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Stanotte un leone, o forse due, con le fauci insanguinate, che……inutile, non ricordo altro. Mi alzo in piedi ed esco fuori dalla tenda. Ш ancora notte, ma il campo si sta giр cominciando, lentamente, a svegliare. Si comincerр presto, stamattina. Malgrado il buio, fa molto caldo. Ш stata una lunga estate, maledettamente asciutta. Avesse piovuto di piљ, il grande fiume sarebbe stato un ostacolo formidabile. La cavalleria nemica non sarebbe mai riuscita a superarlo, ed anche la fanteria non sarebbe potuta transitare che per pochi guadi, che avremmo potuto facilmente difendere. Ma dopo mesi di siccitр il livello dell’acqua ш al minimo. Guardo in basso, dalla lieve altura sulla quale siamo accampati, il letto del fiume ш solo una larga depressione ricoperta di sassi e radi cespugli, in cui non scorre che poco piљ di un rivolo d’acqua semistagnate. L’esercito nemico ш accampato sull’altra sponda, dietro quella bassa collina coperta da un bosco dinnanzi a me. Tra poche ore, alle prime luci dell’alba, verranno. Non ho molto tempo: tra un po’ il mio scudiero riuscirр a trovarmi, insistendo perchщ mangi qualcosa e poi indossi la mai armatura, e i miei nobili lord mi verranno a cercare, per definire gli ultimi dettagli prima della battaglia. Ma questi minuti sono solo per me. Mi siedo per terra e guardo di nuovo in basso, verso il fiume, e penso a lei. Come immaginavo, pochi minuti. “Mio signore, dovete assolutamente mangiare qualcosa, ш poi l’armatura ш pronta, lo sapete anche voi che ci vuole un po’ per indossarla, ed i lord vi stanno cercando e……” Seguo il mio scudiero, docile come una pecora. Mangio in fretta qualcosa di cui non ricordo neppure il sapore,indosso l’armatura, e poi sono nella grande tenda, innanzi alla mappa, a colloquio con i miei comandanti. In fin dei conto non c’ш molto da dire. Prevedibile il piano del nemico, prevedibili le nostre contromosse. Malgrado il fiume sia quasi in secca, la sua sponda meridionale ш ripida a sufficienza da renderla un osso molto duro per la cavalleria nemica. I miei picchieri potrebbero rendere una loro carica un sanguinoso massacro. Manderanno invece avanti la fanteria, per sfondare almeno una breccia, formare una testa di ponte oltre la sponda, attraverso la quale scagliarsi con tutta la forza dei loro 5.000 cavalieri corazzati. Noi dobbiamo tenere duro, tempestarli di frecce, e tappare ogni falla Io, insieme a metр della cavalleria e dei miei alfieri, starђ nella retroguardia, e dovremo essere pronti a rispondere a ogni minaccia all’integritр del nostro schieramento. Sta appena albeggiando che siamo giр in posizione sulla riva sud. Centinai di bandiere sbattono pigre, nel flebile vento del mattino. Davanti a me, oltre il fiume, l’esercito del nemico. Ci fronteggiamo per un tempo che sembra infinito. All’improvviso, tra le fila nemiche, si ode il richiamo di un corno. Poi sono dieci, cento, mille. Rispondono, squillanti, le nostre trombe. Come previsto, viene avanti di corsa la loro fanteria, uomini alti e barbuti, in cotta di maglia, lunghe asce da battaglia tra le mani. Le nostre frecce ne uccidono a centinaia, ma sono comunque una marea, quando impattano con la nostra linea. Il tempo sembra rallentare distorcersi, non so se passano ore o minuti, mentre uomini muoiono a migliaia su quella sponda dannata. Poi, come con un grande fremito, il nostro fianco destro si muove. E si muove in avanti. “Che diavolo succede?” Si ritirano, il loro fianco sinistro sta crollando!” E con mio grande orrore, i miei soldati, cavalleria al seguito, lasciano le loro posizioni e si lanciano all’inseguimento. “Facciamoli a pezzi!” “Sь, ricacciamo quei bastardi fino alle loro case!”