Jaqen H'ghar

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Jaqen H'ghar
Dati personali
Uomini senza Volto
Apparizioni
A Clash of Kings
Serie TV
Tom Wlaschiha
Guido di Naccio
Prima stagione - Seconda stagione

Jaqen H'ghar è un assassino degli Uomini senza Volto.[1]


Descrizione fisica

Durante la sua permanenza ad Approdo del Re e il successivo viaggio verso nord si presenta come un uomo snello e dai bei lineamenti, sempre sorridente[2] e apprezzato dalle donne[3]. Porta i capelli rossi da un lato e bianchi dall'altro.[2]

Porta con sé nascosto un piccolo pugnale dalla lama sottile, che è in grado di estrarre all'improvviso in caso di necessità.[4]

Quando cambia aspetto alla fine della sua permanenza a Harrenhal, le sue guance diventano più piene, i suoi occhi più ravvicinati e i suoi capelli neri e ricci. Assume inoltre un naso ad uncino, una cicatrice sulla guancia destra e un dente diventa d'oro.[4]

Descrizione psicologica

È un abile assassino, in grado di eliminare i suoi bersagli con facilità e senza nemmeno far capire che si è trattato di un omicidio. Sa muoversi in modo estremamente furtivo e silenzioso ed è dotato di una grande forza nelle mani.[3] Essendo un Uomo senza Volto, padroneggia le loro tecniche ed è in grado di mutare il proprio aspetto. Riesce a venire a conoscenza persino delle informazioni più nascoste.[4] È considerato alquanto pericoloso e sembra essere temuto persino dagli uomini più feroci.[5]

Nel ruolo che impersona durante il viaggio verso il Nord si rivolge al prossimo in modo gentile ed educato[6] e parla sempre di sé stesso e dell'interlocutore in terza persona[2].

Possiede una particolare filosofia riguardo alle condizioni in cui commettere omicidi, fuori dalle quali preferisce evitare di farlo: ritiene che delle vite scampate ad una morte certa debbano essere ripagate con altrettante uccisioni, ma nemmeno una di troppo.[3] Non ama lo spargimento di sangue non necessario. È però estremamente devoto ai suoi doveri professionali di assassino, al punto da essere disposto a uccidere il proprio padre o a sacrificare la propria vita se un qualche patto lo prevede, pur dimostrando di temere la morte.[4]

È un uomo molto rispettoso delle divinità e dei giuramenti prestati davanti ad esse.[4]

È molto attento all'igiene e quando ne ha la possibilità cerca sempre di lavarsi.[2][3][4]

Resoconto biografico

In viaggio verso il Nord

"Un uomo deve pur avere un nome, non credi? Mordente non sa scrivere e Mordente non può parlare, eppure i suoi denti sono molto affilati, per cui quest'uomo viene chiamato Mordente e lui sorride. Sei affascinato da tutto ciò?"


Nel 298 Jaqen H'ghar, rinchiuso nelle celle oscure della Fortezza Rossa, viene reclutato da Yoren insieme ad altri due criminali, Rorge e Mordente, per entrare nei Guardiani della Notte. Vista la loro pericolosità, i tre vengono tenuti in catene durante il viaggio verso la Barriera, che inizia nel 299.[1] Non potendo venire a conoscenza del vero nome di Mordente, che non è in grado né di parlare né di scrivere, Jaqen gli attribuisce questo soprannome per via dei suoi denti affilati.[2]

Una sera il gruppo si ferma presso una locanda. Jaqen e gli altri due uomini incatenati vengono lasciati all'esterno, ma Lommy esce per portar loro della birre. Poco dopo, quando anche Arya viene mandata fuori da Yoren, Jaqen le si rivolge con parole gentili chiedendo altra birra e poi offrendole la propria amicizia. Poi, quando Rorge e Mordente pretendono la birra con ostilità, si scusa per la loro scortesia e si presenta, dicendo di provenire dalla Città Libera di Lorath. La mette a conoscenza anche dei nomi dei suoi compagni di viaggio e le spiega l'origine del soprannome di Mordente. Dopo aver visto Arya colpire alla testa quest'ultimo, approfittando della sua impossibilità di nuocerle per via delle catene, Jaqen commenta che la ragazza ha più coraggio che buon senso.[2]

Giunto ad un villaggio abbandonato sulla riva meridionale dell'Occhio degli Dei, il gruppo di reclute decide di rifugiarsi nel fortino e i tre criminali vengono lasciati incatenati al fienile. Nel cuore della notte l'edificio viene preso d'assalto dai soldati di Ser Amory Lorch e Jaqen, vedendo Arya passargli accanto, le chiede invano di essere liberato per poter contribuire alla battaglia. Con l'infuriare del combattimento, ormai volto a favore degli assalitori, il fienile viene incendiato e i tre criminali in catene non hanno modo di mettersi in salvo. Vedendo di nuovo Arya e Gendry, Jaqen chiede aiuto con gentilezza e riesce finalmente a persuadere la ragazza, che passa ai prigionieri un'ascia per potersi liberare.[7]

Il pagamento del debito

"Tre vite tu avrai da me," Jaqen H'ghar le pose un dito sulle labbra. "Non di più, non di meno. Tre, e il debito sarà estinto. Così questa ragazza deve pensare." Le baciò delicatamente i capelli. "Ma non troppo a lungo".


