George Martin in un paio di post sul suo Not A Blog ha detto la sua opinione riguardo lo sciopero degli sceneggiatori indetto dalla WGA, il sindacato americano a loro tutela, e sull’impatto che questo avrà sulle sue serie attualmente in lavorazione.
Lo scrittore si è espresso a favore dello sciopero, non solo per le questioni salariali e dei contratti, ma anche per quello che lui definisce il principale problema dell’attuale sistema di business che rende la vita impossibile ai nuovi scrittori: le cosiddette “mini rooms”. In passato le nuove leve inserite negli organici di scrittori, dopo la chiusura dei copioni, potevano seguire i casting, la produzione sui set, e di fatto prendere parte a tutta la produzione di una serie televisiva dando loro la possibilità di imparare sul campo. Il tutto ovviamente ricevendo un compenso per il lavoro svolto. Attualmente ciò non è più possibile perché le nuove produzioni, oltre ad avere molti meno episodi (negli anni si è passati da 22 sino a arrivare agli attuali 6/8), pagano gli sceneggiatori per la scrittura dei copioni e poi li mandano a casa, lasciando il resto agli Showrunner e agli scrittori più esperti, togliendo di fatto ogni possibilità di fare esperienza. Qualche eccezione viene fatta e a qualche giovane scrittore viene permesso di accedere ai set, ma il tutto senza compenso e a suo carico, senza la possibilità di poter intervenire in caso di modifiche, ma solo come spettatore. Se questo è ciò che avviene oggi, si domanda Martin, come potranno essere gli Showrunner e produttori tra una decina di anni se viene impedito loro di fare esperienza?
Lo sciopero degli sceneggiatori ha ovviamente avuto un impatto anche sulle serie legate alle storie di George Martin. La seconda stagione di House Of The Dragon è l’unica a esserne uscita indenne, le riprese stanno continuando in Europa poiché copioni e sceneggiature sono state consegnate e completate da diversi mesi. Martin ha detto come il lavoro realizzato sia piuttosto preciso e puntuale e non richiederà ulteriori modifiche sui set.
Per una serie che procede, altre purtroppo si sono dovute fermare. La nuova serie di Dunk&Egg, A Knight of The Seven Kingdom, era infatti appena entrata nella fase di scrittura delle sceneggiature e il lavoro è stato interrotto sino alla fine dello sciopero. Per quanto riguarda la serie che Peacock aveva opzionato su Wild Cards, l’emittente alla fine ha rinunciato. Anche in questo caso Martin cercherà di proporla a un nuovo network ma non prima della fine dello sciopero.
Infine Martin ha voluto precisare come lo sciopero degli sceneggiatori NON abbia alcun impatto sul completamento del libro di The Winds Of Winter. La protesta è inerente esclusivamente a film e serie televisive, il lavoro sul libro continua e in tutti i casi ha la massima priorità per lo scrittore.