. Quegli imbecilli in armatura di piastre, al mio fianco, applaudono festanti. Il nostro fianco destro si incunea nel loro schieramento, cercando di aggirare il fronte nemico, La nostra avanguardia, un centinaio di cavalleggeri, ш quasi arrivata alla sponda opposta, quando, all’improvviso, tutto precipita. Sono piљ di 3.000, a cavallo ed in armatura completa, e vengono fuori come furie dal bosco alle pendici della collina. Investono il nostro cuneo, e avanzano al galoppo nel letto del fiume, travolgendo tutto al loro passaggio. Il nostro fianco destra, troppo scoperto, vacilla, indietreggia, e prima a decine, poi a centinai, gli uomini gettano le loro armi e cominciano a scappare. Se non facciamo qualcosa, tra pochi minuti l’intero esercito sarр in rotta. Un gesto, e ci lanciamo al galoppo verso di loro. Con un balzo, Vento Nero vola oltre la sponda, e sono nel letto del fiume. Ed ш lь che lo vedo, poche centinaia di passi davanti a me. Ш di spalle , sta parlando con uno dei suoi alfieri, dando le istruzioni per l’ultima carica. Ma deve leggere qualcosa negli occhi del suo interlocutore, si volta. E mi vede. Continuo ad avanzare, ш a poco piљ di 30 metri quando arresto il cavallo. Tutto si ferma intorno a noi. Urla il mio nome e, roteando il suo martello da guerra, si lancia al galoppo verso di me. Sguaino Canto del Drago, e do di sprone. L’impatto ш tremendo, sono riuscito a parare il colpo con lo scudo, ma il braccio mi fa un male cane. Lui sembra illeso. Voltiamo i cavalli, e siamo di nuovo uno contro l’altro. Questa volta mi prende solo di striscio, io sento la mia spada andare a segno, ma non sono sicuro di averlo ferito. I nostri cavalli questa volta restano fianco a fianco, e ci scambiamo colpi furiosi. Paro un suo affondo con lo scudo, ne schivo un altro e poi sferro un fendente dal basso verso l’alto, mentre cerca di recuperare l’equilibrio. Adesso l’ho colpito, mi sembra ci sia del sangue sul suo fianco. Risponde con una grandinata di colpi violentissimi, mi difendo alla meglio, tento un affondo che va a vuoto, ш solo con la coda dell’occhio che vedo partire il suo martello, cerco di schivare ma mi prende sulla spalla sinistra, sento l’armatura deformarsi, un dolore lancinante, adesso muovo a fatica il braccio dello scudo. Ma non ш ancora finita, anche lui ш stanco, finto un altro affondo, e lascio partire un fendente verso la sua testa. Ma all’ultimo si sposta, e trancio solo un corno del suo elmo. Risponde con un colpo disperato, alla cieca, che va a vuoto. Piazzo una stoccata poco sotto l’ascella, questa volta non ho dubbi, il mio acciaio ha morso la sua carne. Ma ш ancora vivo, si getta in avanti, riesce a colpirmi con lo scudo, e mi sferra una martellata sulla tempia, l’elmo regge ma l’impatto quasi mi disarciona, riesco a malapena a rimettermi diritto quando vedo la punta del suo martello che vola verso il mio petto, lotto disperatamente per alzare lo scudo, ma non ce la faccio. Sento un rumore sordo al petto, e poi in bocca, un gusto dolciastro. Ш il sapore del mio sangue. Vado giљ come in un sogno. Sdraiato sulla schiena, in pochi centimetri d’acqua, guardo il sole. Ш ancora alto nel cielo, eppure sento un freddo tremendo penetrarmi nelle ossa. Giro lo sguardo, e vedo una fanciulla dai capelli d’argento e l’armatura nera, passare a cavallo, a pochi passi da me. Ш bellissima. L’Usurpatore, in sella al suo cavallo, mi guarda morire. “Lyanna!” Poi, su di me , scende la notte. MezzoUomo ЪЮ - ^ _ f ˆ ‰ И в ” › noˆ•€`01э€–—GH]^‘”рќ§D\.x y 4#5#R#š#›#т#ь#†$І$%%)%+%,%№ьшьшфшфшфрфьфьфьфьмьфьиьидадададададамамамаЬаЬаЬШЬШЬШмШФШРИмдhХkhХk6hХkhIghQ/>hЯhu h)"’h >h+"h‘OqhƒhЎ4ChЙ&+hЙ&+hЙ&+56;CJaJ>, - ‰ Š $ % t u ‡ ˆ , - ‡ˆ‚+,12эюїѕѕээээээээээээээээээээээээ$a$gdЙ&+$a$gdЙ&+,%§юяЎЏЃЄЬЭрсЦЧЉЊ’“ћќчшcdy z ж!з!##›#їїїїїїїїїїїїїїїїїїїїїїїїїїїї$a$gdЙ&+›#œ#я$№$њ$ћ$%%%%)%*%+%,%їїїїїїїїїяїїї$a$gdХk$a$gdЙ&+ ,1hА‚. 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