
sottile che passa tra l'urgenza della vendetta e la necessità del
perdono. Credo che nessun uomo potrebbe incarnare queste qualità meglio
di mio cugino. Principe Oberyn, tocca di nuovo a voi: signore della
Collina del Corno e Maestro delle Leggi", dice, guardando una alla
volta le persone che chiama.
"Ma mi manca pur sempre un Primo
Cavaliere: un uomo che sappia costruire ciò che desidera il re, ma
anche un uomo, io credo, che sia l'altra faccia del re, che abbia idee
originali e desideri suoi propri, e dunque sappia plasmare a sua
immagine e somiglianza, e ad immagine e somiglianza del re, il governo
dei Sette Regni.
Ciò che il re sogna, il Primo Cavaliere costruisce: mio io voglio un uomo che mi aiuti anche a sognare.
E
credo che Euron Greyjoy abbia dimostrato negli ultimi mesi di essere
l'uomo giusto per questo lavoro. Con la protezione della Guardia Reale
e l'equipaggio della sua Silenzio ormeggiato in porto, ovviamente",
conclude il sovrano, ammiccando verso il pirata.
"Tra qualche mese
convocherò la grande festa per il mio regno; anzi, per la riconquista
del mio regno, vorrei quasi dire. E spero che voi tutti, e molti altri,
vorrete essere qui, a festeggiare con me e con gli uomini che mi
accompagneranno, d'ora in poi, nel governo dei Sette Regni".
1 - GREYJOY 1276 punti
2 - MARTELL 1081 punti
3 - LANNISTER 1076 punti
4 - STARK 1073 punti
5 - ARRYN 1016 punti
6 - TULLY 789 punti
7 - TARGARYEN 562 punti
8 - BARATHEON 309 punti
9 - TYRELL 286 punti
Ho visto che in uno dei questionari un giocatore ha chiesto di poter conoscere l'andamento storico dei punteggi.
Se vi accontentate, nell'immagine allegata trovate il grafico storico delle posizioni in classifica
Anteprime allegate
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