Il Gioco del Trono va alla HBO

18 aprile 2011
di Neshira

La HBO si è già occupata con successo di vampiri in True Blood, il popolarissimo adattamento dei romanzi con Sookie Stackhouse di Charlaine Harris. Ora la rete sta per andare a stuzzicare i fanatici fan di un altro autore cult, tuffandosi nei romanzi fantasy Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin,con il suo ultimo progetto, Il Gioco del Trono, che partirà il 17 Aprile. La trama essenziale del Gioco del Trono gira intorno ai giochi di potere di vari nobili e dame che tramano per il controllo della società feudale dei Sette Regni di Westeros, dove la magia – a quanto pare – si è estinta e l'inverno può durare per decenni. Nel mondo del Gioco del Trono, o si è giocatori o si è pedine nella lotta per il potere.

Il modo migliore per descrivere il risultato è un incrocio tra Il Signore degli Anelli e I Soprano, con una spruzzata di elementi da dramma storico come Rome e lo stile ampio di The Wire. Ma anche questo è troppo riduttivo per una serie che si crogiola nella manipolazione, l'intrigo, e la corruzione che li segue.

''Come gran parte del fantasy, riguarda la battaglia Bene contro Male, ma il punto in cui si discosta da moltissimi altri fantasy è, secondo me, il fatto che la battaglia bene contro male si combatte ogni giorno nel cuore di ogni singolo essere umano'' Dice Martin nell'intervista a 'The Daily Beast' dalla sua casa a Santa Fe, dove sta scrivendo il quinto volume della serie, A Dance with Dragons, che si prevede uscità a luglio dopo molti ritardi. ''Ciascuno di noi ha la capacità di fare del bene e ciascuno di noi ha la capacità di compiere il male; dipende dalle scelte che facciamo...mi piace ritrarre in toni di grigio e cercare di riportare, persino in un contesto fantasy, parte della complessità della vita reale''.

Con un cast terrificante che comprende Sean Bean (Il Signore degli Anelli), Peter Dinklage (The Station Agent), e Lena Hadley (Terminator: le Cronache di Sarah Connor), questo cupo dramma fantastico – sessualmente esplicito e moralmente ambiguo – sembra perfettamente adatto alla rete privata, che ospita show di prestigio come Boardwalk Empire, e intrattenimenti per il grosso pubblico come True Blood. Il costoso Boardwalk Empire – il cui episodio pilota da solo è costato ufficialmente 18 milioni di dollari – ha avuto una media di dieci milioni e mezzo di spettatori totali per episodio, contando tutti i mezzi di distribuzione, cioè raggiunge una dimensione ragguardevole ma non proprio allo stesso livello dei Soprano nei loro giorni migliori (alla fine il soprannaturale True Blood ha conquistato l'audience più vasta dai Soprano in poi).

Laddove una volta si diceva che il budget per il Gioco del Trono fosse intorno ai 45 milioni di dollari per la sua prima stagione, da dieci episodi, questo sembra un numero basso per un progetto di tale impatto visivo, e non tiene conto tra l'altro dei costi del pilota originale, della squadra di Malta, nè degli incentivi fiscali (la HBO si astiene da commenti sul budget). Nonostante questo, c'è un bel po' di sforzo dietro il successo delle serie HBO, rete privata ben nota per la sua propensione a correre dei rischi riguardo al proprio palinsesto.

''Dovremmo essere conosciuti perchè facciamo buona televisione'' dice Sue Neagle, presidente del settore spettacoli della HBO. ''Il tipo di televisione per cui vale la pena pagare: alto valore di produzione, storie intelligenti, grande recitazione. Ma non dovremmo produrre solo spettacoli che rientrano in certi schemi...non ho pensato, wow, abbiamo appena fatto True Blood, mi chiedo se possiamo fare uno spettacolo fantasy''.

Per Martin, che ha cominciato a lavorare sul primo romanzo nel lontano 1991, la HBO era l'unica scelta logica per un adattamento così vasto e ambizioso: lo spettacolo ha la sua lingua creata apposta, allestimenti imponenti in Irlanda del Nord e Malta, e un numero di personaggi da far girare la testa. La sua trepidazione perchè l'adattamento andasse avanti è stata assecondata dai produttori esecutivi David Benioff e D.B. Weiss (conosciuto come Dan), che erano a buon diritto fan dei romanzi. (Sono venuti da ''un posto da veri fan'' dice Neagle. ''lo conoscevano in lungo e in largo'')

''Ho avuto altri incontri preliminari con David e Dan e alcune conversazioni telefoniche con produttori, sceneggiatori e rappresentanti di studios che volevano fare [tutti e sette i romanzi] in un unico film'' dice Martin. ''Non so che si fossero fumati''.

La lunghezza e la complessità di ciascuno dei romanzi di Martin (Tempesta di Spade, il più lungo finora, ammonta all'incredibile numero di 924 pagine nella sua ultima edizione economica) rende estremamente difficile inserire dei tagli tra i bruschi rivolgimenti di trama e il ritmo sostenuto. Il primo libro sarà adattato nella prima stagione del Gioco del Trono e l'idea – per ora – è che ogni libro successivo sarà la spina dorsale della propria stagione.