Scampato all'incendio, si ritrova ad essere reclutato insieme a Rorge e Mordente tra i soldati di Ser Amory Lorch. Insieme a loro giunge ad Harrenhal e nel cortile viene subito notato da Arya, ora servitrice nel castello, fingendo però di non vederla. Quella stessa notte si presenta nella stanza della ragazza nella Torre dei Lamenti, le copre la bocca con una mano e le permette di parlare solo dopo aver ottenuto la promessa di mantenere segreta la loro conversazione. Arya gli mostra ostilità per essersi unito a Ser Amory e non vorrebbe aver più a che fare con lui, ma Jaqen le spiega di doverle pagare un debito: uccidendo tre uomini da lei scelti, controbilancerà le tre vite salvate dalle fiamme e sottratte a morte certa. Speranzosa per l'inaspettata offerta, la ragazza gli chiede di aiutarla a fuggire a Delta delle Acque, ma l'assassino le fa capire che intende solo sdebitarsi, invitandola a pensare alle tre vittime.[3]

Alcuni giorni dopo, mentre Jaqen è seduto ad un tavolo con altri soldati, Arya gli si avvicina con la scusa di versargli del vino e gli sussurra all'orecchio il nome di Chiswyck. Jaqen rimane impassibile, come se non l'avesse sentita, ma due notti dopo porta a termine l'omicidio buttando l'uomo giù da uno dei camminamenti del castello. La gente, non conoscendo il responsabile, arriva ad ipotizzare che possa essere opera di una maledizione del fantasma di Harrenhal.[3]

Dopo la partenza di Tywin Lannister per tornare in guerra, Jaqen rimane a Harrenhal insieme agli altri uomini di Ser Amory, nominato castellano.[4] Uno di quei giorni, mentre si lava nella vasca nei bagni di Harrenhal, viene raggiunto da Arya. Percependo la sua presenza nonostante il suo tentativo di avvicinarsi silenziosamente, le consiglia di camminare scalza per non essere udita. Poi, subito dopo che Arya gli ha sussurrato all'orecchio il nome di Weese, chiude gli occhi rilassandosi nella vasca e le spruzza un po' d'acqua per farla indietreggiare.[5]

Per uccidere Weese ricorre ad un sistema che spinge il suo stesso cane a rivoltarsi contro il padrone. Quando il supervisore viene attaccato e sbranato dall'animale, Jaqen si trova nei paraggi, appoggiato a una parete della Torre dai lamenti. Nel momento in cui viene notato da Arya, accorsa insieme ad altri sulla scena, si porta quasi casualmente una mano al viso e le fa un segno numerico con due dita.[5]

Vedendo che Arya tarda a proporgli la terza vittima, Jaqen un giorno la raggiunge al parco degli dei di Harrenhal, invitandola a prendere una decisione in modo da saldare al più presto il debito. Incuriosita, la ragazza gli chiede se Jaqen è il suo vero nome e l'assassino le risponde enigmaticamente di avere tanti nomi, proprio come lei, rivelandole in questo modo di conoscere la sua identità segreta. Arya gli chiede quindi di uccidere tutte le guardie della cella dei soldati del Nord tenuti prigionieri in modo da liberarli, ma Jaqen le fa presente che in base al patto può ancora eliminare solo una persona. La ragazza allora decide di servirsi di uno stratagemma: dopo averlo spinto a giurare sugli dei di uccidere qualunque bersaglio lei nominerà, gli sussurra all'orecchio il suo stesso nome. Jaqen è sconvolto, ma estrae un pugnale, pronto a suicidarsi, avvertendola però che sentirà la sua mancanza. Arya gli fa capire di essere disposta a ritirare la sua scelta se lui le presterà l'aiuto richiesto e l'assassino a malincuore accetta, invitandola subito a collaborare all'operazione. Quindi, dopo averle chiesto invano un'ultima volta di desistere dal suo intento, le dà istruzioni di recarsi in cucina e ordinare la preparazione di un brodo caldo.[4]

Nel frattempo Jaqen si reca a cercare anche la collaborazione di Rorge e Mordente. Quando la zuppa è quasi pronta, giunge nelle cucine insieme ai due criminali; tutti e tre insieme ad Arya trasportano i calderoni bollenti fino alle prigioni. Le otto guardie che sorvegliano gli uomini del Nord, attirati dalla prospettiva di cibo, si radunano presso il tavolo e i tre criminali ne approfittano per scagliare loro addosso il brodo bollente, ustionandoli e facendoli cadere a terra. Mentre Rorge e Mordente iniziano a uccidere i soldati caduti, uno di loro riesce a rialzarsi e a snudare la spada, ma Jaqen lo affronta finendolo facilmente con un affondo al cuore. Si pulisce la lama sporca di sangue sulla tunica di Arya, dicendo che anche lei deve sporcarsi di sangue. Saluta quindi con cordialità i prigionieri liberati e inizia a presentare a Robett Glover i suoi compagni, ma Arya lo ferma prima che possa rivelare la sua vera identità.[4]

Una volta rimasto solo con la ragazza, mentre gli uomini del Nord prendono d'assalto il castello per impossessarsene, le spiega che in realtà i Bravi Camerati avevano già tradito i Lannister e che quindi la presa di Harrenhal era comunque pianificata. Arya gli chiede se le rimane ancora una terza uccisione, ma lui le fa notare di aver già ucciso ben più di una guardia per lei, costringendola ad ammettere che il debito è stato pagato e a ritirare il suo nome. Subito dopo però annuncia di dover morire in quanto il suo tempo è finito. Tra le perplessità della ragazza, si passa una mano sul volto e assume un aspetto completamente diverso. Affascinata da quello straordinario potere, Arya gli chiede di poterlo apprendere e Jaqen la invita a seguirlo oltre il Mare Stretto. Visto che però ragazza intende tornare a Grande Inverno, le regala una moneta degli Uomini senza Volto raccomandandole di consegnarla a un qualsiasi abitante di Braavos pronunciando le parole "Valar Morghulis" per poterlo ritrovare un giorno. Poi, dicendo di avere altri doveri da sbrigare, la saluta con un inchino e sparisce nell'oscurità.[4]

Note