Parlate con Weiss e Benioff e quello che salta subito all'occhio è non solo la reverenza che hanno per il sottostante lavoro di Martin, ma anche la passione che hanno portato nel gioco e un bisogno tutto da fan di renderlo al meglio possibile. ''Quello che George ha creato è un mondo enorme e stiamo cercando di essere molto fedeli a questo mondo, e stiamo cercando di ricrearlo sullo schermo'' dice Benioff. ''E' difficile farlo con un budget tipico del settore; è davvero difificle farlo persino con un generoso budget televisivo.''

''Il nostro mantra attraverso tutto questo è stato sempre, questo è un mondo reale'' dice Weiss. ''Non è il nostro mondo, ma è un mondo reale. In questo mondo vive della gente. Non è un mondo fantasy. Non è un mondo fantascientifico. Questo è il loro pianeta e per loro è reale quanto il nostro mondo lo è per noi''.

Questo si collega ad alcune sovrapposizioni di vita reale ai temi dei romanzi che sono guerra e pace, amore e odio, inverno ed estate. I romanzi di Martin, comunque, non presentano una visione del mondo semplicistica secondo i produttori.

''La brava gente soffre, la gente cattiva soffre, e alla fine tutti soffrono'' dice Benioff. ''Le cose brutte capitano. A volte amo davvero la brutalità quasi casuale con cui i fatti si svolgono. Non sai mai se i personaggi sono al sicuro''.

Ma a parte la prospettiva filosofica, Il Gioco del Trono offre anche un flusso adrenalinico di trame, doppi giochi e rivelazioni da restare a bocca aperta. Con un ampio cast che rappresenta non meno di 18 personaggi fissi e centinaia di personaggi minori, ci chiediamo se Weiss e Benioff sono preoccupati dal sovraccarico di informazioni.

''Semplicemente ad un certo punto devi avere molta fiducia nel fatto che tuoi spettatori saranno capaci di tenere il passo'' dice Weiss. ''Noi crediamo nell'intelligenza del pubblico di Martin e nell'intelligenza del pubblico della serie''

Così crede anche la HBO, che ha lanciato una massiccia campagna promozionale al seguito dello show, portando a New York e Los Angeles il cibo dell'ambientazione principale dei romanzi, i Sette Regni di Westeros, grazie ai carretti-ristorante del celebre chef Tom Colicchio, e provocando il pubblico con anteprime, trailers, siti web, e materiale da dietro le quinte. E' chiaro che la HBO ha grandi aspettative per quanto la cosa andrà bene, in termini di preferenza.

''Lo show punta molto su produzione e qualità di realizzazione'' dice Neagle. ''Non c'è nessuna formula dietro. E' un fantasy politico completamente inatteso. Questo tipo di spettacoli va d'accordo con il pubblico. Noi speriamo che questo sarà uno spettacolo che gli uomini possano vedere, che le donne possano vedere. Questo è quello che vuoi sempre...le nostre aspettative sono alte.''

Il pubblico dello show senza dubbio includerà sia chi non ha dimestichezza con Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di Martin sia i fan ossessionati dai massicci libri della serie. Veterano di Hollywood che ha lavorato su La Bella e la Bestia e scritto vari episodi pilota originali, Martin sta scrivendo A Dance with Dragons, il quinto blocco della serie di sette libri (che, fino ad oggi, ha venduto 7 milioni di copie in tutto il mondo), la cui edizione ha subito un ritardo di circa sei anni. Martin stesso è stato comparato all'autore de Il Signore degli Anelli, J. R. R. Tolkien, un paragone di cui Martin va fiero.

''Sono molto lusingato dal fatto che mi chiamino il Tolkien Americano'' dice Martin che, dal vivo, somiglia ad un Babbo Natale hippie, e si vede spesso indossare bretelle e un cappello da fattorino. ''Ammiro tantissimo Tolkien...il fantasy moderno non esisterebbe senza di lui. Tutti noi che lo abbiamo seguito, in un certo senso, scriviamo nella sua ombra.''

''Detto questo, io sono molto diverso da Tolkien'' dice Martin, cattolico mancato di Bayonne, New Jersey, che è stato obiettore di coscienza nella Guerra del Vietnam. ''Lavoriamo tutti e due nella tradizione del fantasy epico, ma quello che ci facciamo è molto diverso''

A dispetto degli onori che ha ricevuto e la fiducia che ha nei produttori e nella HBO, Martin ammette di provare un po' di 'ansia da separazione' quando si tratta di cedere i suoi personaggi ad altri.

''Penso che quando lasci il tuo bambino a qualcuno, che tu sia un genitore che porta il ragazzo a scuola o uno scrittore che da il suo lavoro a qualcun altro perchè lo adatti, devi prepararti al fatto che non sarà uguale a come tu l'hai fatto.'' dice. ''Ci saranno delle differenze. Gi altri insegneranno ai tuoi bambini cose che tu non avreti mai potuto insegnargli''.